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Gyspy: Imelda Staunton trionfa a Londra col musical di Sondheim

Gyspy: Imelda Staunton trionfa a Londra. Pioggia di critiche positive per lei in Gypsy, in scena a Londra al Savoy Theatre fino a novembre.

Mentre Barbra Streisand dorme Imelda Staunton diventa una perfetta Mama Rose.

Imelda-Staunton-Momma-Rose-in-GypsyQuella di Gypsy è una grande storia di frustrazione e rammarico, di ambizione e fallimento, basata sull’autobiografia di Gypsy Rose Lee, nome d’arte di Rose Louise Hovick, meglio conosciuta come regina dello spogliarello. Vera diva del varietà americano negli anni Trenta e Quaranta.

Gypsy, potremmo dire, è il contraltare di Funny Girl, liberamente ispirato invece alla biografica di Fanny Brice.
Fanny Brice era la bruttina con la voce che voleva essere famosa a tutti i costi, il brutto anatroccolo che diventa cigno in un sogno romantico di amore e successo.

Gypsy-Rose-LeeIn Gypsy invece non c’è alcuna storia d’amore, nessun romanticismo, nessi riscatto: tutto ruota attorno all’ingombrante madre di Gypsy Rose (nel musical Louise), Mama Rose, la cui missione è far sfondare nel mondo dello spettacolo… June, la figlia maggiore. Louise, la minore meno talentuosa e disinteressata al palcoscenico è relegata al ruolo di spalla, fino a quando June decide di andarsene per proseguire la propria carriera lontana dall’ingombrante stage mother. Questa Mama Rose insomma è  una vera e propria Maddalena Cecconi (sì, Anna Magnani in Bellissima).

Una grande storia americana sull’egoismo e la perdita dell’innocenza.

Imelda Staunton conosciuta da noi per Vera Drake (Coppa Volpi a Venezia nel 2004), Harry Potter (nei panni della perfida Dolores Umbridge) e vista di recente nel bellissimo Pride, in Inghilterra ha all’attivo una lunga e fortunata carriera teatrale. Debutta nel 1982 in Guys and Dolls, nel 1987 è Dorothy nell’adattamento teatrale The Wizard of Oz, passa nel 1990 in Into the Woods e dal 2011 al 2012 è l’insidiosa Mrs Lovett in Sweeney Todd al fianco di Michael Ball (entrambi vincitori di un Laurence Olivier Award per la loro performance).

Imelda Staunton as Momma Rose in GypsyA teatro, tra Broadway e Londra, si sono alternate Ethel Merman (la prima Mama Rose nel debutto del 1956), Angela Lansbury (sì, la signora in giallo), Tyne Daly (sì, la mamma del giudice Amy), Bernardette Peters, Patti LuPone (sì, la mamma di Corky – o per i più giovani la vicina di casa religiosa e timorata di Dio delle streghette stronzette di American Horror Story – Coven).

In Italia ci siamo dovuti accontentare di un’edizione dal sapore oratoriale con Loretta Goggi che, poveretta, ha fatto anche fin troppo bene.

Gypsy ha avuto una trasposizione cinematografica del 1962 che al tempo ebbe un discreto successo, ma non che non ha vinto l’usura del tempo ed è finito nel cestone dei dimenticabili assieme a A Little Night Music (con un’imbolsita Liz Taylor), al recentissimo Into the Woods e allo Sweeney Tood di Tim Burton… Tutti di Stephen Sondheim, che al cinema, a parte l’esordio con West Side Story (per il quale scrisse i testi) non ha visto brillare le sue creature.

E poi, nell’infame cestone dei dimenticabili, non dimentichiamo Nine, Rent, Rock of Ages… Insomma, al cinema il musical è un genere più insidioso di quello che potrebbe sembrare.

Protagonista del film del 1962 la povera Rosalind Russell, protagonista anche di quell’altro grande scult che è La signora mia zia (Auntie Mame). Nel ruolo di Luoise, regina dello spogliarello, Natalie Wood.

gypsy, 1962Bette Midler invece è stata Mama Rose nel 1993 in una versione televisiva per la tv inglese, salvabile solo per la sua interpretazione, ottima.

Dopo il farraginoso adattamento cinematografico del ’62 pare (e sono anni che pare) possa essere in arrivo una nuova versione per il grande schermo di e con Barbra Streisand (che già al cinema fu, al suo esordio sul grande schermo, un’indimenticabile Funny Girl). Prima nel ruolo di protagonista, poi produttrice e regista, poi solo nei panni di produttrice e protagonista, poi boh. Barbra is too old, dice qualcuno. La notizia risale 1989. Chi era prevista a suo fianco nei panni di Louise -Gypsy Rose Lee? Madonna.

Non se ne fece nulla (un po’ come quella volta in cui Madonna sembrava poter essere una buona candidata come protagonista di Memorie di una geisha. Poi hanno preso un’attrice cinese per interpretare una giapponese, ma almeno, ammettiamolo, era più facile fare confusione – rimane la curiosità di capire se con la magia di Hollywood avremmo potuto rivivere un momento La mia geisha 2.0 e veder incoronata Madonna come nuova Shirley MacLaine).

Lara-Pulver-Imelda-Staunton-Gypsy-Musical-LondonJule Styne, il compositore, ancora scioccato e inorridito dalla versione del 1962 disse: Gypsy sul grande schermo?, mai più. E nel frattempo Barbra in effetti s’è invecchiata un po’. Però lei, vecchia volpe, s’era ingraziata Arthur Laurents, autore del libretto, convincendolo che lei sarebbe stata un’ottima Mama Rose al cinema proprio perché sopravvissuta a una simile genitrice, così terribile da far sembrare Mama Rosa una Madre Teresa di Calcutta. Dopo una chiacchierata di tre ore insomma Laurents si convinse che Barbra era la persona giusta (ma solo a patto che si fosse tagliata le unghie chilometriche e non avesse diretto la pellicola).

Si parte con la sceneggiatura, Tom Hooper sembrava un buon candidato alla regia. Ma di mezzo ci si mette Stephen Sondheim (autore dei testi) e fa cambiare idea a Laurents che comunque di lì a poco muore. Ma, colpo di scena, prima del trapasso aveva firmato il suo consenso.

Tom Hooper intanto si scoccia e va a dirige I Miserabili, e fa il botto (per così dire).

Procedono intanto le stesure di una possibile scheggiatura, la Streisand in concerto inserisce in scaletta canzoni tratte di Gypsy (Some People e Rose’s Turn) e si lascia scappare il nome di Lady Gaga per il ruolo di Louise.
Dopo l’esibizione di quest’ultima agli Oscar 2015 in un medley sui brani di Tutti assieme appassionatamente -applaudita perfino da Julie Andrews- arriva però lo shade Sondheim: «è stata ridicola!». Sorry Gaga, per te Gypsy finisce qui.

Imelda-Staunton-Momma-Rose-in-GypsyCosa sarà di Gypsy al cinema per ora non ci è dato sapere. Il teatro continua a combattere il carattere effimero della messa in scena con la possibilità di avere una, dieci, cento mille nuove Mama Rose, nel timore di avere un nuovo scult scolpito negli annuari del cinema dimenticabile.

La produzione londinese è ottima è Imelda Staunton si conferma, non che ce ne fosse bisogno, un’attrice di altissimo livello, con un grande carisma e una forza trascinante. Se le precedenti Mama Rose avevano nel divismo delle protagoniste un punto debole, a volte difficile da limare (Bernardette Peters ad esempio, troppo civettuola e volgare – conferme aderente più a sé stessa quindi che al personaggio), con Imelda questo problema non si pone e c’entra in pieno l’obbiettivo. A questo punto che sia lei la miglior candidata per il grande schermo?

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