Incastrato dalla CIA all’aeroporto John F. Kennedy di New York Jerry Chun Shing Lee, capo della sicurezza per la sede di Christie’s a Hong Kong. Avrebbe svelato alla Cina l’identità di molti informatori USA
Un intrigo internazionale con tanto di spia proveniente da Hong Kong, pedinata da tempo dai servizi segreti, e finalmente incastrata all’aeroporto John F. Kennedy di New York. Con quell’allure di fascino data dal fatto che di mezzo c’è una delle più importanti case d’asta del globo. Ci sarebbero tutti gli ingredienti perfetti per una lussureggiante sceneggiatura hollywoodiana: e invece è tutto reale. Ma in questo caso uno dei fattori viene meno fin da subito: visto che l’arte c’entra poco, e Christie’s – è questa la casa d’aste – entra in scena soltanto come datrice di lavoro del malandrino.
I fatti: il protagonista è Jerry Chun Shing Lee, capo della sicurezza per la sede di Christie’s a Hong Kong, un ex ufficiale della CIA sospettato di aver rivelate le identità di molti informatori dell’agenzia alle autorità cinesi. È lui ad essere stato arrestato e immediatamente sospeso dalla casa d’aste a causa dell’indagine in corso: le informazioni fornite da Lee potrebbero aver potenzialmente portato alla morte o all’arresto di dozzine di informatori.
Agenti dell’FBI scoprirono già nel 2012 che Lee era in possesso di informazioni classificate, nel corso di un normale controllo dei bagagli in Virginia: i funzionari trovarono un diario e una rubrica contenenti indicazioni su diverse strutture segrete, ma non è chiaro il motivo per cui non fu arrestato in quel frangente.