Milano e New York raccontate dallo zoom di fotografi d’autore. Grattacieli, parchi, quartieri e momenti di vita in 24 scatti che legano artisticamente le due città. “Mi chiama NY” è questo il nome della mostra che si potrà visitare gratuitamente durante il Fuorisalone 2016 di Milano, dal 12 al 17 aprile. Una collettiva fotografica che per l’occasione sarà ospitata da un location suggestiva: lo storico Nibbio. L’antico “Barcun” dei Navigli recentemente recuperato grazie al sostegno di SisalPay, il brand del Gruppo Sisal per i servizi di pagamento, è ora un luogo simbolo di intrattenimento, svago e dibattiti culturali della Nuova Darsena.
Il 2016 è l’anno del gemellaggio turistico tra Milano e New York e la mostra, curata dal geologo Matteo Garzonio, racconta lo storico rapporto che lega le due metropoli, entrambe importanti centri di business, creatività e innovazione. Le fotografie esposte indagano similitudini e parallelismi, affrontando le tematiche dell’architettura, design, musica e sport.
Otto pannelli (180×80) ospitano le immagini dagli anni Sessanta ai giorni nostri, di autori emergenti ed affermati, tra i quali spicca il nome di Angelo Mereu, che portano ad una riflessione sui grandi mutamenti e le contraddizioni che hanno cambiato il volto delle due città dal punto di vista urbanistico, sociale ed economico. La mostra sottolinea anche il ruolo fondamentale svolto dalla fotografia nella narrazione culturale contemporanea e, per la varietà degli approcci e degli stili, oltre che dei formati e delle presentazioni, costituisce anche una concreta opportunità di raggiungere un pubblico diversificato e trasversale.
La mostra “Mi chiama NY” rientra nelle molteplici attività che SisalPay ha organizzato durante il Salone del Mobile per promuovere il legame che unisce Milano con New York. Infatti, oltre a creare un ponte culturale e artistico con la collettiva fotografica, il brand per i servizi di pagamento, ha valorizzato il gemellaggio tra le due città prima trasformando la storica chiatta, attraccata nella Nuova Darsena, in un bar in stile newyorkese, poi posizionando in via Tortona una Times Square Station con un’affascinante riproduzione della Statua della Libertà.