Dici Liguria e pensi al mare, alle spiagge, ai sapori della cucina locale, ai pescatori e ai borghi dalle strette vie affollate in estate di vacanzieri. Nel mondo delle arti applicate, dici Liguria e pensi alle ceramiche, in particolare a quelle d’artista. Una lunga tradizione artigianale, infatti, caratterizza da secoli la realtà savonese: già dal XVI secolo Albisola, grazie alla presenza nella zona di argilla rossa e di cave di terra bianca, era nota in tutta Europa per le sue fornaci e le ceramiche di ispirazione ispano-moresca e proprio tra Cinque e Seicento la produzione visse un momento di splendore grazie alla diffusione dell’arte della maiolica, con un’ornamentazione inizialmente blu cobalto (il cosiddetto stile “Antico Savona”, fig. 1) e poi policroma con le più varie decorazioni, naturalistiche e figurate.
È però con il primo Novecento che la produzione albisolese conosce la sua stagione più originale e celebre: alcuni tra i maggiori artisti italiani dell’epoca, aperti alle sperimentazioni e alle novità, scoprono il potenziale espressivo e artistico della ceramica. La cittadina ligure si anima quindi di artisti, intellettuali, galleristi, letterati divenendo un luogo d’incontro privilegiato dove si produce e si discute di arte. Saranno il Futurismo e l’Art Déco i primi movimenti ad affacciarsi nei laboratori ceramici albisolesi. Emerge in particolare già negli anni Venti la figura di Tullio d’Albisola (figg. 2-3), al secolo Tullio Mazzotti, che ebbe il merito di introdurre il movimento futurista all’arte ceramica. Con le parole di Tullio stesso:
“Nato da una famiglia di ceramisti proseguo nella mia arte con grande fervore ed immensa passione, sicuro di marcare un indirizzo assolutamente nuovo nell’arte ceramica italiana. Niente che possa, anche lontanamente, ricordare le ceramiche vecchie, antiche o preistoriche. Voglio fare delle ceramiche che rovescino la tradizione”.(Lettera di Tullio all’Albo degli Artisti Italiani di Milano, 5 febbraio 1930)
Il richiamo delle ceramiche d’artista prodotte presso la manifattura Mazzotti, all’avanguardia nella sperimentazione delle tecniche produttive, porta ad Albisola personalità di spicco quali Fillia, Farfa, Marinetti e Diulgheroff, autore anche del progetto per l’abitazione-laboratorio-negozio di Tullio, Casa Mazzotti (fig. 4), ora sede della ditta Ceramiche Mazzotti e dell’archivio documentale di Tullio d’Albisola.
Dopo il secondo conflitto mondiale esplode la grande stagione dell’Informale: personaggi come Lucio Fontana (che aveva già lavorato con Tullio negli anni Trenta), Aligi Sassu, Milena Milani tracciano un momento storico inimitabile della storia albisolese. L’antico borgo diventa il punto di riferimento per la ceramica d’artista: si organizzano gli Incontri Internazionali della ceramica, concorsi e premi di varia natura. Nel 1963 nasce la “Passeggiata degli artisti” (figg. 5-6): il lungomare di Albissola Marina tra la Via Aurelia e la spiaggia (sul quale si affaccia anche il Monumento ai Caduti di tutte le guerre firmato da Leoncillo) si allunga per oltre 700 metri con ivivaci colori delle migliaia di tessere di mosaico che compongono i venti pannelli pavimentali realizzati su disegno di celebri pittori e scultori, tra cui Capogrossi, Rossello, Sassu (fig. 5) e lo stesso Fontana (fig. 6).
Nel corso del più recente restauro di inizio millennio è stato inserito un ventunesimo pannello in memoria di Asger Jorn (fig. 7), l’artista danese fondatore di movimenti d’avanguardia quali COBRA e Internazionale Situazionista stabilitosi ad Albissola Marina negli anni Cinquanta.
Invitato dagli ideatori del Movimento dell’Arte Nucleare, Jorn giunse in Liguria con la famiglia nel 1954 in precarie condizioni economiche e di salute e solo alla fine del decennio, con il crescente successo delle sue opere a livello internazionale, riuscì ad acquistare una prima parte di quella casa-giardino sulla collina dei Bruciati alle spalle dell’antico borgo, che trasformò con gli anni in una opera d’arte totale in cui viveva e lavorava (fig. 8).
Il danese concepiva infatti “l’arte e l’architettura come un insieme organico di spazio, forme, colori spontanei […] in grado di migliorare la vita delle persone e della comunità”[1] (fig. 9). Fu egli a decidere ogni opera o decorazione collocate dentro e fuori gli edifici abitativi: sculture e rilievi con funzione apotropaica si affacciano da ogni angolo di casa e giardino; dipinti, ceramiche e sculture(fig. 10) sono opera realizzata dallo stesso Jorn.
Egli “creò per sé e la sua famiglia un’architettura spontanea, nella quale pittura, scultura, arti applicate e decorative si fondevano”[2]diventando tutt’uno con la natura circostante. L’artista scandinavo lasciò in eredità la sua proprietà e le opere presenti alla città di Albissola Marina per la creazione di un museo e una residenza per gli artisti. Gli edifici restaurati,sede anche di mostre temporanee e presidio permanente di studio e ricerca artistica, sono aperti al pubblico dal 2014, realizzando così le volontà di Jorn e diventando simbolo del felice incontro di arte e artigianato che ha fatto di Albisola (fig. 11), con le parole di Marinetti, una Libera Repubblica delle Arti.
Maggiori info su: http://www.museodiffusoalbisola.it
[1]http://www.museodiffusoalbisola.it/index.php/it/sedi-museo/50-casa-museo-asger-jorn
[2]http://www.museodiffusoalbisola.it/index.php/it/sedi-museo/50-casa-museo-asger-jorn