Con Cory Arcangel tra gli anni ’90 e l’antropologia tecnologica
Nella cornice luminosa della Lisson Gallery Milan, fino al 20 maggio 2015 sono visibili alcune delle opere di Cory Arcangel a completare l’esposizione concomitante allestita alla GAMeC di Bergamo.
In entrambe le mostre sono presenti alcuni gruppi scultorei composti da pool noodles, tubi soffici e leggeri che spesso vengono utilizzati nelle piscine per aiutarsi nel galleggiamento, riadattati a rimandare a diverse figure o gruppi umani. L’artista incontra casualmente questi oggetti in una farmacia della catena Walgreens che risvegliano in lui l’idea di trasfigurare un oggetto commerciale nella rappresentazione di un esempio di consumatore.
Se nelle prime opere, compiute tra il 2011 e il 2014, il riferimento è ai consumatori; nelle opere in mostra Arcangel si pone in relazione con le sottoculture giovanili.
La mostra inizia in una stanza dove, contrapposti al verde e storico giardino degli Atellani, vi sono i galleggianti di schiuma abbigliati con accessori vari, anche minimi che però vengono immediatamente compresi dallo spettatore che riesce a identificare il corrispondente tipo umano; ne è un chiaro esempio Leafs (2015), un cilindro verde all’interno del quale sono stati inseriti due dilatatori decorati con una foglia di marijuana.
Con le opere ci si deve anche approcciare tramite l’ascolto, ne è l’esempio Clarity (2015), un salvagente rosa con delle cuffie da indossare per entrare nel mondo della dubstep, un genere musicale nato negli anni ’90, decennio che influenza l’opera di Cory Arcangel, nato nel 1978 a Buffalo e ispirato dall’arrivo della connessione internet ad alta velocità, esplicitata tramite opere come Drei Klavierstücke op.II (2009).
Attraverso queste opere, Arcangel riesce a rielaborare il web design e a rimanere fedele alla cultura dell’open source e alle dinamiche dei linguaggi audiovisivi.
Al piano inferiore della galleria, in due spazi dalle dimensioni minori, si possono vedere due dei video appartenenti alla serie Lake. I video sono creati attraverso il supporto dell’applicazione Java che crea una sorta di specchio d’acqua speculare all’immagine; nel primo caso in @DallasCowboys (2015), a specchiarsi come un moderno Narciso, è un giocatore di football americano, immagine esemplificatrice della cultura pop e interpretabile attraverso vari livelli di lettura.
Segue Snowbunny (2015), dove attraverso lo stesso meccanismo, viene mostrata un’immagine di Paris Hilton, esempio ancor più lampante della ricerca compiuta di Arcangel, poiché vede l’immagine contornata come fosse una fotografia postata sulla piattaforma Instagram.
Arcangel si muove tra analisi sociale, antropologia, scelte umane e tecnologia; quest’ultima ormai capace di convivere e annettere a sé tutte queste categorie e di influenzarle.
Questo fenomeno può essere definito soltanto da un occhio attento, come quello dell’artista che riesce a risvegliare nello sguardo altrui, spesso consumatore e divoratore inconscio di immagini, lo sviluppo, forse decadente, dell’icona.
________________________________
INFORMAZIONI UTILI:
Cory Arcangel: Hot Topics
Lisson Gallery, Via Zenale 3, Milano
02 89050608
milan@lissongallery.com
www.lissongallery.com
Dal 10 aprile al 20 maggio 2015
Lun-Ven 10.00-13.00/15.00-18.00
Sabato Su appuntamento
Ingresso gratuito