Domon Ken al Museo dell’Ara Pacis di Roma fino al 18 settembre 2016
Nel centocinquantesimo anniversario delle relazioni tra Italia e Giappone, il Museo dell’Ara Pacis di Roma dedica la prima esposizione monografia all’estero a Domon Ken, maestro assoluto della fotografia giapponese, operativo tra il 1935 e il 1979, sia prima che dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Per Mao Ikeda, Direttrice del Ken Domon Museum of Photography di Sakata, paese natale dell’autore «Domon è stato un testimone del periodo Shōwa, (l’epoca che corrisponde al regno dell’imperatore Hirohito) e ha rivolto il suo obiettivo verso tutto ciò che di volta in volta stimolava la sua curiosità: cultura e paesaggi della tradizione, uomini e donne, bambini, immagini da fissare in documenti a forte connotazione sociale. Da una sterminata mole di fotografie abbiamo identificato i temi e selezionato i circa centocinquanta lavori presentati in questa mostra».
“La dote fondamentale di un’opera di qualità sta nella connessione diretta tra la macchina fotografica e il soggetto”. Seguendo questo principio il maestro Domon Ken ha sempre cercato un’immagine realistica e priva di drammaticità. E il suo sguardo fisso sul soggetto, che sia un paesaggio, una scultura, una persona o un oggetto è foriero della bellezza universale guardata attraverso un’obiettivo, che non tralascia le caratteristiche fisiche della forma ritratta.
Le 150 foto in bianco e nero e a colori esposte a Roma raccontano il suo percorso di ricerca verso il realismo sociale. Dopo il suo esordio nella fotografia nel 1933 a 24 anni, molto presto si aggiudica vari premi e inizia i suoi reportage per la rivista Nippon, scritta appositamente in inglese per promuovere la cultura giapponese all’estero in un linguaggio misto tra informazione e propaganda. Dopo la disfatta del Giappone, segnata dalle atrocità della bomba atomica, Domon Ken documenta con la sua fotografia una società in profondo cambiamento.
«Sono immerso nella realtà sociale di oggi ma nello stesso tempo vivo le tradizioni e la cultura classica di Nara e Kyoto; il duplice coinvolgimento ha come denominatore comune la ricerca del punto in cui le due realtà sono legate ai destini della gente, la rabbia, la tristezza, la gioia del popolo giapponese».
E tra i suoi reportage più rappresentativi spiccano Hiroshima (1958), considerato dal premio Nobel Oe Kenzaburo la prima grande opera moderna del Giappone alla serie fotografica sulla situazione di miseria nei villaggi dei minatori del sud del Giappone dal titolo Bambini di Chikuho. Il 1953 è l’anno della pubblicazione della raccolta di 15 anni di lavoro dedicato al ritratto, 83 volti di amici, conoscenti e personalità del mondo dello spettacolo, della letteratura, dell’arte o del teatro da Mishima a Tanizaki, dal regista Mifune a pittori come Fujita o Okamoto.
Per Domon “La selezione delle persone è stata sorprendentemente soggettiva e casuale e non c’è dubbio che non possa pretendere alcun significato strettamente storico-culturale». L’ultima sezione dell’esposizione rappresenta il capolavoro della sua carriera per il quale l’artista, ancora oggi è universalmente conosciuto.
Pellegrinaggio ai templi antichi, è un’opera che documenta la bellezza dell’architettura, della scultura, dei giardini e dei paesaggi intorno ai templi e ai santuari scelti dall’artista ed è la testimonianza del progredire della tecnica fotografica di quegli anni. L’esposizione romana, corredata dal catalogo edito da Skira e primo libro su Domon Ken non in giapponese, si inserisce nel vasto programma di eventi che rappresenteranno il mondo culturale e tecnologico del Giappone in Italia per tutto il 2016.
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Informazioni utili
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese
Museo dell’Ara Pacis
Lungotevere in Augusta
Roma
Dal 27 maggio al 18 settembre 2016
Tutti i giorni 9.30-19.30
Biglietto d’ingresso
– Intero € 13,00
– Ridotto € 11,00
www.arapacis.it