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“Jeff Koons? Cinico e speculatore, non lo vogliamo a Parigi”

Jeff Koons, il progetto per Bouquet of Tulips Jeff Koons, il progetto per Bouquet of Tulips
Jeff Koons, il progetto per Bouquet of Tulips
Jeff Koons, il progetto per Bouquet of Tulips

Da Christian Boltanski a Dominique Perrault, da Frédéric Mitterrand a Nicolas Bourriaud: lettera aperta degli intellettuali francesi contro la megascultura donata dall’artista americano

Un regalo da molti milioni di euro. Eppure a Parigi nessuno lo vuole. Ha incontrato fin da subito diversi ostacoli, il bel gesto dell’artstar globale Jeff Koons: che nel novembre 2015 annunciò di voler donare alla capitale francese una sua monumentale opera, la scultura Bouquet of Tulips, da collocare di fronte al Musée d’art moderne de la ville de Paris e al Palais de Tokyo come “simbolo di memoria” dopo gli attacchi terroristici del 2015. A parte quel certo sciovinismo che qualcuno addebita ai cugini d’oltralpe, ad emergere erano problemi pratici e di procedura: una scultura raffigurante una mano che regge tulipani multicolori di 12 metri di altezza, 8 di larghezza e 10 di profondità, pesante 35 tonnellate, richiede (richiederebbe?) costosi lavori di rinforzo alle sotterranee strutture del Palais de Tokyo; e poi l’artista ha donato soltanto il progetto, mentre i costi di realizzazione – 3,5 milioni di euro – sono a carico dello Stato.

Jeff Koons
Jeff Koons

Ora questo malcontento, più o meno sotterraneo, viene alla luce con una lettera aperta pubblicata dal quotidiano Libération: nella quale un gruppo di importanti figure dell’arte contemporanea, del cinema o del mondo politico chiede che Parigi rinunci all’operazione. Artisti come Christian Boltanski, registi come Olivier Assayas, architetti come Dominique Perrault, politici come Frédéric Mitterrand, ex ministro della cultura, intellettuali influenti come Nicolas Bourriaud o Christian Bernard: pronti a denunciare pubblicamente l’artista che “è diventato l’emblema di un’arte industriale, spettacolare e speculativa“, e “i suoi mercanti, le multinazionali dell’iperluxe“. La scelta dell’opera, e soprattutto la sua collocazione – osservano i firmatari – sono estranee ai tragici eventi invocati, e queste scelte “appaiono a dir poco sorprendenti se non opportunistiche e ciniche”. E non manca una critica alle procedure: “non sarebbe stato necessario procedere per invito a progetti, come è consuetudine, aprendo questa opportunità agli attori di la scena francese?”.

www.jeffkoons.com

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