Tra tutte le importanti vestigia della Roma Antica, quelle che forse più di tutte sono in grado di far capire il potere e la sforzo dell’Impero, si trovano sul colle Palatino. Roma infatti, come racconta la leggenda, fu fondata sui sette colli e fra tutti, quello più sacro, fu proprio il Palatino, perché scelto dallo stesso Romolo, come punto di partenza per la creazione della città, che sarebbe poi diventata il centro del mondo. Ed effettivamente, proprio sulla sua sommità, sono stati scoperti alcuni fori per pali di capanne, ricavati nella pietra tufacea, che indicano l’esistenza di un villaggio datato proprio all’VIII secolo a.C.
In epoca repubblicana il colle fu abitato da ricchi patrizi, che qui costruirono sontuose domus, ma fu Ottaviano Augusto a decidere che il Palatino sarebbe diventato la sede vera e propria del Palazzo Imperiale. La sua residenza, interamente affrescata, si trova esattamente a ridosso dell’antico villaggio di capanne, sulla cima del colle, proprio in mezzo a un’importante area di culto con i templi di Apollo, della dea Vittoria e della Magna Mater ed era collegata anche all’altra ricca residenza, quella della moglie Livia Drusilla. Dopo di lui, i suoi successori – da Tiberio fino a Nerone – si adoperarono ad impreziosire e ingrandire questo nucleo originario, spingendosi fino alle pendici del colle che si affacciava sul sottostante Foro Romano. Ma la dinastia che diede il via alla costruzione del palazzo più sontuoso di tutti fu quella Flavia, soprattutto con l’imperatore Domiziano. Fu così che il palazzo imperiale diventò talmente grande e imponente da occupare l’intera superficie del colle.
La residenza era divisa in differenti settori: uno riservato al divertimento e al relax, in cui si trovavano le terme e il cosiddetto Stadio; uno privato detto Domus Augustana – la Casa dell’Augusto – dove si trovavano gli appartamenti imperiali organizzati in stanze, cortili e terrazze; ed infine la parte pubblica detta Domus Flavia, aperta ai cittadini e agli stranieri, dove si trovava anche la grande sala del trono. Questa residenza rimase sostanzialmente immutata fino ai Severi, quando l’imperatore Settimio Severo fece aggiungere un’altra sezione composta dal Septizodium, un singolare prospetto architettonico a più piani, ricco di colonne, nicchie e statue, animato da giochi d’acqua, posto proprio accanto alla nuova Domus che si affacciava sul Circo Massimo.
Lo sfarzo della corte imperiale non si misurava solo con l’estensione della residenza, ma anche e soprattutto con la ricchezza delle decorazioni: marmi colorati che rivestivano pareti e pavimenti, affreschi eleganti all’interno delle sale, stucchi che ritraevano motivi decorativi originali e fantasiosi ma anche e soprattutto statue, gruppi scultorei, busti e opere d’arte disseminate in tutto l’edificio. Non è difficile immaginare l’imperatore passeggiare nei cortili arricchiti da delicate fontane e vivaci giochi d’acqua, oppure presiedere ai consigli nella sala del trono o nella basilica, o ancora organizzare ricchi banchetti nei triclini o nella Cenatio Iovis, la sala da pranzo imperiale completamente riscaldata ed ottima nella stagione invernale.
Tutta questa ricchezza e imponenza, fatta di atri, scale, peristili, saloni, portici, terrazze e fontane impressionava molto anche gli stessi antichi: “era una delle cose più belle del mondo. Un’alta mole colossale composta quasi da sette monti posti uno sull’altro fino a toccare il cielo”. Così per esempio descrive la residenza il poeta Marziale nel I secolo d.C.
All’inizio del IV secolo però gli imperatori cominciarono a disertare il Palatino e l’abbandono fu definitivo con Costantino, l’imperatore che trasferì di fatto la capitale da Roma a Bisanzio. E da qui il lento oblio, che fu poi definitivo a partire dal V secolo con la caduta di Roma. Ma se noi oggi usiamo proprio la parola “palazzo” per indicare “un edificio di grandi proporzioni, di pregio architettonico, adibito ad abitazione di re, principi o famiglie nobili, e oggi anche sede di organi di governo, di uffici pubblici, di istituzioni culturali ecc.”, è proprio grazie agli antichi romani perché la parola è da riferirsi proprio al termine latino palatium, Palatino appunto!
Approfondimento a cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale, che organizza visite guidate e passeggiate per andare alla scoperta di Roma con archeologi e guide turistiche abilitate della Provincia.