Un pittore, un tema e un evento culturale. Tre gallerie milanesi, tre esposizioni inaugurate lo scorso 20 ottobre in Via Manzoni 45 a Milano. La galleria BottegAntica racconta il maestro Antonio Mancini, GAMManzoni propone la mostra Anima Bianca. La neve da De Nittis a Morbelli e la galleria Maspes invece, rievoca la prima Triennale di Brera nel 1891. L’obiettivo comune è celebrare l‘Ottocento italiano.
L’artista romano ma napoletano d’adozione Antonio Mancini (1852-1930), viene celebrato in una raccolta di 40 opere negli spazi della galleria Bottegantica. Una successione di capolavori che provenienti da collezioni private ed europee, raccontano l’intera carriera dell’artista. Alcuni dipinti non sono mai stati presentati al pubblico e nel loro insieme ricostruiscono le tappe fondamentali di Mancini. Dalla ritrattistica ufficiale ai poveri bambini napoletani, l’artista racconta la società ottocentesca in Italia e all’estero. Il maestro in alcuni suoi autoritratti si racconta nelle diverse fasi della vita, dall’entusiasmo giovanile alla fase adulta.
La formazione napoletana di Antonio Mancini si è articolata secondo diversi percorsi. Oltre a studiare al Regio Istituto di Belle Arti e ad aver frequentato importanti artisti dell’epoca come Domenico Morelli e Stanislao Lista, Mancini studia la pittura del Seicento napoletano. Caravaggio, Caracciolo, Ribera, Stanzione, Giordano e Preti divengono punto fondamentale per l’espressione artistica del Maestro. La pittura ufficiale non sembra essere il suo unico interesse. Ricerca nuovi stimoli e lo fa percorrendo le strade di Napoli osservando la gente che le popola ed in particolare i bambini poveri che sono i suoi soggetti prediletti.
Il suo linguaggio si collega alla cultura napoletana del tempo ma il suo obiettivo è quello di compiere un ulteriore passo in avanti con un ulteriore carattere d’incisività. La luce sembra essere uno dei suoi principali strumenti che si collega molto alla tradizione caravaggesca. Inserisce i suoi soggetti nell’oscurità e un getto di luce violento li investe quasi improvvisamente facendo emergere solo i caratteri e le forme che è interessato ad evidenziare.La pittura di Mancini ha anche una forte componente materica. Il suo colore è brillante. Sperimenta anche tecniche diverse come la costituzione di un impasto corposo nato dall’inclusione insolita del vetro, lana e madreperla.
E’ la neve la protagonista della mostra alla galleria GAMManzoni, Anima bianca. La neve da De Nittis a Morbelli. L’esposizione racconta in 25 opere come i maggiori interpreti dell’Ottocento italiano abbiano guardato questo elemento naturale. La neve è un soggetto suggestivo ma caratterizzata anche da complicazioni rappresentative. Tra i maestri presenti in mostra vi sono Boldini, De Nittis, Fornara, Segantini, Induno, Morbelli e ognuno offre differenti interpretazioni. Negli anni Settanta Giuseppe De Nittis si confronta con la pittura d’avanguardia e l’esperienza della pittura en plein air. L’impianto compositivo decentrato si riconduce alla ricerche a lui contemporanee e le due fanciulle rappresentate, sono concentrate sulla loro lezione di pattinaggio.
Carlo Fornara nella sua opera l’Aquilone, restituisce un’immagine della neve insolita. L’elemento naturale è palesemente condizionato dalle luce, probabilmente un tramonto che si staglia sul fondo del paesaggio. L’artista dimostra la sua capacità di osservazione della realtà tanto da andare oltre l’idea stereotipata della neve col suo candido biancore, ma soggetto che interagisce con lo spazio e gli elementi che la circondano. La conseguenza è una scena quasi surreale dominata dalle tonalità del rosa crepuscolare. Angelo Morbelli ha fatto del paesaggio montano uno dei suoi soggetti prediletti. La luce è il suo strumento principale che gli consente di rappresentare di queste realtà, diverse parti della giornata.
La mostra Brera 1891. L’esposizione che rivoluzionò l’arte moderna, rievoca la prima Triennale di Brera, l’evento che ha segnato l’arte moderna e che ha rinnovato sia per tematiche che per tecniche, l’arte precedente. Sono quattro le opere dei maestri Emilio Longoni, Giovanni Sottocornola e Filippo Carcano che rievocano l’esposizione. La Triennale di Brera segnò il debutto dell’arte divisionista e soprattutto la nascita di un’esposizione non solo proposta da accademici ma sostenuta dal consenso reale. Si tratta anche del primo evento che ebbe una sua prima pubblicazione di un catalogo illustrato. I soggetti rappresentati sono tutti una chiara citazione dal mondo reale che raccontano con gesti e eventi il quotidiano umano. Gli artisti proposti sono esempi di quella che è stata definita ‘pittura sociale‘ che denuncia le difficoltà del loro tempo.
L’opera emblematica di questo interesse verso il sociale è L’oratore di Longoni. La scena è ambientata a Milano motore economico del paese ma anche centro dei primi scioperi e scontri. L’artista stesso deve aver assistito alle proteste. La scena si svolge in uno spazio concentrato ma è evidente l’atteggiamento combattivo dell’Oratore che incita la folla alla sommossa.
La realtà sembra essere uno degli obiettivi di Longoni che rappresenta fedelmente nella piazza Fontana di Milano connotata dai singoli dettagli come il passaggio in lontananza del tram. L’opera La piscinina di Longoni attesta il debutto dell’artista all’estero. Dopo il successo in territorio lombardo, l’artista inviò l’opera a Monaco insieme ad altri maestri che avevano esposto a Brera determinando il successo della ‘pittura sociale’ anche oltre i confini italiani.
Informazioni utili
ANTONIO MANCINI. Genio ribelle
Milano, Galleria Bottegantica (via A. Manzoni, 45)
21 ottobre – 18 dicembre 2016
ANIMA BIANCA. La neve da De Nittis a Morbelli
Milano, GAMManzoni (via A. Manzoni, 45)
21 ottobre 2016 – 19 febbraio 2017
BRERA 1891. L’Esposizione che rivoluzionò l’arte moderna
Milano, Gallerie Maspes (Via Manzoni 45)
21 ottobre – 18 dicembre 2016