Fino al 10 maggio Paolo Poli torna – più in forma che mai! – al teatro Eliseo con lo spettacolo Sillabari, tratto dalla penna pungente di Goffredo Parise e riadattato per la scena dall’attore toscano. Accompagnato da un affiatato gruppo di giovani interpreti – Luca Altavilla, Alfonso De Filippis (che ha curato anche le divertenti coreografie), Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco – Poli, beffardo e irriverente come sempre, risplende sulla scena con grande leggiadria: il risultato è una pièce divertente, che alterna parole a celebri canzonette.
Sillabari è senza dubbio uno spettacolo curato nei minimi dettagli, non soltanto nella costruzione del testo, delle musiche (arrangiate da Jacqueline Perrotin) e delle coreografie, ma anche per quanto riguarda le scene (lo scenografo Emanuele Luzzati ha previsto degli enormi teloni che mostrano le tele dei più grandi pittori del 1900) e i costumi (estrosi e variopinti, realizzati dalla sempre bravissima Santuzza Calì). Tutto sul palco coinvolge, tutto fa sorridere e intenerire, soprattutto quando, grazie alle parole e all’atmosfera della rappresentazione, il nastro della memoria (personale e collettiva) si riavvolge: protagonista è l’Italia, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e poi nel boom economico, quando, tra mille contraddizioni, si avviava la ricostruzione del Bel Paese. Parise scrisse i suoi Sillabari nella metà del secolo scorso, focalizzando l’attenzione su piccoli personaggi, semplici, ingenui, emblemi di un mondo destinato a scomparire: l’autore riuscì a dare vita a piccoli quadri che ancora oggi sembrano minuscoli pezzi di vita tanto sono veri e immediati. Questi poemi in prosa partivano dalla lettera “A” di amore e dovevano in origine procedere lungo tutto l’alfabeto. Ma poi Parise fu costretto ad arrestarsi alla lettera “S”, quella di solitudine: “Alla lettera S, nonostante i programmi, la poesia mi ha abbandonato. E a questa lettera ho dovuto fermarmi. La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi e non ha discendenti …”.
Poli, maestro di voce, mimica e portamento, mette dunque a disposizione del suo affezionato pubblico tutta la sua espressività per descrivere con estrema naturalezza non bozzetti di personaggi, ma figure attentamente delineate, seppure nella brevità del testo: eccolo calarsi nei panni di bambini pieni di stupore, vecchietti arrabbiati di fronte alla società in trasformazione, donne sole in cerca d’amore, uomini impegnati nella lotta per la sopravvivenza in un mondo cinico e indifferente. Di fronte alla sfrontata vitalità di questo artista a tutto tondo si rimane davvero a bocca aperta: Paolo Poli si conferma uno dei migliori attori italiani, un vero e proprio trasformista della scena, ma soprattutto un distinto, colto ottuagenario che ha ancora il coraggio di sentirsi un ragazzo.
Poli, maestro di voce, mimica e portamento, mette dunque a disposizione del suo affezionato pubblico tutta la sua espressività per descrivere con estrema naturalezza non bozzetti di personaggi, ma figure attentamente delineate, seppure nella brevità del testo: eccolo calarsi nei panni di bambini pieni di stupore, vecchietti arrabbiati di fronte alla società in trasformazione, donne sole in cerca d’amore, uomini impegnati nella lotta per la sopravvivenza in un mondo cinico e indifferente. Di fronte alla sfrontata vitalità di questo artista a tutto tondo si rimane davvero a bocca aperta: Paolo Poli si conferma uno dei migliori attori italiani, un vero e proprio trasformista della scena, ma soprattutto un distinto, colto ottuagenario che ha ancora il coraggio di sentirsi un ragazzo.
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Informazioni utili:
Sillabari
dal 14 aprile al 10 maggio 2009
TEATRO ELISEO
Via Nazionale, 183 − 00184 Roma,
tel. botteghino: 06 4882114 | 06 48872222
www.teatroeliseo.it
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