Oltre tre secoli di opere su carta in mostra al museo in Piazza San Marco. Da Poussin a Cézanne, passando per David, Ingres e Delacroix. Sino al 4 giugno.
Non nella pittura, ma nel disegno si rivela la personalità più autentica e onesta di un pittore. Specialmente in passato, quando dipingere comportava una preparazione laboriosa che richiedeva tempo e denaro e non contemplava l’improvvisazione. Per disegnare bastava poco: della carta, una matita nera, oppure la sanguigna, o un acquerello bruno, o dell’inchiostro. Il segno nudo sul foglio lasciava margine al ripensamento e all’errore, ammetteva l’incompiutezza, consentiva di essere rapidi e approssimativi nell’esecuzione, senza perdere in qualità, e, allo stesso tempo, concedeva spazio al pensiero, allo studio e all’invenzione.
Per queste e altre ragioni, più di quarant’anni fa Louis-Antoine Prat scopriva nel disegno un amore immenso, paziente, ambizioso. Nel tempo, questo signore parigino è diventato uno dei massimi conoscitori delle opere francesi su carta – dal 2007, è sua la cattedra di storia del disegno all’École du Louvre – mettendo insieme, con l’apporto essenziale di sua moglie Véronique, una collezione che attualmente conta 230 fogli, datati tra il Seicento e la fine dell’Ottocento. Da questa preziosa raccolta, provengono i 110 disegni che, da qualche giorno, sono in esposizione al secondo piano del Museo Correr di Venezia.
Supportata dall’Alliance française e realizzata, con la curatela di Pierre Rosenberg, insieme alla Fondation Bemberg di Tolosa, che ospiterà la mostra dal 23 giugno all’1 ottobre, Da Poussin a Cézanne. Capolavori del disegno francese dalla collezione Prat ripercorre oltre tre secoli di storia del disegno francese, a cominciare da una veduta del Colosseo in rovina, tratteggiata da François Stella nel 1587, durante il suo soggiorno italiano. Al tempo la consuetudine del Grand Tour iniziava a prendere piede tra i giovani artisti di buona famiglia e il disegno si prestava bene come appunto di viaggio. Tra le primissime opere che si incontrano in mostra, c’è anche Plutone rapisce Proserpina di Poussin, uno dei pezzi più amati da Prat che, nel catalogo, confessa: “(…) ne avevo bisogno, ed ero pronto a subire le pene dell’inferno purché entrasse in mio possesso.”
Parecchi gli studi preparatori per composizioni pittoriche più ampie: un esempio, la Minerva sconfigge un’arpia, un bozzetto di Charles Le Brun, con la quadrettatura a matita ancora visibile, che probabilmente fu concepito in vista della decorazione della calotta del Salon de la Guerre della Reggia di Versailles. Ci sono poi le architetture fantastiche disegnate da Challe nel XVIII secolo, i ritratti di Boilly, le composizioni neoclassiche di Jacques-Louis David; sue, Il dolore di Andromaca, La morte di Artemisia e Testa di Marco Attilio Regolo.
Il sogno di Ossiandi Jean-Auguste-Dominique Ingres -uno dei primi studi per l’omonimo dipinto del 1813 – è senza dubbio tra le soste obbligate di questa mostra, assieme alle opere di un Victor Hugo nelle vesti, sconosciute ai più, di disegnatore, alle vedute naturalistiche di Theodore Rousseau, Camille Corot e Millet, e alle opere dell’ultima sala; tra tutte, il carboncino di Odilon Redon, una figura lasciata a metà da Manet, La lavandaia di Toulouse-Lautrec su carta giapponese e le due composizioni puntiniste monocrome di Seurat.
La qualità dei disegni in esposizione, la coerenza e la raffinatezza della collezione Prat fanno chiudere un occhio su un allestimento per niente ritmato, che si conclude con un paesaggio di Cézanne, sacrificato in un angolo. Nonostante l’infelice collocazione, in quest’opera si ritrova potente la capacitàdel pittore francese di strutturare le forme e di costruire lo spazio compositivo. Anche se il tratto è scarno, gli alberi giusto accennati e il colore è una velatura leggera e vaga.
INFORMAZIONI UTILI
Da Poussin a Cézanne. Capolavori del disegno francese dalla collezione Prat
sino al 4 giugno 2017
Museo Correr
San Marco 52, 30124 Venezia