Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, ha confermato il nuovo mandato alla presidenza della Biennale di Venezia per altri quattro anni Paolo Baratta, che a fine anno avrebbe dovuto chiudere la sua esperienza veneziana dopo due mandati consecutivi iniziati nel 2008. Si vociferava su questa notizia già da diverso tempo. Ma ora Franceschini ha avviato la procedura che prevede il parere obbligatorio delle commissioni Cultura di Camera e Senato.
Ecco il commento del ministro: “Ho fatto la proposta formale di riconferma di Baratta e l’ho già inviata alle commissioni parlamentari. Del resto Baratta ha fatto un lavoro straordinario in questi anni e quindi mi pare giusto che ci sia una riconferma”
La 56^ Biennale di Venezia, aperta al pubblico quasi 7 mesi, si è chiusa lo scorso 22 novembre con 501.502 visitatori (contro i 475mila del 2013). A questi vanno sommati i 24.065 presenti durante la vernice. Vi riportiamo la dichiarazione del presidente Paolo Baratta in merito a questo successo di pubblico: «Se il numero dei visitatori ha raggiunto un traguardo “significativo” (furono 196mila nel 1999) per la storia della Biennale, teniamo sempre a ribadire che questo non è che uno dei dati che utilizziamo per misurare il valore e l’efficacia del nostro lavoro. Per farlo più compiutamente, infatti, dovremmo rendicontare non solo il numero dei giornalisti, dei critici, dei giovani delle scuole, dei visitatori qualificati nel campo dell’arte, ma anche l’intensità della loro visita, lo scambio di conoscenze e l’arricchimento che le opere di tanti artisti, raccolte e composte dal curatore, hanno indotto in quanti sono venuti in tutti questi mesi. Così si misura la ricchezza prodotta dalla Biennale. Lo straordinario impegno profuso nei padiglioni dei paesi partecipanti, nonché nei numerosi eventi collaterali, che hanno contribuito a diffondere il fenomeno della Biennale in tutta la città, è meritevole del massimo apprezzamento. Così come lo è l’impegno e l’alta professionalità di tanti, davvero tanti, che all’interno della Biennale e intorno a essa, insieme a Okwui Enwezor e ai suoi collaboratori, hanno contribuito alla “grande impresa”»