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“Jo”, di Cameron Jamie – live soundtrack Keiji Haino

Marted’ 17 Novembre, presso il Teatro dal Verme di Milano, si è svolto un evento incredibile. Cameron Jamie, artista americano decisamente schivo (tanto da non essere presente neanche all’evento), ha presentato il suo ultimo film intitolato “Jo”. Prima di entrare a Teatro è stato vivamente sconsigliato di sedersi nelle prime dieci file. Ed ecco finalmente spiegato l’arcano. La performance e la videoproiezione erano “musicate” dall’artista giapponese Keiji Haino, uno dei massimi esponenti della scena rock sperimentale giapponese. Il signor Haino ha esordito con suoni gutturali, gorgheggi e versi. Prima lievi, poi sparati ai massimi volumi da quattro grandi amplificatori. Dietro le spalle di Keiji, nel frattempo, è iniziata la proiezione del film di Cameron. Il documentario era diviso in due parti, ma con un denominatore comune: l’indipendenza. Quella francese, nel primo filmato, rappresentata da Giovanna D’Arco e quella Americana, nel secondo, rappresentata però dalla festa del 4 Luglio che si svolge ogni anno a Coney Island e che consiste in una gara a chi mangia più hot-dog. La provocazione è ben chiara. Fino a qui tutto bene, penserete voi. Il problema è che durante tutta la durata del film (un’ora soltanto, ma che è apparsa infinita), il grandissimo Haino ha continuato ininterrottamente ad urlare come un pazzo, producendo suoni quasi disumani degni dei peggiori cantanti death metal, suonando una chitarra elettrica a volumi a dir poco spropositati. Tenersi le orecchie tappate era rigorosamente d’obbligo. Dissonanze, sonorità nettamente noise, distorsioni, il tutto accompagnato da immagini da volta stomaco che, non a caso, hanno contribuito a far uscire dal teatro alcune persone forse troppo sensibili. Arte? Ebbene sì. Se l’intenzione era colpire duro allo stomaco, i due artisti sono riusciti pienamente ad ottenere l’effetto sperato. Immagini di denuncia, specchio di una società ormai decadente, piena di falsi miti e falsi ideali, dove un’importante celebrazione, come quella dell’indipendenza americana, è finita per diventare una festa consumistica e all’insegna dell’ingordigia. Il sistema è malato e ha all’interno delle falle ormai impossibili da riparare. Cameron Jamie e Keiji Haino sono riusciti a rendere benissimo l’idea, anche se la performance era decisamente borderline, al limite del confine con la follia. Eppure molti, tra cui la sottoscritta, hanno avuto il coraggio di applaudire e di gridare: “Bis!”, una volta concluso lo spettacolo. Ma non preoccupatevi, abbiamo già preso appuntamento da un bravo psicanalista.

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