Il Simbolismo sbarca a Milano il 3 febbraio: Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra. La mostra vedrà arrivare nelle sale di Palazzo Reale di Milano circa 150 opere provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee.
Tra le opere concesse in prestito si annovera anche il polittico di Giulio Aristide Sartorio, Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte – IN FOTO – conservate presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma.
Il prestito dell’opera, concesso da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è stato occasione di un finanziamento da parte dei produttori della mostra del restauro della cornice del polittico, che presentava difetti di adesione, mancanze di segmenti decorativi al di sotto dei quali è visibile lo strato sottostante di colore rosso-bruno, nonché sollevamenti e distacchi parziali e localizzati di alcuni elementi decorativi in legno quali, ad esempio, i capitelli delle colonnine poste lungo il basamento e le cornici lignee interne collocate lungo i bordi della pellicola pittorica del quadrante sinistro.
Il restauro è stato eseguito presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, così da evitare ulteriori trasferimenti del polittico, e ha visto il consolidamento e l’incollaggio di alcuni elementi decorativi, la verifica dell’adesione di ogni singolo elemento decorativo dorato e dei sollevamenti diffusi su tutta la superficie dorata, una pulitura superficiale e la reintegrazione cromatica ad acquarello e colori a vernice per accompagnare cromaticamente la superficie dorata.
Si tratta di un’importante operazione che dimostra come le mostre temporanee, oltre a valorizzare le opere, possano essere anche l’occasione per una partecipazione attiva alla conservazione del patrimonio artistico italiano grazie ai finanziamenti che da esse ne derivano.
Il polittico Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte di Giulio Aristide Sartorio sarà esposto in mostra a Palazzo Reale dal 3 febbraio al 5 giugno 2016 nella sezione Luce e tenebre: la scelta tra bene e male.
L’opera
Il polittico Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte di Giulio Aristide si ispira all’omonimo episodio del Vangelo di Matteo. Fu commissionato nel 1890 per le nozze del nobile romano Gegé Primoli, amico dell’artista, ma per incomprensioni economiche il conte decise nel 1894 di non ritirare il dipinto anche a causa del fallimento del matrimonio. Nell’attività di Sartorio l’opera segna l’adesione alle tendenze preraffaellite, conosciute tramite l’amico D’Annunzio e le mostre romane del 1890 e 1892 organizzate dall’associazione “In Arte Libertas” di Nino Costa. Il riferimento allo stile gotico è evidente nell’uso della tavola, nella scelta del trittico e nella cornice intarsiata e dorata di Berardi.
Le citazioni sono molteplici: da Pisanello sono derivate le aureole a rilievo e da Ghiberti l’iconografia della Porta del Paradiso nel Battistero di Firenze. I tre scomparti del polittico sono poi funzionali alla divisione tra la parte centrale riferita alla beatitudine e al trionfo dello spirito e quelle laterali legate alla mondanità. Evidente è il simbolismo nel motivo della porta aperta e della luce “superiore” che da essa proviene, elemento che spingeva Sartorio ad introdurre nella stesura pittorica particelle di vetro per accentuare alcuni particolari come le ali degli angeli.
Ancora il simbolo ricorre nelle vesti femminili e nel motivo dei pini (alberi senza frutto) ai lati e degli olivi (alberi con frutto) al centro. Le foto scattate da Primoli per le dame raffigurate – nobildonne romane – furono prese in considerazione da Sartorio che della fotografia si serviva in questo periodo per l’esecuzione dei suoi dipinti. L’opera è considerata cardine dell’attività in quanto segna il passaggio al simbolismo.