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Riaperto il Museo Archeologico di Reggio Calabria. Le immagini dei Bronzi

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Dopo una decina d’anni, è tornato interamente visitabile il Museo Archeologico di Reggio Calabria, la dimora dei Bronzi di Riace. Il lungo restauro ha donato nuova visibilità e maggior fruibilità al museo, celebre per le due statue emerse dal mare nel 1972, ma non solo per i due guerrieri: la collezione permanente è ricca di  reperti che vanno dal paleolitico all’età della Magna Grecia e romana. L’inaugurazione si è svolta sabato scorso, 30 aprile, alla presenza del premier Matteo Renzi e del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

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Il nuovo allestimento museale si articola su quattro livelli di esposizione permanente. La struttura del nuovo MaRC, di quasi 11mila metri quadri,  è un buon esempio di innovazione tecnologica. Il direttore Carmelo Malacrino lo ha definito «…un museo efficiente, accogliente, sicuro che conquista i suoi visitatori, accompagnandoli nell’affascinante storia dell’antichità calabrese, sviluppata dal Paleolitico alla tarda età romana lungo un percorso che si conclude con la grande sala in cui si possono ammirare i Bronzi di Riace e i Bronzi di Porticello».

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Le due famose statue erano già “tornate a casa” nel dicembre 2013, mentre i restauri del museo erano ancora in corso. Il progetto, che ha visto l’ampliamento e la realizzazione di nuovi allestimenti, era stato inserito nel programma per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità di Italia. La progettazione architettonica, firmata dallo studio ABDR,  ha seguito l’esigenza di mettere a norma antisismica l’edificio progettato dall’architetto Marcello Piacentini negli anni Trenta. Ma con l’intento anche di rivedere la distribuzione interna, ampliando e riorganizzando i percorsi di visita, ammodernandoli.

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Bronzi di Riace, che sono  esposti in una speciale sala climatizzata “anti-corrosione”, ovviamente continuano a essere il richiamo più forte. Sono diventati uno dei simboli della città di Reggio Calabria e dell’Italia, tanto che il critico Vittorio Sgarbi ha cercato di portarli a Milano per Expo 2015 (ma senza successo).  Quando i Bronzi furono ritrovati sul fondo del mar Ionio, nei pressi del comune di Riace Marina da un appassionato subacqueo durante un’immersione a circa 200 m dalla costa ed alla profondità di 8 m, erano in eccezionale stato di conservazione.

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 Le ipotesi sulla provenienza, sulla datazione e sugli autori delle statue sono diverse. Risolagono probabilmente alla metà del V sec. a.C. Si è supposto che  fossero stati gettati in mare durante una burrasca per alleggerire la nave che li trasportava o che l’imbarcazione stessa fosse affondata con le statue. Un primo restauro avvenne negli anni 1975-80 a Firenze, dove, oltre alla pulizia e alla conservazione delle superfici esterne, si cominciò a svuotarne l’interno dalla terra di fusione originaria. La rimozione della terra di fusione fu conclusa a Reggio negli anni 1992-1995.

Le teste di Porticello (Testa del Filosofo e testa di Basilea, Bronzi)

 

 

Il Kouros di Reggio Calabria

 

La rinascita del museo offre «un’opportunità di crescita sociale, civile ed economica di questo territorio e più in generale del Meridione che è doveroso cogliere costruendo un percorso virtuoso di sviluppo incentrato sul turismo culturale, rispettoso del contesto e capace di portare ricchezza» il commento di Franceschini in occasione dell’inaugurazione.

 

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