Il futuro della filatelia nazionale intesa non solo come passione, ma anche come “investimento alternativo”, e della sua raccolta più popolare, quella della Repubblica italiana, passa anche attraverso le strategie a venire dell’amministrazione postale che da un lato è ben conscia dell’ancora alto reddito che proviene dalla vendita delle novità, prodotte a costi irrisori, mentre dall’altro si ostina tenacemente a trascurare la crisi sempre più evidente che il francobollo contemporaneo sta vivendo, forse con la speranza che la “festa” possa durare all’infinito. Ma non sarà così, anche in vista della privatizzazione del servizio postale. La stasi delle quotazioni delle novità è ormai evidente da anni e non può essere diversamente. Una tiratura in genere di oltre tre milioni di esemplari per ciascun francobollo commemorativo e un’assoluta (o quasi) mancanza di distribuzione dello stesso per usi postali (basta verificare la loro disponibilità presso qualsiasi rivenditore che preferisce fornirsi delle orribili “P” prioritarie che contribuiscono a far disamorare i potenziali appassionati) fanno presagire che la totalità o quasi delle novità rimarrà in sovrabbondanza al numero dei collezionisti e saranno per decenni trattate sotto il loro facciale, come accade ancor oggi per le emissioni degli anni ’60 e ’70. Questo per buona pace infine di tutti i collezionisti che vogliono riempire tutte le caselle del proprio album, sborsando oltre 50 euro all’anno per tutte le novità e oltre 30 euro per gli aggiornamenti dell’album stesso, 80 euro che molto probabilmente non faranno più ritorno, nemmeno compensati dal piacere dell’occhio. La banalità grafica che caratterizza la maggior parte delle novità è sotto gli occhi di tutti, senza parlare delle tematiche che incontrano l’interesse solo di chi ha chiesto la commemorazione e non sono certamente, per la maggior parte, messaggere del marchio Italia nel mondo. D’altronde, per essere messaggere, dovrebbero essere diffusamente utilizzate per corrispondenza! Stando così le cose, sta emergendo nel mondo dei collezionisti sempre più l’ipotesi di rinunciare all’aggiornamento della raccolta e di dedicare le proprie energie finanziarie al passato della filatelia. Alla fiera internazionale di Riccione è stato presentato – oltre al Bolaffi e all’Unificato, già illustrati nel precedente numero – il catalogo Sassone che rimane riferimento finanziario per le trattative internazionali di francobolli italiani sia al dettaglio che in asta. Il catalogo specializzato degli antichi stati riproduce ulteriori rarità del settore finora non illustrate. Sono state differenziate le quotazioni dei francobolli annullati in base al porto dell’affrancatura. Sono state catalogate le affrancature bicolori e tricolori su lettera delle tre emissioni di Sardegna e le affrancature mista tra le diverse emissioni. In quanto a quotazioni, i top per gli esemplari nuovi sono rappresentati dal Mercurio rosso vermiglio del Lombardo Veneto (200 mila euro), dalla Trinacria azzurra di Napoli (265 mila euro) e dal Tre lire di Toscana (275 mila euro). Nel Regno, è stata catalogata la serie artistica allestita verso il 1925 che avrebbe dovuto sostituire tutti i francobolli di posta ordinaria dell’epoca. I bozzetti furono esaminati e approvati dal re, gli esemplari esistenti sul mercato, dentellati 14, filigranati e gommati, sono da alcuno chiamati “saggi”, da altri francobolli “non emessi”. Le quotazioni di questi rarissimi esemplari (poche unità esistenti), in base al facciale, al colore e alla presenza o meno di una linguella, variano da 5 mila a 100 mila euro (per il 75 cent bruno di cui esiste un solo esemplare). Il curatore del catalogo, Giuseppe Vitale, noto commerciante milanese e possessore di uno dei più importanti stock esistente sul mercato italiano, nonché profondo conoscitore di tutti i settori della filatelia nazionale, ha effettuato un capillare esame della percentuale di esemplari perfettamente centrati sul totale di esemplari disponibili in sue mani, per ciascun francobollo (va sottolineato che al perfetta centratura è un requisito ambitissimo nei paesi anglosassoni che permette al raro francobollo di raggiungere all’asta prezzi incredibili) e si è scoperto che nel settore del Regno, per certi francobolli, su 100 esemplari solo 1 risulta ottimamente centrato, il che non giustificherebbe un aumento di solo il 50% rispetto la centratura standard (a titolo di esempio: l’esemplare da 1,25 lire azzurro dell’emissione di San Francesco del 1926 dentellato 13 ½ , non linguellato, è quotato 1.500 euro con buona centratura, mentre ottimamente centrato è quotato ben 3.000 euro!). Come ha dichiarato Giacomo Avanzo, direttore editoriale del catalogo in occasione della presentazione dello stesso, certi francobolli ben centrati sono da considerarsi piccole o grandi rarità con quotazioni che “potrebbero essere 5 volte superiori a quella della centratura standard, il che dovrebbe convincere una fascia di collezionisti a puntare alla più abbordabile centratura standard”. Nel settore della Repubblica in cui i ritocchi all’aumento sono limitati alle rare voci (continua a crescere il Cavallino Pacchi con filigrana ruota, ormai indiscussa gemma della raccolta, quotato 4.250 euro con buona centratura e 5.250 euro ottimamente centrato), appaiono quotati per la prima volta i foglietti dei Diciottenni del 2006, 800 euro per il rosa, 700 per l’azzurro, quotazioni che promettono di lievitare ulteriormente nel corso della stagione. Per chi voglia aggiungere in raccolta un’altra gemma destinata a crescere costantemente, si suggerisce la serie dei foglietti da venti esemplari degli alti valori turriti del 1978-83 (valore chiave l’introvabile foglietto del 4000 lire) non catalogata dal Sassone, mentre il Bolaffi la quota 3.600 euro.
Cherrystone, New York, 18 e 19 settembre |
Dorotheum, Vienna, 19 e 20 settembre |
Spink, Londra, 20 settembre |
Heinrich Köhler, Wiesbaden, 25 – 29 settembre |
Bonhams, Londra, 26 settembre |
Auktionshaus Christoph Gärtner, Bietigheim-Bissingen, 11 – 14 settembre |
Spink, Londra, 3 ottobre |
Spink, Londra, 3 ottobre |
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Casati, Monza, 5-6 ottobre |
Dorotheum, Vienna, 10 e 11 ottobre |