Una selezione di opere provenienti in gran parte da un’importante collezione privata in bella mostra da Antonacci Lapiccirella Fine Art di Roma alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze.
Ippolito CAFFI (Belluno 1809 – Lissa 1866) Il Canal Grande a Venezia con Santa Maria della Salute. In questa veduta, illuminata in maniera sublime, l’imponente cupola della chiesa di Santa Maria della Salute di Venezia emerge da una foschia viola che si scioglie al sole del mattino. La luce del giorno si diffonde tra i tetti, rivelando uno squarcio di cielo azzurro e illuminando la distesa verde del Canal Grande. Quiete e tranquillità pervadono la scena, raffigurata con il sapiente uso del colore e della luce tipici di Caffi dove qui raggiunge l’apice. Poetico esempio del suo talento, questa tela attesta la capacità di Caffi di tradurre in pittura i mutevoli effetti dell’atmosfera attraverso il sapiente uso della luce e del colore che, insieme all’attenzione meticolosa per l’architettura, fanno di lui l’erede artistico di Canaletto.
Per illustrare alcune delle diverse anime dell’arte del Novecento in Italia si inizia con tre pannelli realizzati da Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – 1932) I pannelli presentati in quest’occasione costituiscono un importante ritrovamento di parti di un grande fregio decorativo Dalla caduta di Roma imperiale alle conquiste ultime della scienza, realizzato da Giulio Aristide Sartorio per la Sala del Lazio in occasione dell’Esposizione Internazionale del Sempione a Milano nel 1906. La composizione, la ricercata eleganza del disegno e il movimento fluido e dinamico delle figure trattate a simulare un antico bassorilievo anticipano quella che sarà la sua maggiore opera monumentale, la decorazione dell’aula parlamentare a Montecitorio, di due anni successiva.
Di quasi venti anni successiva, è la tela di Cagnaccio di San Pietro (Desenzano del Garda 1897 – Venezia 1946), uno dei maggiori iperrealisti italiani, la cui pittura delineata, compatta e precisa è quasi il manifesto del “Realismo Magico”, la corrente artistica elaborata in Italia da Massimo Bontempelli, e mostra evidenti contatti con la Nuova Oggettività. Molto notevole è l’opera presentata – “ La lettera”, del 1925 – nella quale sono ritratte due figure di donne intente a leggere la propria corrispondenza, immerse in una luce ferma e rarefatta del tardo pomeriggio, investite dall’ombra che la casa proietta su di loro, forse il presagio del testo della lettera.
Ugualmente partecipe del clima del Realismo Magico è Edita Walterovna Broglio (Smiltene (Russia) 1886 – Roma 1977), la pittrice lettone che, folgorata dalla luce mediterranea e dalla storia artistica italiana, non farà più ritorno in patria e con il marito Mario Broglio si dedicherà con passione
all’elaborazione della rivista «Valori Plastici» e allo studio della pittura degli antichi, quali Giotto e Piero della Francesca. Scomparso il marito, nel 1956 Edita vive una seconda giovinezza pittorica e dipinge magistralmente “Le quattro ore del Giorno”, lo stesso scorcio di Lerici (SP) per quattro volte; medesima visione, ma diversa condizione di luce: Alba, Mezzogiorno, Tramonto e Notte.
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BIENNALE INTERNAZIONALE dell’ANTIQUARIATO di FIRENZE
Palazzo Corsini
23 Settembre- 1 Ottobre 2017
Preview 22 Settembre
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