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Martial Raysse / Slip of the Tongue. Un dialogo tra presente e passato

Martial Raysse
Martial Raysse, Installation view at Palazzo Grassi 2015 Ph : © Fulvio Orsenigo

Il 12 aprile la Fondazione François Pinault ha riaperto le porte di Palazzo Grassi e Punta della Dogana al pubblico, inaugurando ufficialmente le mostre “Martial Raysse” e “Slip of the Tongue”.

La retrospettiva di Raysse, curata da Caroline Bourgeois con l’aiuto dello stesso artista, occupa gli spazi di Palazzo Grassi, uno splendido edificio costruito nel Settecento da Giorgio Massari e restaurato durante gli anni Ottanta da Gae Aulenti. Il corpus opere proposte è decisamente ampio: più 350 opere tra dipinti, video, sculture, neon e installazioni disposte non in ordine cronologico, ma in modo tale da favorire un dialogo tra presente e passato.

Perché Martial Raysse con la sua arte ha rielaborato ogni presente che ha vissuto, processandone informazioni e cultura visuale, mantenendo uno sguardo critico ed ironico che diventerà una cifra stilistica inconfondibile. La produzione di Raysse presentata a Palazzo Grassi si distingue per l’eterogeneità dei materiali utilizzati, ciascuno impiegato con accortezza e accostato agli altri in modo da generare contrasti senza rinunciare all’armonia complessiva dell’opera.

Così una “Suzanna Suzanna” (1964) dalle tinte pop è incorniciata da un accurato sfondo verdeggiante da cui fa capolino il video “Arman dans le rôle du vieillard”, un jukebox suona fra i pannelli e la plastica della “Raysse Beach” del 1962 e un’intera umanità danza dipinta ad olio nel carnevale tragicomico di “Ici Plage, comme ici-bas “(2012).

Martial Raysse
Martial Raysse, Ici Plage, comme ici- bas, 2012, Pinault Collection, Ph: Arthus Boutin, © Martial Raysse by SIAE 2015

I richiami ai soggetti mitologici e ai maestri del passato fanno parte dell’incessante rielaborazione di Raysse, che con intelligenza ricolloca significati e poetiche di altri tempi nel suo presente, trasformando la semplice citazione in un’approfondita presa di coscienza. In una piccola statuetta si può riconoscere Diana vestita con un abito dal taglio moderno incollato al corpo, quasi fosse bagnato, tanto che nulla rimane all’immaginazione.

Una rilettura del panneggio, del mito di Callisto, del corpo femminile che raccoglie in sé il paradosso di una dea vergine adorata allo stesso tempo come dea della fertilità e del parto. La sopraccitata Suzanna si rifà alla ”Susanna e i vecchioni” di Tintoretto e gli insetti che compaiono in un buon numero di opere sembrano ribaltare la prospettiva dell’osservatore, che dallo sguardo d’insieme comincia a muoversi tra i particolari dell’opera. Altro esercizio che vale la pena provare a Palazzo Grassi è l’attenzione al dettaglio: Martial Raysse non lascia nulla al caso e nei pattern dei tessuti o delle ambientazioni naturali il suo perfezionismo concettuale si fa tratto evidente e impreziosisce ancora di più le sue opere. In sostanza, la mostra su Martial Raysse diverte, appassiona, non c’è traccia di banalità e nulla è dato per scontato; per chi non lo conosce ancora è un’ottima occasione per avere un quadro piuttosto completo del suo percorso, per gli ammiratori è un appuntamento da non perdere.

Robert Manson
Robert Manson, Travaux des champs et animaux de la ferme, c. 1950, groupe de 37 photographies, Pinault Collection.

Dieci minuti più a ovest, negli spazi di Punta della Dogana restaurati da Tadao Ando nel 2008, Danh Vo ha costruito un altro dialogo tra passato e presente. La palette di colori accesi di Palazzo Grassi si riduce a pochi toni neutri, i suoni si smorzano fino al silenzio e le opere parlano tra loro sottovoce, tanto da percepirle a tratti.

La loro stessa disposizione, lontana da una struttura narrativa tradizionale, richiede un esercizio di attenzione al visitatore, il quale difficilmente troverà dei significati immediati in “Slip of the Tongue”. Le opere possono essere nascoste dietro l’angolo, pendenti dal soffitto o aderenti alle pareti, partecipando così alla relazione di vuoti e pieni negli spazi della Dogana.

Danh Vo ha scelto 39 artisti, molti dei quali contemporanei, tuttavia non mancano delle opere provenienti dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini che spingono i confini della mostra lontano nel tempo. Danh Vo racconta lo status delle opere d’arte, richiamate dal curatore a riaffermare i propri valori e al contempo a rinnovarsi in un dialogo silenzioso le une con le altre, tessendo di fatto una sottile ragnatela di significati in perfetta tensione, tra i quali il visitatore può scivolare o inciamparci per sbaglio.

Nancy Spero
Nancy Spero, Cri du Cœeur, 2005 Installation view: Galerie Lelong, New York, 2005, Photo: David Reynolds, © The Estate of Nancy Spero, Licensed by SIAE 2015 / Courtesy Galerie Lelong, New York.

Due mostre sensibilmente diverse, a parere di chi scrive è necessario prendersi un intermezzo di tempo per digerirne una prima di affrontare l’altra, qualsiasi sia l’ordine della visita.

Martial Raysse e Danh Vo sono due artisti (il secondo chiamato per la prima volta  nel ruolo di “curator”) che vedono dentro ad ogni presente e riescono a tracciarne la cartografia nel mondo dell’arte visuale, ciascuno attento a dettagli diversi ma ugualmente efficaci. Resta infine all’osservatore il compito impegnativo ma soddisfacente di cogliere tutta la ricchezza dei loro discorsi.

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Informazioni utili:

Martial Raysse
12/04/2015 – 30/11/2015
a cura di caroline bourgeois,
in collaborazione con l’artista

Palazzo Grassi
San Samuele 3231
30124 Venezia
Fermata vaporetto: San Samuele (linea 2),
Sant’Angelo (linea 1)

 

SLIP OF THE TONGUE
A CURA DI DANH VO, CAROLINE BOURGEOIS
12/04/2015 – 31/12/2015
Punta della Dogana
Dorsoduro 2
30123 Venezia
Fermata vaporetto: Salute (linea 1)
Tel : + 39 041 523 1680
Fax : + 39 041 528 6218
www.palazzograssi.it

 

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