Si è concluso da una decina di giorni il festival Teatro sull’acqua, incontri di teatro e parola ad Arona (5/13 settembre 2015). In questa occasione abbiamo intervistato la scrittrice Dacia Maraini, direttore artistico dell’iniziativa
Che cos’è la libertà per lei?
Ci sono tante libertà, quella di pensiero e di parola, la libertà dalla pena di morte, la libertà di sposare chi si vuole. Ci sono le libertà più sociali. La libertà di parola è messa in discussione nella società del consumismo, la nostra è la dittatura del consumismo, però c’è la libertà di mangiare quello che si vuole. In Italia molte libertà esistono, non è come sotto il fascismo ma ci sono anche molte limitazioni. C’è una dittatura più sottile che è quella del consumo. Nel nostro paese ci sarà libertà finché ci sarà il libero pensiero, un parlamento, una costituzione, e giornali di varie tendenze.
Gli intellettuali italiani sembrano assenti di fronte alla grande sciagura di queste enormi migrazioni?
Il mondo cambia sempre, dopo la seconda guerra mondiale 20 milioni di italiani sono emigrati, il movimento dei popoli è sempre esistito in tutto il mondo In America ci sono centinaia di popoli. Bisogna organizzarci, e affrontare il problema in maniera razionale. Le guerre causano migrazione. Non c’è una voce unica da parte degli Stati, è necessario il buon senso. Quando c’è un popolo che migra non c’è niente che possa fermarlo. Bisogna cambiare il mondo, che non ci siano guerre come in Siria, quali sono gli interessi che le portano avanti, forse interessi politici ed economici? L’Onu dovrebbe discutere cosa fare seriamente. Bisogna eliminare la causa, tutto il mondo è coinvolto. La risposta dei politici è stata molto mediocre, anzi non c’è stata, quali sono i progetti concreti mondiali? Bisogna pacificare le nazioni in guerra, fare qualcosa. Bisogna tutti fare qualcosa.
Cosa pensa di Papa Bergoglio?
Papa Francesco ha un coraggio straordinario, sta andando contro alcune potenze interne alla chiesa. Già aver detto che tutte le parrocchie devono ospitare un migrante è straordinario. Ha fatto pulizia nelle banche del Vaticano, è un rivoluzionario, segue il Vangelo.
Cosa pensa dell’immagine del bimbo trovato morto sulla spiaggia di Bodrum?
È una realtà drammatica, un bambino piccolo indifeso, vestito come i nostri figli e nipoti con le scarpine, abbandonato come un cane sulla spiaggia. Queste situazioni non dovrebbero esistere neanche nell’immaginario.
Che cos’è il Festival Teatro sull’acqua?
È una mia idea. Avevo fatto uno spettacolo sul lago di Villa Borghese a Roma. Il rapporto tra terra e lago è incredibile.
Luca Petruzzelli (presidente dell’Associazione che organizza il festival) mi ha chiamato ad aiutarlo, mi sono innamorata di Arona e del Lago Maggiore. Anche quest’anno è andato molto bene.
Che senso ha realizzare una manifestazione culturale in tempi come questi?
Moltissimo è l’unica cosa da fare, l’Italia si è impoverita bisogna partire dalla cultura per rendere più consapevoli le persone, la cultura è alla base di tutto, è un fatto civile e anche economico.
Cosa si considera: scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga o sceneggiatrice?
Sono una raccontatrice di storie.