La forza dell’industria famigliare italiana in un amaro. L’azienda Branca non ha eguali al mondo e, fin dalle prime campagne ottocentesche che videro all’opera i migliori artisti e illustratori, si contraddistingue per originalità ed efficacia. “Sopra tutto Fernet-Branca”, che sia proprio la Branca l’inventore del nostro marketing? La maestosa aquila in volo con una bottiglia di Fernet Branca tra gli artigli, disegnata nel 1893 dall’illustratore triestino Leopoldo Metlicovitz, è ancora oggi etichetta simbolo dell’azienda. Il rapace e il suo significato sembrano aver portato in alto e oltre confine le Distillerie Branca presenti dopo 172 anni in 160 Paesi con un fatturato superiore ai 300 milioni di euro, in costante crescita nonostante la crisi.
E’ la società dei record nel settore degli spirits a cominciare dalla sua sede milanese di Via Resegone 2, 22mila metri quadrati inaugurati nel 1913 e pervasi dall’intensa aroma dei distillati che produce; simbolo culturale e industriale di Milano, è una delle ultime fabbriche ancora attive sopravvissute immutate nel tempo, parte integrante del tessuto urbano e sociale della città. Il secondo stabilimento si trova in Argentina, a Buenos Aires, sede della Fratelli Branca Destilerias. Grazie all’l’invenzione del cocktail “Fernandito”, che ha diversificato il pubblico e abbassato l’età media a 30 anni, il Fernet Branca è oggi il super alcolico più bevuto in Sudamerica.
La holding, nata nel 1845, vede al timone Niccolò Branca che rappresenta la quinta generazione della famiglia. Il successo della “Branca”, il cui motto è «Novare serbando» (rinnovare conservando), si deve all’antica ricetta segreta di Bernardino Branca che negli anni non ha subito modifiche, come la Coca Cola, e che ha fatto del Fernet-Branca una distillato icona. Ancora oggi la formula rimane segreta e viene tramandata scrupolosamente di generazione in generazione. Fiori, radici, piante, erbe e spezie – provenienti da quattro continenti – vengono scupolosamente pesati, in un locale chiuso, con i vetri oscurati e nel riserbo più assoluto, e poi elaborati in infusi alcolici, estratti e decotti. La miscela riposa almeno un anno in botti di rovere di Slavonia, per affinare ed esaltare le componenti aromatiche, e viene poi imbottigliata ed esportata in tutto il mondo.
Il digestivo “delle 27 erbe”, con l’aloe dal Sud Africa, il rabarbaro dalla Cina, la genziana dalla Francia, la galanga dall’India o dallo Sri Lanka, la camomilla dall’Europa e dall’Argentina, all’inizio fu venduto nelle farmacie come bevanda medicinale “miracolosa” diventando poi, negli anni, un digestivo da offrire dopo il pasto, le nobili donne dell’epoca lo servivano alle amiche al posto del the. L’etimologia della parola Fernet è ancora incerta ma la versione più accreditata è la sua derivazione dalla locuzione milanese fer net, cioè ferro pulito, dalla piastra di ferro rovente che si usava nella preparazione del liquore.
Nel 1965 l’azienda lanciò sul mercato un’altra icona, il liquore Brancamenta, che unisce qualità benefiche e digestive al piacere del gusto rinfrescante. Pare che l’intuizione sia arrivata scoprendo un’abitudine della soprano Maria Callas, che prima di esibirsi chiedeva un bicchierino di Fernet-Branca con l’aggiunta di foglioline di menta.
Negli anni la Famiglia Branca ha consolidato il suo impero con le acquisizioni di famosi marchi del mondo degli spirit e distillati come il Caffè Borghetti, Grappa Candolini, Grappa Sensèa, Punt e Mes, Carpano Classico e Bianco, Antica Formula, Sambuca Borghetti, il distillato premium Magnamater, la vodka Sernova e l’ultimo nato, Carpano Dry allargando anche ai vini con il Chianti Classico Docg Villa Branca e lo spumante Bellarco.
Nel 2009 viene inaugurato, all’interno del complesso industriale di via Resegone, il museo d’impresa. Espressione del fascino di una storia imprenditoriale nella sua dinamica evoluzione offre la possibilità di ripercorrere un secolo e mezzo di comunicazione d’impresa, dai padiglioni nelle prime esposizioni internazionali (Milano 1906, Torino 1911) alle immagini in bianco e nero che riprendono gli usi e le consuetudini di chi frequentava le mescite di allora, fino ai Caroselli e alle pubblicità degli Anni ’60 e ‘80. Si tratta di testimonianze che portano a conoscere valori e tradizioni della storia Branca, una storia di cui l’Azienda è fiera e alla quale ancora oggi si ispira per il futuro. Aziende come Le Distillerie Branca fanno parte di quel patrimonio immenso e unico che tutti ci invidiano e che dovremmo valorizzare di più.
Francesca Corradi & Camilla Rocca