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Selfie ad Arte @ MIA Photo Fair

#SELFIEADARTE "Musa gialla" #ZhangHongmai "Colorful Life" (2017), MADEINARTGALLERY, Milano @MIA #Milano @CleliaPatella

MIA Photo Fair, la fiera dedicata alla fotografia d’arte, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, uno degli appuntamenti più attesi della stagione espositiva milanese giunta alla sua settima edizione in programma dal 10 al 13 marzo 2017 a The Mall, nel quartiere di Porta Nuova a Milano, riconferma la sua vocazione internazionale e la volontà di offrire un programma culturale di grande qualità.Dopo il successo dell’edizione 2016, che ha visto oltre 24.000 visitatori, MIA Photo Fair anche quest’anno si presenta con il suo format consolidato: da un lato, le gallerie, cui viene lasciata la possibilità di proporre collettive o progetti monografici; dall’altro, Proposta MIA, ovvero una selezione di fotografi che espongono il proprio lavoro individualmente. 130 gli espositori, di cui 80 le gallerie partecipanti, provenienti da 13 nazioni, cui si aggiungerà Proposta MIA e un’area dedicata all’editoria. Molte sono le novità della VII edizione di MIA Photo Fair. Per la prima volta, si porteranno all’attenzione del pubblico tre progetti tematici legati ad altrettante aree geografiche: il Focus Brasile, a cura di Denise Gadelha, il Focus Asturie, a cura di Monica Alvarez Careaga, e il Focus Ungheriaa cura di Art Photo Budapest.Verrà inoltre riservato un particolare interesse per la performance, con la partecipazione di Flux Laboratory, uno spazio sperimentale multidisciplinare con sede a Ginevra, Zurigo e Atene, che incoraggia il lavoro creativo e performativo attraverso incontri con il mondo della danza, dell’arte, della filosofia, della musica e della tecnologia.

#SELFIEADARTE "Gambaradan" #LiuBolin "Hiding in the City N.2 Civilian and Policeman" (2006) Boxart Gallery, Verona @MIA #Milano @CleliaPatella
#SELFIEADARTE “Gambaradan”
#LiuBolin “Hiding in the City N.2 Civilian and Policeman” (2006)
Boxart Gallery, Verona @MIA #Milano
@CleliaPatella

Liu Bolin “Hiding in the City N.2 Civilian and Policeman” (2006). Boxart Gallery, Verona.
Opera ormai iconica, pubblicata sul catalogo della prima personale dell’artista nel nostro paese nel 2008 dal titolo “Hide and Seek”, a cura di Francesca Tarocco.
L’artista mimetizza se stesso (facendosi dipingere come di consueto da alcuni assistenti) mentre siede davanti a un poliziotto che gli occlude gli occhi con due mani. Ciò rappresenta il potere esercitato dalla propaganda per manipolare la visione dell’uomo comune cinese e oscurare ciò che vedono gli artisti, attraverso l’arma della censura.
Esistono anche alcune sculture degli stessi anni, dal titolo “Red Hand” in cui una fila indiana di uomini in divisa si copre gli occhi a vicenda con lo stesso gesto.
L’opera è stata inserita nel 2015 in una mostra curata da Paola Marini e Beatrice Benedetti a Castelvecchio, Verona, dal titolo “Le meraviglie del 2000” in cui artisti contemporanei asiatici venivano abbinati al genius loci scaligero. Nel caso specifico l’accoppiata era con un ritratto di Girolamo Savonarola del Moretto.
Liu Bolin è conosciuto soprattutto per la sua serie di foto di performance Hiding in the City in cui tocca i temi universali del rapporto uomo-natura e tra pensiero e potere politico. La ricerca in questo solco è iniziata nel 2006 nel Suojia Village di Pechino, smantellato nel novembre di quell’anno dalle autorità, e non si è ancora arrestata. Dalla sua prima personale a Pechino nel 1998, il lavoro di Liu Bolin ha ricevuto riconoscimenti internazionali.

#SELFIEADARTE "Gratta e evinci" #KarinaMachado "Coincidentes" (2017), Focus Brasile @MIA #Milano @CleliaPatella
#SELFIEADARTE “Gratta e evinci”
#KarinaMachado “Coincidentes” (2017), Focus Brasile
@MIA #Milano
@CleliaPatella

Karina Machado “Coincidentes” (2017), Focus Brasile.
Le riserve naturali del Sudest, tra gli stati di San Paolo e del Paranà, sono state dichiarate patrimonio Naturale dell’Umanità, perchè comprendono la più grande area rimasta di Mata Atlantica del Brasile. Il progetto artistico “Coincidentes” nasce ai confini di quest’oasi ambientale, nei pressi della foce del fiume Ribeira de Iguape, regione considerata una delle cinque maggiori riserve marine del pianeta. L’insieme dei dettagli, i più piccoli e i meno evidenti, della flora di questo tesoro nazionale, compone una serie di immagini che vengono presentate al pubblico coperte da uno strato di inchiostro argentato rimovibile, come quel gioco di fortuna in cui bisogna raschiare per scoprire il premio.
Ciò che è esposto è nascosto. È suggestivo che le immagini, così come la vita della foresta, si mantengano celate, inaccessibili. Allo stesso tempo lo spettatore è stimolato a scoprire e ad accedere a un probabile tesoro; sarà una scelta individuale quella di svelare (oppure no) le immagini.

 #SELFIEADARTE "Musa gialla" #ZhangHongmai "Colorful Life" (2017), MADEINARTGALLERY, Milano @MIA #Milano @CleliaPatella
#SELFIEADARTE “Musa gialla”
#ZhangHongmai “Colorful Life” (2017), MADEINARTGALLERY, Milano
@MIA #Milano
@CleliaPatella

Zhang Hongmai “Colorful Life” (2017). MADEINARTGALLERY, Milano.
Il percorso artistico di Zhang Hongmai si inserisce all’interno delle ricerche in atto nell’arte contemporanea cinese, di una via che, da un lato percorre la tradizione e dall’altro indica nuove prospettive. Appartenente alla generazione di artisti post Mao, cioè nati quando la grande ubriacatura della rivoluzione era ormai già storia, l’artista ha cercato di recuperare le fonti della millenaria cultura cinese, trasformandola in un linguaggio attuale, fortemente contemporaneo nell’uso dei materiali e delle tematiche. Zhang Hongmai parte sempre da un dato storico, usando immagini e oggetti recuperati su cui lei interviene con inserimenti di colore, a volte usando tessuti che poi ridefiniscono gli oggetti prescelti. Con questi interventi sfiora la pittura ad inchistro, la calligafria, la pratica delle carte ritagliate ed anche il teatro delle ombre cinesi. Lartista da’ così alle pratiche tradizionali dell’arte cinese una nuova vitalità, un impulso del tutto particolare e personale e di cui, ad oggi, non c’è traccia nel percorso dell’arte in Cina. Questo ne fa un caso isolato, rendendola una delle personalità più interessanti nel panorama artistico di oggi. Collocabile tra i capisculola della nuova pittura cinese, passa dalla pittura, alla scultura, dalla fotografia alle installazioni e alle performance con incredibile facilità mantenendo sempre molto alta la qualità del suo lavoro.

 

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