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La top Five dei vignaioli di Radda

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Radda in Chianti può sembrare solo un paesino come un altro nella vasta terra del Chianti Classico, ma non è così. E’ una delle frazioni più importanti e al tempo stesso complessa del Consorzio: il San Giovese è un vitigno suscettibile a qualsiasi tipo di variazione, che di altitudine o di geologia del terreno, Radda è tra i terroir più complessi.

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A metà strada tra Firenze e Siena, terra da sempre contesa, come racconta la leggenda che ha donato l’epico nome al Consorzio del Gallo Nero, il 26 maggio si è tenuta qui la prima edizione di Vignaioli di Radda, una grande degustazione con gli ultimi Chianti Classico, Riserva e Gran SeleIone di tutte le aziende di Radda: si parla di una frazione importante dei 37 milioni di Chianti Classico, DOCG da 1997, 27 produttori di cui 21 biologici, per una superficie di 80 km e 700 ettari di vigne, 3 milioni l’anno di bottiglie. Qui nella storia si è giocato il dominio di tante famiglie nobili che hanno fatto la storia della Toscana: gli Acciaioli, i Pazzi, i Ginori Conti e i Samminiati. Dalla tenuta più imponente, Castello di Albola, con oltre 100 ettari di vigne, alla più piccola, Poggio La Croce.

Radda in Chianti è la terra del San Giovese (80 percento del totale) ma anche di vitigni internazionali come il Merlot (10%) e Cabernet (5%) oltre a Malvasia e Trebbiano per il tipico Vin Santo.

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Nei chiostri di un antico monastero del XI secolo la degustazione del meglio dei vignaioli di Radda.
Ecco i cinque che abbiamo particolarmente apprezzato:

  1. Il Solatio 2010 di Castello di Albola, forse l’annata più significativa di questo cru, San Giovese in purezza di un terreno che si trova dai 580 ai 600 di altezza, un terreno dalla grande mineralità che conferisce sentori di frutta di bosco matura, pepe e mentuccia. Un solo ettaro curato manualmente che viene vinificato in Solatio solo nelle annate migliori. Affinamento di due anni in botti grandi di rovere francese e un anno in bottiglia per un gusto setoso, ma dal tannino persistente ed elegante. 
  2. Il Lodolaio, Chianti riserva 2013 della Fattoria Castelvecchi, san Giovese in purezza dal sapore intenso, di grande struttura ed equilibrio. La cantina di Castelvecchi è un antico borgo fortificato del XI secolo, tra le più belle del Chianti Classico. Un antico castello con intorno solo 24 ettari tra i 500 e i 600 metri di altezza, con vigne di età superiore ai cinquantanni.
  3. Il Barlettaio 2011, Chianti Classico Riserva. Siamo nell’azienda tra le più piccole di Radda in Chianti, con soli 3 ettari di vigne e una gestione familiare. 90 percento di San Giovese e 10 percento di Merlot per 2 anni di barrique per un vino dal finale sapido e persistente con note intriganti di viola e frutti a bacca rossa. Una vigna abbandonata che è stata recuperata più di 20 anni fa e fatta tornare all’antico splendore.
  4. Chianti Classico Riserva Colle Bereto 2013, San Giovese in purezza con 30 mesi di maturazione in botti di rovere e altri 6 mesi di affinamento in bottiglia.Da antico dominio della chiesa, chiamata anche la vigna del convento, a possedimenti della famiglia Pinzauti. Un borgo dedito alla preghiera che si trasforma in cantina, con tini da 30hl in rovere: è il vigneto consacrato a Dio.
  5. Istine è l’ultima nata tra le aziende di Radda e è anche al rosa, con una direzione precisa e compita di Angela Fronti. Abbiamo provato uno dei tre cru dell’azienda, Casanova dell’Aia, 100 percento sangiovese. 20 ettari per un’azienda che vinifica per la prima volta nel 2009 ma che ha già ottenuto premi importanti, come miglior cantina emergente per il Gambero Rosso.

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