Traffico illecito di reperti archeologici trafugati in vari siti, in particolare da Campania, Puglia e Sicilia. Centoquarantadue indagati, duemila reperti sequestrati, perquisizioni in 22 province che hanno visto impegnati 450 militari: sono questi i numeri dell’operazione Artemide condotta dal Comando tutela patrimonio artistico dei carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Tombaroli e acquirenti, appassionati d’arte antica senza scrupoli sono i principali soggetti coinvolti nell’inchiesta. Persone che non esitano a rivolgersi al mercato illegale per tenere in casa oggetti che dovrebbero essere esposti nei musei. E così reperti come ceramiche, oggetti metallici, monete italiche, frammenti architettonici, per un totale di 2 mila pezzi provenienti dalle aree di Pompei e dintorni, dal Vesuviano, Alto Casertano, Paestum, il Foggiano e dalla zona orientale della Sicilia, sono stati sequestrati in abitazioni private.
Tra i furti, quello che ha avviato l’indagine è stata la scomparsa di una porzione dell’affresco della Casa di Nettuno a Pompei.
Per gli investigatori si tratta di “un’operazione senza precedenti per numero di obiettivi e forze impiegate”.
Nei mesi scorsi, nell’ambito della stessa inchiesta, erano stati recuperati 874 reperti archeologici e arrestati tre indagati in collaborazione col Gruppo Patrimonio Historico della Guardia Civil. Tra gli oggetti sequestrati anche metal detector e utensili per la ricerca e lo scavo.
Che ca…ta! I reperti sono custoditi meglio in casa private che negli scantinati dei musei dove li trafugano gli stessi custodi o peggio ancora li rompono!
Una legge Italiana del dopoguerra che va cambiata assolutamente!
Non è possibile far marcire sotto terra una delle maggiori ricchezze dell’Italia!
Questa legge serve solo a far spendere soldi PUBBLICI allo stato.
I tempi cambiano, cambiate anche questa legge del 2000 A.C. BASTA spendere soldi pubblici per delle c….te!