L’asta di Arte Moderna & Contemporanea di Sotheby’s a Milano (Evening + day) registra il suo record di sempre
con un totale (esclusa IVA) di 19.681.075 EUR / 21.806.631 USD
Si è conclusa con 16.728.400 euro l’asta di questa sera, 20 maggio, da Sotheby’s a Milano dedicata all‘Arte Moderna e Contemporanea. Nel maggio dello scorso anno il totale dell’omologa vendita meneghina (Evening + Day) era stato di 11.706.825 €.
Questa è stata l’ultima vendita svoltasi nelle sale di Palazzo Broggi. Lo ha annunciato Filippo Lotti prima di battere il primo lotto. Dal prossimo luglio, Sotheby’s lascerà via Broggi per trasferirsi a Palazzo Serbelloni.
Se Lucio Fontana doveva essere la star indiscussa della serata, Alberto Burri e Paolo Scheggi gli hanno tenuto testa. Quest’ultimo si è aggiudicato il top price della vendita: la sua “Intersuperficie Curva Bianca” è passata di mano per €1.623.000 milioni (1.798.284 USD) diventando il risultato più alto di sempre per l’artista e superando il record dal febbraio 2015, quando a Londra da Christie’s un’omonima “Intersuperficie Curva Bianca” era stata assegnata per 1.795.562 $.
Tornando a Fontana: dei 18 lotti in catalogo questa sera (il numero 9 è stato ritirato) solo uno è rimasto al palo. Domani, nella day sale, ne andranno all’incanto altri dieci. Per un totale di ben 28 opere. E’ l’unico artista della vendita con una presenza così elevata.
Non a caso l’asta era stata presentata come “un omaggio all’artista milanese, una suggestiva panoramica sulla sua produzione più insolita e rara”.
I tre “tagli” degli anni Sessanta in colori inconsueti e brillanti, hanno tutti trovato un acquirente: il prezzo più alto è stato raggiunto da “Concetto Spaziale, Attese” un solo taglio su fondo fucsia, che lo stesso Lucio titola “che bel colorino“, assegnato per € 819.000. Dedicato all’amico Pierre Lundholm, gallerista svedese che con Fontana collabora a lungo, è stato aggiudicato a un anonimo al telefono.
Gli altri due “Fontana insoliti”, sono stati venduti nelle stime: i tagli su fondo verde sono stati battuti per €795.000, e dai tagli su fondo arancio che hanno trovato proprietario per € 651.000.
Molto bene le ceramiche, con risultati anche molto al di sopra delle stime. Come per il “Crocifisso” del 1948 che partito da 45 mila euro, dopo una serie di rilanci, è stato venduto a un buyer al telefono per €219.000
Come accennavamo sopra, anche Alberto Burri – presente con sette opere- è stato molto conteso. Tre cretti provenienti dalla stessa raccolta hanno visto una gara molto sostenuta.
Un cretto bianco (lotto 15) e un cretto nero (16) di dimensioni molto simili ed eseguiti nello stesso anno, hanno realizzato rispettivamente € 579,000 e € 459,000. Sono stati aggiudicati entrambi allo stesso bidder al telefonoed erano ugualmente stimati 150/200 mila euro.
Dopo una gara molto serrata in sala, “Nero Mi” del 1986 è stato venduto per 495.000 euro ed era stimato 150/200 mila. Stessa stima e aggiudicazione altrettanto alta (435,000 €) anche per “Cellotex P4” del 1984.
Il piccolo “RED LADDER N. 2” di Salvatore Scarpitta (partito da 200 mila) è stato aggiudicato al telefono per 675.000 €, sembra a uno straniero. Tutti venduti i Castellani tranne “SUPERFICIE ARGENTO”, rimasta al palo forse perché rimaneggiata negli anni Settanta, probabilmente per adattarla a una cornice.
Prezzo record per Vincenzo Agnetti che con i 68.750 euro di “CULTURA CANCELLATA DALLA FORMA E TRADITA DAL CONTENUTO” ha superato i 62.000 € di “XIV-XX secolo” battuto nel 2010 in un’asta della milanese Porro & C. Molto bene anche Alighiero Boetti.
Tra i nove invenduti del catalogo un quadro-oggetto di Agostino Bonalumi che era offerto a 180/250 mila euro, una Scatola di Fausto Melotti del ’76, una grande scultura di Pietro Consagra in alabastro e onice.
Tom Wesselmann, l’unico straniero in asta, ha chiuso la serata con l’aggiudicazione di un piccolo (cm 18×25,5) “STUDY FOR BEDROOM PAINTING #29” a 96.600 euro (stima: 60,000 — 80,000 )
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