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Milano: Street Art in NOLO. North of Loreto. Intervista a Christian Gancitano

Tomoko Nagao 2c via Padova Tomoko Nagao 2c via Padova
Raptuz 2c via Pontano
Raptuz 2c via Pontano

Da qualche mese, è sulla bocca di tutti i milanesi il nome di ‘NoLo’, sigla che indica l’area metropolitana a Nord di Loreto e identifica il fenomeno di rinnovamento sociale e urbano che la sta caratterizzando. Grazie alla nascita delle pagine Facebook Yolo in NoLo e NoLo Social district, sono stati convenzionalmente definiti i confini geografici del nuovo quartiere, ora rintracciabili persino su Google Maps: un triangolo che si estende verso nordest, partendo da Piazzale Loreto, limitato da un lato da via Leoncavallo e dall’altro da viale Monza.

Non solo il nome, ma anche i processi che stanno investendo l’area, ricordano SoHo e NoHo, i distretti del Greenwich Village di New York, celeberrimo fulcro della gentrification. Sono visibili infatti quelli che potrebbero essere i primi sintomi del fenomeno della gentrificazione, per via del recente insediamento della ‘classe creativa’ di architetti, designer, artisti e studenti attirati dal basso prezzo degli affitti dovuto al cattivo nome della zona. Infatti, l’immagine della zona limitrofa a via Padova, è da molti anni associata a microcriminalità, degrado e ghettizzazione delle diverse etnie di immigrati che la popolano.

Pao e TvBoy 2c via Marco Aurelio 35
Pao e TvBoy 2c via Marco Aurelio 35

Parte di questo rinnovamento, fatto di gallerie d’arte, spazi di coworking e location hipster, è il massiccio intervento degli street artist che sta ricolorando le vie del quartiere.

A moderare le operazioni artistiche c’è Christian Gancitano, classe 1972, curatore artistico e creativo di strategie ed eventi di comunicazione attraverso l’arte. È direttore di Comunicarearte Atelier Spazio Xpò, cura il blog nipposuggestioni.blogspost.com in cui  unisce ricerca e attività artistiche sul japan pop e ha alle spalle così tante esperienze che mi ha chiesto, prima di rispondermi riguardo al suo cursus honorum: “ma hai tanto tempo?”

“Quello che io porto avanti è l’utilizzo della street art come elemento di urban decor, di riqualificazione del territorio e di coesione sociale e della pop art in quanto è comprensibile a tutti. Grazie al loro linguaggio chiaro e impattante possono diffondere messaggi, anche semplici, con icone in cui tutti si possono identificare.”

Muove i primi passi nel fervente ambiente del DAMS, fatto di laboratori artistici creativi, più legato alle sperimentazioni costruttive che all’antagonismo politico che caratterizzava il periodo. Esordisce a Milano nel mondo della pubblicità e della comunicazione, prendendo subito la strada della ricerca creativa unendo il linguaggio della comunicazione impresa a quello dell’arte. Dal 2005 al 2009, con l’agenzia Egg eventi, dirige il programma di comunicazione attraverso l’arte per grandi aziende internazionali, guadagnando importanti riconoscimenti. In parallelo, dal 1999, conduce ricerche e attività artistiche attraverso l’associazione Xpò, luogo natale delle prime mostre di street art italiana e del teatro sensoriale, oggi più diffuso e conosciuto. Nel 2004, grazie ad un viaggio in Giappone in cui viene ospitato dall’Ente Nazionale del Teatro Kabuki, ha la possibilità di vivere dall’interno la cultura giapponese e se ne innamora perdutamente, sviluppando teorie legate all’arte pop  e cominciando una collaborazione tutt’ora viva e ricca con l’artista Tomoko Nagao, una tra le principali mani che stanno colorando i muri di via Padova.

Quali progetti artistici sono stati realizzati nei dintorni di via Padova?

Il dedalo di vie che si intreccia alle spalle di via Padova si sta trasformando in una galleria all’aperto tra le più importanti di Milano. La zona, valorizzata dal neonato trend NoLo, è sempre stata conosciuta purtroppo per le guerre tra gang e per la malavita. Poiché una certa politica, per convenienza, “surfa” sul degrado e sulla mancanza di positività, volevo che si cominciasse a vedere questa zona sotto un’altra luce attraverso l’arte pubblica e street. Per la realizzazione dei progetti d’arte ho collaborato con artisti importanti che vengono dal mondo della street art e dell’arte pop come  Tomoko Nagao, Bros, Pao, Tvboy, Cristian Sonda, ma anche con artisti come Giuseppe Veneziano e Vanni Cuoghi. Essi comprendono sia il messaggio “social” che l’aspetto positivo della “street art – fine art” come veicolo di aggregazione sociale, visibile a tutti, un linguaggio chiaro, contemporaneo e immediatamente comprensibile che gli artisti presidiano.

In collaborazione con il Comitato autonomo Crespi, di cui sono stato tra i fondatori in qualità di abitante – poiché i quartieri rinascono se chi li popola scende in strada e agisce per essi – ho curato l’iniziativa GEOTAG, un piccolo festival di arte urbana con giornate ideali in cui sono confluite più di 20 etnie dal mondo nelle strade di quartiere, portando cibo e partecipando alla realizzazione di opere di street art.

Veneziano e Cirillo per GEOTAG
Veneziano e Cirillo per GEOTAG

È un concetto semplice: se un muro è più bello non viene più percepito dagli abitanti come orinatoio da riempire di tag. Ad esempio, in via Crespi 10, in quello che è conosciuto come il condominio del degrado, l’opera realizzata sul muro stata mantenuta intonsa perché è apprezzata e rispettata. Sono sicuro che, al contrario, una delle opere realizzate da Bros nelle vicinanze che è stata invece cancellata, verrà sostituita nuovamente da un muro pasticciato. Sulla facciata di un’officina, Bros ha realizzato un’opera con i colori che, secondo la teoria della Gestalt, creano benessere; all’inizio il proprietario non ne voleva sapere, ora ne è gelosissimo.  Lungo il muro del Liceo Caravaggio, Tomoko, Pao e Mr. Wany hanno realizzato il progetto “Tutto il mondo sulle mura” ed è un risultato molto importante, come nel caso del muro fuori da Parco Trotter che fino poco tempo fa era così danneggiato che diceva “benvenuti a degradopoli”, Pao ha realizzato con varie associazioni 15 metri di murales che si intitola “Il mondo è la mia casa”. Questi pezzi, dal messaggio propositivo, hanno un alto valore culturale.

Cosa ne pensi del fenomeno NoLo?

A seguito di questi primi progetti di riattivazione sociale tramite l’arte, i media hanno cominciato a parlare diversamente di via Padova e NoLo, in quanto operazione di marketing territoriale, è utile per supportare questa nuova visione del quartiere. È evidente che porti con sé l’ inizio di un percorso di gentrificazione, ma esso non si può arrestare perché è l’anima delle grandi metropoli e di Milano stessa. Via della Spiga e le vie che oggi sono denominate Quadrilatero della Moda erano abitate dalla manovalanza del Mercato del Verziere prima di essere gentrificate e lo stesso vale per i Navigli. Questi sono fenomeni che vanno cavalcati nel modo giusto, ovvero senza approfittare delle spaccature sociali, bensì sfruttandole a favore della rivitalizzazione sociale e culturale. Tutto dipende dall’approccio, se è creativo e culturale, nel pieno rispetto delle diverse culture stratificate dei migranti di varie nazionalità e generazioni, il tessuto sociale diventa una grande risorsa perché apporta ricchezza e la diversità è un punto di forza. Il dibattito NoLo si – NoLo no è un cortocircuito inutile perché le forze propositive vanno unite e messe a network.

Tomoko Nagao 2c via Padova
Tomoko Nagao, per -tutto il mondo sulle mura del liceo- muro del liceo artistico Caravaggio, via Padova

Comitati, gruppi, collaborazioni pubbliche e private orbitano attorno al rinnovamento di via Padova. Quanto è importante un network per unire tutte le forze agenti sul territorio per creare riattivazione sociale?

La mia vision è proprio questa. È fondamentale creare un network che sia spazio di incontro e collaborazione tra risorse creative, politiche culturali, cittadini e stakeholders privati e pubblici. È necessario mettere tutte le risorse in rete per non disperdere le energie creative poiché altrimenti non possiamo avere miglioramenti strutturali ma solo iniziative che non hanno la potenza per crescere e andare avanti. Grazie ai network di forze e idee si crea una vera onda d’urto per un cambiamento di qualità, che vada oltre a eventi ed esempi one shot.

Con GEOTAG abbiamo fatto collimare persone di diverse provenienze e strati sociali e culturali, dal direttore creativo all’operaio alla signora pensionata, creando esempi virtuosi e riconosciuti di riattivazione sociale attraverso l’arte, che hanno lasciato il segno. Un’altra splendida iniziativa è stata realizzata all’interno del cortile dell’asilo nido comunale di Via Padova 25, in cui Bros e Tomoko Nagao hanno creato due opere site specific vivacizzando i muri grigi, per la gioia dei più grandi e dei più piccoli.

Avete progetti per il futuro?

Speriamo nasca un progetto legato al ponte della ferrovia come coronamento del percorso iniziato con i murales di Tomoko Nagao in via Termopili, all’affissione di Veneziano,ai lavori di Bros tra via Crespi e via Giacosa, di Pao e Tv Boy in via Marco Aurelio. Il “tunnel degli orrori” che è il sottopasso in zona piazzetta Mosso, simbolo solo di degrado strutturale e brutti odori, divide via Padova in prima e dopo. Una situazione del genere in una città metropolitana è una deformazione contro la creazione di una liaison verso la città che si espande, perché è impensabile ritenere ancora via Padova una periferia urbana.

Il sottopasso potrebbe diventare una galleria d’arte all’aperto, data anche la conformazione e l’architettura che è conforme al nostro approccio site specific, poiché noi lavoriamo considerando il luogo e la struttura dove interveniamo e chi ci abita. Mi da grande soddisfazione vedere i ragazzi del quartiere, che sono il presente non solo il futuro del territorio, farsi i selfie davanti ai murales.  Amo creare quel corto circuito che implica il far uscire gli artisti dalla galleria e metterli a confronto coi muri, al contrario di come avviene di solito, ovvero il chiudere gli street artist nelle gallerie.

Artisti Vari via Padova 52c ingresso Parco Trotter
Pao, Tomoko, Mr.Wany, Bros in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Caravaggio, per tutto il mondo sulle mura del liceo, Via Padova ang. via Prinetti

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