Da Rilke a Picasso il mondo delle maschere e dei clown ha ispirato nel Novecento numerosi tra i più raffinati poeti e artisti. E’ una sorta di metafora permanente della modernità, almeno della scoperta della psicanalisi con Freud, dall’esplosione dell’identità raccontata in teatro da Pirandello, in poesia da Pessoa, in letteratura da Joyce, nell’arte visiva per esempio dal surrealismo. E non poteva sottrarsi a questo confronto un artista di grande potenza espressiva come Alessandro Kokocinski in una mostra dal titolo “La vita e la maschera: da Pulcinella al Clown”.
L’esposizione, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo, che si svolge a Napoli, al Museo Archeologico Nazionale, propone un corpus di oltre settanta opere polimateriche dalle tecniche fortemente innovative – dipinti, sculture, altorilievi, installazioni, disegni, filmati, versi poetici,– ispirate alla metamorfosi della «maschera», che l’artista definisce «mediatrice fra noi e il vuoto insondabile celato», la cui iconografia accompagna da sempre la storia e la storia dell’arte: fra mito, finzione, realtà. La cartapesta – medium essenziale di quasi tutti i lavori – è assoluta protagonista, elemento coagulante, materia dell’effimero. Il limite tra pubblico e palcoscenico si assottiglia fino a scomparire. La marionetta si cala nell’umano, l’umano si trasforma in burattino. Una straordinaria messa in scena quasi teatrale, in cui si esalta la tecnica e la cultura di Kokocinski.
Nato nel 1948 quasi casualmente nel campo profughi di Porto Recanati da madre scampata alla deportazione nazista e padre soldato nell’armata anglo-polacca, Kokocinski può vantare una biografia affascinante e piena di rivolgimenti. Trasferito con la famiglia in Sud America, trascorre i suoi primi anni di vita tra le foreste Misioneras e Iguazù, il Paraguay e la regione di Chaco. Giovanissimo e precoce artista, schedato dal regime militare argentino, si rifugia in Cile dove inizia un percorso politico lavorando alla riforma agraria di Salvator Allende. Quando cade il governo Allende, Kokocinski è già in Europa e presto tornerà in Italia a Roma dove si stabilirà definitivamente e dove continuerà la sua attività artistica connotata da un forte impegno politico, ma anche dalla capacità di mediare la tradizione pittorica classica con le esigenze della contemporaneità.
Pur alla luce della recente personale a Roma, nel 2015, nel prestigioso spazio di Palazzo Cipolla, e in questi mesi a Napoli, due mostre che lo esaltano come uno dei maestri della pittura internazionale, le quotazioni di Kokocinski sono ancora molto appetibili. Le battute d’asta negli ultimi dieci anni sono meno di cinquanta, segno che nessun collezionista o gallerista ha ancora messo in atto manovre speculative, e certezza che l’opera deve ancora apprezzarsi. Due motivi buoni per tenere d’occhio gli sviluppi futuri.
Informazioni utili
KOKOCINSKI
LA VITA E LA MASCHERA: DA PULCINELLA AL CLOWN
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
fino 5 giugno 2017
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Piazza Museo 19
Orario:
Dal lunedì alla domenica dalle ore 09.00 alle ore 19.30.
Chiuso il martedì.
Biglietto:
Intero € 12.00; ridotto € 6.0