È amore eterno quello tra il celebre stilista spagnolo e il capoluogo meneghino.
Nel cuore della Fashion Week milanese, fra sfilate e party esclusivi, la città di Milano dedica un posto speciale al grande stilista Manolo Blahnìk. Nelle Sale museali di Palazzo Morando Costume Moda Immagine, è infatti allestita la mostra “Manolo Blahník. The Art of Shoes” a cura di Cristina Carrillo de Albornoz (fino al 9 aprile) che celebra 45 anni di attività dello stilista spagnolo, in cui sono esposte 212 scarpe e 80 disegni.
Manolo ricambia questa importante attenzione omaggiando l’Italia in tutte le sue creazioni – ancora oggi per realizzare i suoi modelli sceglie imprese dell’hinterland milanese – e offrendosi ai tanti ammiratori e “fashion addicted” in una speciale conversazione nella sala conferenze di palazzo Morando, in cui svela la sua lunga gavetta e i trucchi del mestiere.
Masticando un ottimo italiano, di volta in volta intervallato da frasi in inglese da vero uomo di mondo, racconta con disinvoltura e ironia dei suoi esordi: del primo paio di scarpe realizzato da un pezzo di sughero, della sua aspirazione a diventare più uno scenografo che uno stilista, e di chi lo ha aiutato a crescere nel mondo della moda. I nomi italiani non sono pochi, ricorda con affetto Anna Piaggi e Franca Sozzani.
Il successo planetario ricevuto è stato inaspettato: oggi Manolo Blahnìk è considerato non solo uno stilista e un artigiano ma “lo scultore delle scarpe” per eccellenza e le sue creazioni – “le Manolo” – sono un’icona fra le celebrità come fra la gente comune.
Con i suoi disegni e le sue calzature ha infatti segnato alcuni dei più importanti cambiamenti estetici-culturali: sin dal suo esordio negli anni ‘70 propone il suo altissimo tacco stiletto, quasi ingegneristico, quando le zeppe erano di gran moda; le sue calzature sono state scelte da forti personalità, come Bianca Jagger, Paloma Picasso, Marisa Brenson, Loulou de la Falaise.
Proprio per questo poter vedere le sue scarpe esposte in teche all’interno delle stanze di palazzo Morando, incastonate in meravigliose quadrerie ottocentesche, è incredibilmente suggestivo. L’ibridazione fra l’arte e la moda è elevatissima, Manolo annulla ogni distinzione, le sue scarpe infatti rappresentano un perfetto intreccio tra moda, arte e cultura, in particolare quella italiana. Manolo è il primo a dichiarare di essere da sempre una vittima dell’Italia, della sua gente, delle sue strade, dei suoi musei, dei suoi palazzi. L’esposizione intende proprio raccontare la profonda influenza che l’arte e la cultura italiana hanno avuto e hanno ancora oggi sullo stile di Manolo. Dalla scultura greco-romana al barocco, dal capolavoro di Luchino Visconti – Il Gattopardo – ai coralli di Sicilia. Anche la Natura è fonte di ispirazione per lo stilista, e così nei suoi disegni spesso vi sono numerosi riferimenti al mondo botanico, anzi tutto è iniziato da lì, quando Diana Vreeland notò una caviglia avviluppata in edera e ciliegie tra i bozzetti delle scenografie disegnate da Manolo Blahnìk e, ammaliata, gli consigliò caldamente di dedicarsi solo a quello: disegnare scarpe.
Oggi Manolo, dopo 45 anni di attività, ha ancora idee e progetti per il futuro che ha confessato al suo pubblico. Il suo sogno? Continuare a sviluppare scarpe in alluminio, e invece alla classica domanda, quali scarpe dovrebbe avere ogni donna nell’armadio risponde con convinzione. I modelli d’obbligo sono tre: scarpe raso terra, tipo ballerina; tacchi altissimi; ma, soprattutto, un paio di décolleté, adatte in ogni occasione. Manolo dixit.
Tutte le informazioni: http://www.costumemodaimmagine.mi.it/