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I misteri del capitello corinzio ritrovato sulla spiaggia di Sperlonga. Cresce l’importanza dell’eccezionale scoperta

capitello corinzio ritrovato a sperlonga Capitello corinzio ritrovato a Sperlonga (foto pagina fb Comune di Sperlonga)
capitello corinzio ritrovato a sperlonga
Capitello corinzio ritrovato a Sperlonga
(foto pagina fb Comune di Sperlonga)

Con il passare dei giorni, la straordinaria scoperta del capitello corinzio – ritrovato da un pescatore  il 9 marzo sulla spiaggia di Sperlonga antistante la Villa di Tiberio – sembra crescere di importanza.

Dopo i primi studi effettuati e ancora in corso, molte le ipotesi sulla provenienza e la datazione. Secondo le tesi più accreditate probabilmente è frutto di importazioni, o prodotto da officine presenti in Italia ( in questo caso parliamo dell’80 o 70 a.C.) oppure lavorato in Grecia (e in questo caso ci troveremmo nel I sec d.C).

L’unico elemento che emerge con chiarezza è che si tratta di un ‘unicum‘, non solo per la fattura estremamente raffinata e le perfette condizioni in cui è stato trovato  ma anche perché siamo davanti ad una forma che non trova stretti confronti con ciò che è stato fin ora rinvenuto e questo, come ha spiegato l’archeologo Francesco di Mario “rimarca il legame di questa terra con la cultura greco-romana. Basti pensare al mito di Ulisse e di Enea diffuso lungo le nostre coste o alla residenza imperiale di Tiberio”. Come illustrato dalla Sovrintendenza “È questa una variante del capitello corinzio ‘classico’, sviluppatasi in ambiente attico e non molto frequente in occidente, con il kalathos rivestito da baccellature che sembrano emergere da una sola corona di foglie d’acanto”

Un altro punto fermo è che la parte superiore ha visto la luce parecchie volte prima che fosse trovato dal pescatore Francesco Rendinaro, come dimostrano le diverse sfumature della superficie del marmo, da una parte più lucente e dall’altra più opaca .

Soltanto con gli studi più approfonditi delle prossime settimane si potrà sapere qualcosa di più preciso sul misterioso capitello. Seguirà, come ha specificato il Sovrintendente delle provincie di Latina, Frosinone e Rieti, Saverio Urcioli, un’attività di restauro e valorizzazione. Si valuterà l’ipotesi di effettuare ulteriori scavi nella zona del ritrovamento.

Gli abitanti di Sperlonga hanno chiesto che alla fine delle operazioni di restauro il capitello torni nella cittadina in provincia di Latina, considerata uno dei più bei borghi d’Italia. Una legittima richiesta che ricorda il lontano 1957 , quando i cittadini , in particolare le donne, riuscirono ad evitare che gli importanti resti archeologici (identificati con la Villa di Tiberio) ritrovati in seguito ai lavori della via Flacca, andassero ad arricchire qualche collezione della Capitale e che invece ora sono custoditi nel Museo Archeologico di Sperlonga.

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