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L’assenza-essenza dell’arte

Fuori c’è una tempesta. Pioggia, vento, fulmini e saette. L’umore non è dei migliori. Ansia e un po’ d’inquietudine -come accade durante una tipica giornata un po’ inversa o dopo una notte insonne. Esco dalla redazione di Arslife per dirigermi al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano dove è in corso la mostra-performance “The Abramovic Method” (fino al 5 Giugno 2012.) Questa volta parteciperemo attivamente. Non da spettatori. All’ingresso ci fanno firmare una liberatoria e un contratto con la Signora Abramovic. Alla fine della performance, se arriveremo fino in fondo, ci verrà rilasciato una sorta di attestato in cui Marina ci promette di regalarci un’esperienza. Se in cambio le offriremo il nostro tempo. Cosa non da poco, in questa epoca.
Veniamo invitati a indossare un camice bianco, a lasciare tutti i nostri effetti personali in un armadietto (soprattutto i telefonini) e a sederci su delle sedie sdraio. Prende il via una sorta di rito di iniziazione in cui tramite un video, Marina ci spiega il perché di questa performance e ci suggerisce come affrontarla. Dopo la sua esperienza al MoMa, l’artista dice di aver sentito la necessità di coinvolgere il pubblico per far comprendere ad esso il suo stesso lavoro e per far recuperare agli individui il loro rapporto con il corpo, il tempo e lo spazio.
Le sue assistenti -sempre tramite video- cominciano il “rito”. Ci fanno alzare, ci consigliano di respirare profondamente, di strofinare le mani per raccogliere energia da distribuire al nostro corpo. Ci fanno toccare la nuca. Massaggiare le labbra, rilassare la lingua, aprire bene orecchie e naso. Massaggiare i bulbi oculari. Senza paura. I nostri sensi devono estendersi al massimo. Facciamo delle linguacce. Dondoliamo sulle gambe. Ascoltiamo di nuovo il nostro respiro. Tocchiamo il nostro stomaco, la zona lombare. Ci tiriamo dei colpetti sul petto a mani giunte. Sul cuore. Cuori aridi da risvegliare.
Siamo pronti. Ci infiliamo delle cuffie che impediscono di sentire i rumori esterni. Veniamo accompagnati dalle ragazze dello staff del Pac ai nostri posti di combattimento. Scusate, di iniziazione. Per prima cosa mi siedo. Successivamente starò in piedi e poi sdraiata. E qui inizia il bello. 25 minuti a non fare nulla. In un silenzio assordante. E adesso? Inizio a ridacchiare. Successivamente mi scende una lacrima dal viso. Lo sapevo, dato che l’umore non era già dei migliori. Mi rilasso. Mi rilasso sul serio. I primi dieci minuti -credo fossero dieci- il tempo sembra non passare mai. Si dilata, per poi scomparire completamente. Non so più dove sono. Anche perché ci avevano consigliato di tenere chiusi gli occhi. Non sono in grado di pensare. Stranamente. Ho del tempo per riflettere ma senza nessun rumore o stimolo quasi non sono capace di mettere insieme un pensiero di senso compiuto. Mi spavento, ma sento che sto iniziando a rilassarmi sul serio. Sarà per i minerali appesi alla sedia di legno.. Non so. Ma ecco arrivare il pensiero della morte. Ora mi è chiaro. E’ proprio vero che vivendo in questi tempi moderni si fa di tutto per non fermarsi a riflettere. Parola d’ordine: distrazione. Perché i valori sono andati a quel paese e Dio si è suicidato da un pezzo. Quindi? Meglio non soffermarsi sul senso della vita. Diventeremmo tutti pazzi. Ad ogni modo prendo atto del fatto che dovrò morire. Che un giorno non ci sarò più. Anche se ci avevo già pensato. Lo so. Ci penso. Non spesso, ma come tutti del resto.
E’ il panico. Iniziano i soliloqui in stile Ulisse di Joyce. Tempo scaduto. Una mano mi tocca e mi fa capire che devo alzarmi. Lentamente. Ci avevano avvisato che ci avrebbero fatto capire di spostarci con quel tocco. Sono sconvolta. Vado sotto la struttura di rame con un magnete appeso sopra. Sono irrequieta. Mi sgranchisco. Sono un po’ nervosa. Mi sale una sorta di rabbia recondita. Devo reagire. Forse al pensiero della morte. Intanto da fuori ci osservano. C’è chi è entrato soltanto per vedere la mostra, e cioè noi.
L’opera d’arte sono io.
Sento una forte energia. Il tempo vola e una mano mi tocca di nuovo. E’ la volta del letto di legno con sotto altri minerali. Una delle partecipanti si è addormentata davvero. Non riescono a svegliarla. Sembra morta. Poi apre gli occhi. Mi sdraio. Ecco, ora sì. Mi rigenero, rinasco. Finalmente riesco a pensare. Chi sono. Cosa voglio dalla vita. Cosa mi fa stare veramente bene. Lo capisco. Mi sento maturata, invecchiata di qualche anno in un paio d’ore. Ma più forte. Ed ecco che torna la mano. Mi alzo. Torno a sedermi sulla sedia sdraio e lascio scritte a Marina queste mie sensazioni. Se le piaceranno verranno usate per il catalogo. Mi danno il mio attestato firmato di suo pugno. “I, the artist Marina Abramovic, creator of the Abramovic Method, wuold like to thank you, for your active participation in this work. I appreciate your trust and commitment without which this work would not be complete.”
Mi rendo conto di non avere più l’ansia. Ogni angoscia sparita. E non ho pensato a fumare neanche una volta durante la performance.
Esco. Ci metto un attimo a connettere. Mi accendo una sigaretta -ovviamente. Vado al bar e ordino una birra mentre inizio ad appuntare la bozza per l’articolo. E la bellezza dell’arte? Neanche l’ombra. E la presenza di Marina? Non pervenuta. Almeno ho il suo “autografo”..
Credo di aver capito che potrei iscrivermi a Joga come metodo contro l’ansia. Lo psicanalista questa settimana lo rimando. Marina mi ha offerto una seduta gratis.

SCHEDA TECNICA:
“The Abramovic method”
Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14, Milano
a cura di Diego Sileo e Eugenio Viola
Orari mostra: lunedì, ore 14.30-19.30. Da martedì a domenica, ore 9.30-19.30. Giovedì ore 9.30-22.30.
Orari performance: 21, 22 e 24 marzo ore 10-12.30-15-17.30. 23 marzo ore 10-12.30-15-17.30-20. Dal 25 marzo: lunedì ore 15-17.30. Da martedì alla domenica: ore 10-12.30-15-17.30. Giovedì: ore 10-12.30-15-17.30-20.
Biglietto unico performance + mostra con Marina Abramovic il 21, 22, 23, 34 marzo: 30 euro + prevendita 3 euro. Dal 25 marzo: 12 euro.
Biglietto mostra: 8 euro intero, 6 euro ridotto
Twitter @AbramovicMethod #abramovicmethod
Facebook https://www.facebook.com/pacmilano
Vimeo http://vimeo.com/abramovicmethod
Info e prenotazioni: www.theabramovicmethod.it
www.ticket.it/abramovic – tel. 02 54915

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