Manzoni, Fontana, Scarpitta, Boccioni. Ecco gli highlight dell’asta di Christie’s di arte moderna e contemporanea nel suo unico appuntamento italiano, il prossimo 11 aprile a Milano.
E’ fissata per l’11 aprile la prossima asta d’arte moderna e contemporanea a Milano di Christie’s, che festeggia proprio quest’anno il 60° anno di attività in Italia. Era il lontano 1968 quando la nota casa d’asta londinese aprì a Roma il primo ufficio, per poi iniziare a battere le prime aste negli anni ’70.
Altissimo livello anche quest’anno per la selezione delle 50 opere che andranno in asta in quello che è ormai l’unico appuntamento italiano per la maison internazionale. Sono i grandi nomi dell’arte italiana del dopoguerra, gli stessi che troviamo nelle Italian Sale di Londra, i protagonisti del catalogo che sembra pensato per soddisfare tanto i gusti (e le possibilità) dei collezionisti italiani, come di quelli stranieri.
Questi ultimi infatti si sono appassionati alla nostra arte sia grazie al ruolo svolto dalle già citate Italian sale ma anche grazie al crescente interesse di grandi gallerie internazionali. Questo approccio ha portato negli anni costanti successi per Christie’s: la Milan Modern and Contemporary è cresciuta continuamente con in media un tasso di invenduto inferiore al 7% e continuando ad attrarre una platea di collezionisti internazionali che oggi, anche grazie all’apporto di Internet, partecipano all’asta milanese da oltre 17 aree geografiche diverse. Abbiamo dato per voi un’occhiata al catalogo da poco stampato: ecco tutti gli highlight e le opere non perdersi.
- Piero Manzoni, Achrome, 1958 (LOTTO 11). Come Top Lot che guida l’asta milanese c’è l’accattivante purezza e la candida monumentalità dell’Achrome di Piero Manzoni del 1968. Proveniente direttamente da una collezione privata in cui è rimasto finora, quest’opera non è mai stata presentata in un’asta. Fu esposta al pubblico solo nella memorabile retrospettiva dedicata all’artista nel 2014 a Milano. Fra grandi pionieri e provocatori della Milano del dopoguerra, Manzoni diede seguito e sviluppo ulteriore alle ricerche di Fontana e Burri, con l’intento ancora più radicale di capovolgere le concezioni e le convenzioni tradizionali della pittura: gli Achromes, nell’elegante candore monocromatico del caolino, in dialogo tanto con il realismo materico di Burri quanto con l’austero concettualismo monocromo di Klein, sono monumenti di una iconoclastia contemporanea, un’iconoclastia che riporti l’arte ad una ‘tabula rasa‘, purificandola e riconducendola alla condizione di ricettacolo aperto, liberato dalla rappresentazione ma anche da ogni narrativa e dall’ego dell’artista, in attesa solo di attivare il pensiero e l’immaginazione del fruitore. Scriveva infatti Manzoni nel suo catalogo per la mostra alla Tate nel 1974 “In questo modo creo immagini che sono tanto assolute quanto possibili, che non possono essere valutate per quello che esprimono, spiegano ed esplicitano, ma solo per quello che sono: il loro essere”. Stima: 1.800.000 – 2.500.000 euro
- Salvatore Scarpitta, Ammiraglio, 1958 (LOTTO 6).Raro è vedere esemplari di queste tele “bendate” o “avvolte” di cui l’artista realizzò pochissimi esemplari, in quell’annus mirabilis quale viene ritenuto il 1958 per la produzione di Scarpitta. Ancora più raro vederle colorate, e di ben tre colori rosso, giallo e blu. Queste bende sono piena espressione del dopoguerra italiano, e una reazione dell’artista al traumatico confronto con la distruzione che la guerra aveva portato e alla necessità ora di “riparare”, ricostruire, ripartire. “Nelle mie opere precedenti usavo colori a olio, tubetti e pennelli”, spiegava Scarpitta, ‘i tubetti di colore erano come conchiglie, ma io volevo cacciare la preda a mani nude. Iniziai strappando i dipinti a olio, la tela era diventata un nemico assoluto. Quanto percepivo era strettamente connesso alla mia esperienza umana; la guerra mi aveva cambiato, avvertivo il terrore e il desiderio di vendetta, necessitavo di correre il rischio di lasciare un’impronta. Volevo entrare in contatto con la natura nascosta e più difficile delle cose. Altrimenti non sarei mai guarito dalla guerra”. Quest’opera fu esposta nel solo show dell’artista nel 1958 presso la Galleria La Tartaruga, prima occasione in cui queste opere sconcertanti furono mostrate al pubblico, poco prima che Scarpitta, intercettato da Leo Castelli, salpasse per tornare in America. Stima: 800.000 – 1.200.000 euro.
- Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1966 (LOTTO 20). Immancabile presenza in quest’asta è Lucio Fontana, di cui viene presentato, aldilà del taglio rosso al lotto 17 (Concetto spaziale, [Attesa] del 1967 – Stima: 700.000-1.000.000 euro) questo scintillante Concetto Spaziale argenteo, realizzato dall’artista nel 1966 come regalo di compleanno per l’attuale proprietario dell’opera, nella cui collezione è rimasto fino ad oggi. Utilizzando una vernice argentea lucida, Fontana infonde a questo lavoro uno scintillio quasi celeste che richiama gli Olii e i Metalli che aveva creato all’inizio degli anni ’60 ispirato da Venezia e New York. Tuttavia qui la lucentezza viene interrotta dal ritmico puntellare in modo circolare dei buchi che, piccoli e precisi, aprono una dimensione sconosciuta aldilà di quella superficie lucente quasi di materia cosmica. “Facendo un buco nell’immagine, trovo una nuova dimensione nello spazio vuoto. Realizzando fori ho inventato la quarta dimensione”. La luce si muove così dentro e intorno ai bordi delle piccole cavità, continuamente interrotta viene assorbita e deviata da essi, creando un gioco di ombre e una struttura complessa che ci invita a considerare e immaginare cosa giace dietro la superficie, oltre i limiti della nostra percezione consueta. Stima: 800.000 – 1.200.000 euro.
- Alighieri Boetti, Tutto, 1989 (LOTTO 21). Altra opera di interesse – di un altro ben noto nome protagonista delle Italian Sale- è sicuramente il “Tutto” di Boetti del 1989. Si tratta di un esempio eccezionale di una delle ultime serie concepite dall’artista, forse quella più completa e complessa, che racchiude in sé un po’ tutto l’immaginario creativo sviluppato nel corso della sua carriera. Il Tutto di Boetti è una tappezzeria della vita moderna, una cacofonia di forma e colore, dove ordine e disordine si fanno moltitudine vivace di stimoli visivi e creativi, che si fondano fra loro in un’unica necessaria identità. Ispirato anche dalle tradizioni surfiche dell’Islam, Boetti riteneva infatti che uno degli errori più comuni della nostra cultura fosse la pretesa di dividere l’unità e la totalità del mondo in categorie, con l’uso di rigide classificazioni che impediscono di comprendere la necessaria variegata totalità. Stima 300.000/500.000 euro
- Osvaldo Lincini, Amalasunta su Fondo rosso chiaro, 1949 (LOTTO 8). Decisamente affascinate è l’astrattismo mistico delle opere di Lincini, autore che recentemente ha visto un certo ritorno di interesse e qui rappresentato da un’opera della celebre serie dell’Amalasunta, presentata anche alla Biennale di Venezia del 1950. Si fa evidente in questa tela rosso vermiglio il lirismo dell’artista, affascinato dai piaceri sensuali dell’arte e della vita, che trovano espressione in un astrattismo denso di riferimenti simbolici. Immerse in un’atmosfera sospesa di un mondo onirico e surreale, le sue composizioni spesso sono vivaci nei colori, giocose nelle forme e utilizzano in realtà una complessa e criptica simbologia intenta a esplorare i più profondi misteri dell’esistenza racchiusi nell’ordine eterno del cosmo. Stima 400.000/600.000 euro
- Leoncillo, Taglio Bianco, 1960 (LOTTO 18). Leoncillo è un altro autore che ha visto di recente tornare un certo interesse, grazie anche al successo nelle ultime aste. E’ in catalogo con una scultura di densa materia astratta, frutto maturo della sua produzione, Taglio Bianco. La ceramica smaltata bianca arriva in asta per la prima volta e proviene da una collezione privata che l’ha conservata fino d oggi. La purezza plastica della superficie, poi verniciata e smaltata di bianco, viene modellata vigorosamente dalle mani dell’artista, che infonde così pura vitale energia espressiva alla materia. Taglio bianco è il culmine della ricerca di sperimentazione plastica ed esplorazione spaziale effettuata dall’artista. Stima 80.000/120.000 euro
- Gino De Dominicis, Senza Titolo, 1980 (LOTTO 25). Non potevamo non segnalare l’opera di De Dominicis, figura quanto mai emblematica e misteriosa del nostro dopoguerra, ma anche presenza diventata alquanto rara sul mercato, a causa sia della sua stessa idea di arte e relativa attività, sia della gestione poi non sempre chiara del suo estate. Con provenienza e curriculum assolutamente valido si presenta però quest’opera da Christie’s, acquistata all’epoca direttamente dall’artista dal collezionista che l’ha messa ora in asta, ed esposta nell’importante mostra dedicata a Gino De Dominicis, svoltasi a New York, al MoMA PS1, nel 2008. Si tratta di un esempio significativo della maturità raggiunta da De Dominicis nella sua spiazzante produzione che esplorò temi aldilà dell’umano, come l’invisibilità, l’immortalità, l’eternità. In Senza titolo, un etereo profilo femminile si proietta all’interno di una superficie argentea scintillante, come impronta o ombra di una divinità. Evidenti sono in essa reminiscenze di Picasso e della statuaria classica, che rendono l’opera al tempo stesso antica e futuristica, senza tempo. Stima 100.000/150.000 euro
- Enrico Castellani, Superficie bianca, 1981 (LOTTO 38). Altra presenza immancabile in un’asta di arte post-war italiana è sicuramente Castellani e le sue tele estroflesse nonostante il suo mercato veda attualmente un certo momento di stallo dopo l’impennata degli ultimi anni, anche in seguito ai risultati non sempre positivi delle ultime aste. Quella presentata in questa asta da Christie’s è una Superficie Bianca 60×80 degli anni “giusti”, realizzata dall’artista nel 1981, e con una stima in linea con le quotazioni attuali di mercato. – Stima 150.000/200.000 – Castellani è poi presente anche al lotto 12 con un’altra Superficie bianca però di formato quadrato (cm 61,5×61,5) con esteroflessioni solo centrali e precedente, del 1972 (Stima 150.000/200.000)
- Pier Paolo Calzolari,Un Eroe somiglia a… , 1974 (LOTTO 16). Un lavoro molto intrigante quanto enigmatico è quello di Calzolari presentato da Christie’s per questa asta di Milano. Un’ampia tela bianca, interrotta solo da sottili macchie di vernice e olio e da una barra di metallo su cui si regge l’emblematica scritta. Al confine fra la scultura e la pittura, l’opera esemplifica le contemplazioni post-minimaliste dell’artista nei confronti di luce, ombra, materia e tempo, elementi tramite cui Calzolai modella una sua alchimia personale fatta di materiali non stabili e organici che interagiscono con oggetti quotidiani, così reinventati nel loro valore. Quella che sviluppa Calzolari, è una personalissima fenomenologia della materia, dove filosofia e poesia si mescolano in modo evocativo con la materia concreta di oggetti ed elementi grezzi, spesso tramite processi fisico/chimici resi al contempo anche processi semantici e concettuali.– Stima 70.000/100.000 euro
- Alberto Burri, Pittura, 1951 (LOTTO 44). Impossibile non guardare anche all’altro grande innovatore della nostra arte italiana del dopoguerra ammirato in tutto il mondo e protagonista, insieme a Fontana, delle Italian Sale: Alberto Burri. Dell’artista in quest’asta troviamo innanzitutto questa ruvida ma luccicante Pittura che risale agli inizi della sua sperimentazione materica. Qui Burri mescola l’aspra e cupa pietra pomice con dense gocce fluide di pittura e trasparenti strati di vinavil, dando vita a un lavoro quasi magmatico e drammaticamente intenso, lava di pura materia pittorica che prende parte all’esistenza dei materiali e delle cose, ma che vede ribollire già in sé tutti i germi della sua produzione successiva. – Stima 220.000/340.000 – Oltre a quest’opera troviamo di Burri anche il cellotex con foglia d’oro Nero e Oro (Lotto 51) del 1994 e stimato 60.000/90.000 e un Legno (Lotto 1) del ’56 e molto meno impegnativo sia per dimensioni ( cm 5,8×3,5) che per stima (15.000/20.000)
Non solo Arte Contemporanea, ma anche Moderna
Christie’s quest’anno ha scelto di dare spazio nel proprio catalogo non solo ai grandi nomi italiani del post-war, ma anche ad alcuni lavori dei riconosciuti maestri dell’arte figurativa del periodo antecedente, andando ad offrire così ai collezionisti internazionali una panoramica molto più ampia e completa di quella che è stata l’arte italiana nel Novecento, fra contemporaneo e moderno. Fra questi segnaliamo in particolare Umberto Boccioni, che ha visto nelle aste di febbraio a Londra la realizzazione del suo nuovo record d’asta a oltre 9 milioni di sterline per un lavoro futurista. In asta a Milano vi sarà in vece un Ritratto di giovane, 1905-06 (LOTTO 30) ancora figurativo e d’ispirazione divisionista del primo periodo di Boccioni, che recentemente ha visto numerose mostre sia in ambito istituzionale (Palazzo Reale, Mart di Rovereto..) che privato (anche durante l’ultima Arte Fiera abbiamo visto la storica Galleria 56 dedicare un’interessante mostra alle 4 stagioni della sua produzione, oltre a numerosi stand con alcuni suoi lavori su tela o su carta). Assumendo una visione estremamente ravvicinata del volto, Boccioni dà qui particolare enfasi al potere dello sguardo del suo soggetto, che cattura e trattiene la nostra attenzione, creando un ritratto affascinante, di grande complessità psicologica e con un fascino misterioso che lo pone in diretta connessione con lo sguardo dello spettatore, e sembra così già cercare quella “connessione arte/vita” e quell’“entrare dello spettatore nel quadro” poi centrali nella poetica futurista. Stima: 250.000 – 350.000 euro.
A fianco di quest’opera di Boccioni, fra gli altri capolavori dell’arte figurativa italiana, troviamo anche Giorgio De Chirico, presente con una piazza d’Italia del 1940 ca, Piazza d’Italia con Arianna (Lotto 36), stimata 150.000/200.000 euro e con il Trovatore (lotto39) stimato 120.000/180.000 euro; al lotto 42 troviamo invece Scipione con Natura morta con tubino stimata 60.000/80.000 euro, subito seguito al lotto 43 da un Fausto Pirandello con una colorata La spiaggia affollata (1939) stimata 80.000/120.000 euro; infine chiudiamo con un’inconsueta presenza di un autore quale Antonio Donghi di cui affascina però il surreale realismo magico di Ragazzi alla finestra (LOTTO 29) del 1947 stimato 80.000/120.000 euro.
L’appuntamento con il meglio dell’arte italiana del XX secolo è dunque per l’11 aprile, in un’unica tornata alle ore 19, a Palazzo Clerici, Milano.
L’asta sarà preceduta da una sorta di tour nazionale che vedrà esposti i lotti in una venue museale d’eccellenza come il MAXXI di Roma da oggi, 23 marzo, seguita dall’Ersel di Torino il 28, prima di arrivare a Milano per la consueta esposizione dei lotti pre-asta nella sede di Christie’s a Palazzo Clerici, dal 6 al 10 aprile.
Christie’s Milan Modern & Contemporary