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Il Giudizio di Buffalmacco è tornato nella “Sistina Pisana”

Il Giudizio Universale di Buonamico Buffalmacco è tornato nel Camposanto Monumentale di Pisa, definito da Antonio Paolucci “la Sistina Pisana”.  Era stato strappato dalle pareti dopo l’incendio del 1944 e ora, dopo il restauro, è stato nuovamente collocato nella parete della galleria sud dove il pittore trecentesco l’aveva affrescato.

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Il Giudizio Universale è forse la scena più bella e significativa del ciclo noto come “Il trionfo della Morte” attribuito al pittore trecentesco Buonamico Buffalmacco, di cui si sono già state ricollocate in parete due scene, le Storie dei Santi Padri e l’Inferno. Si tratta di un’imponente scena in cui i dannati a destra e i beati a sinistra, separati dall’Arcangelo Michele, sono sovrastati dalla Vergine e da Cristo Giudice circondati dai dodici apostoli e da una gloria di Angeli che, reggendo i simboli della Passione, rievocano il sacrificio come fondamento per la salvezza dell’uomo. La scena, anche grazie all’ausilio di scritte un tempo presenti, chiamava lo spettatore ad immedesimarsi e a proiettare il suo presente e il suo passato, per modificare il suo futuro. L’operazione era resa più efficace dalla riconoscibilità di personaggi storici, noti ai fedeli del tempo, riproponendo così uno dei fondamenti dell’efficacia della Divina Commedia di Dante.

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L’opera rappresenta una delle pagine più significative ed affascinanti dell’arte italiana del Trecento e la sua forza poetica sta nella rappresentazione del vero sentimentale ed emotivo, espresso dai volti dei personaggi, in particolare quelli dei dannati. Un’ampia gamma di umani sentimenti, tra cui ira, stupore, sgomento e paura, trova in quest’opera una sua rappresentazione.

Gli affreschi del Camposanto pisano subirono un serio danneggiamento durante la seconda guerra mondiale quando, il 27 luglio del 1944, una granata provocò un incendio e la fusione del tetto di piombo. Gli affreschi furono subito staccati dalle pareti ed iniziò così una lunga e affascinante storia di salvataggio e restauro. Dall’eternit al moderno aerolam, i dipinti del Camposanto hanno subito da quel lontano 1944 numerosi “trasporti”, termine tecnico con cui si indica il passaggio da un supporto ad un altro mediante la delicata operazione dello strappo della pellicola pittorica – fino ad approdare in questi recenti anni, nuovamente, nel luogo per il quale erano stati concepiti e realizzati dai maggiori Maestri Tre Quattrocenteschi. Intere generazioni di storici dell’arte si sono avvicendati, cercando una soluzione per il loro salvataggio. Di mano in mano, gli affreschi hanno affrontato negli anni numerosi interventi e solo l’ultimo restauro, condotto con estrema perizia dalle Maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana, ha permesso un pieno recupero delle opere.

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L’Opera della Primaziale Pisana organizzerà in questa occasione delle aperture straordinarie con visite guidate. Per informazioni e dettagli www.opapisa.it

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