L’edizione 2018 di Art Basel Hong Kong si presenta al via con 248 gallerie provenienti da 32 paesi: line-up dominata dai big in arrivo da New York, quasi sempre network con molti spazi espositivi sparsi per il mondo
Le private views inizieranno già da martedì 27 marzo, poi l’apertura al pubblico il 29, fino al 31: l’attenzione del mondo dell’arte contemporanea globale si appresta a indirizzarsi su Hong Kong, dove va in scena una fiera d’arte che dopo 7 anni dall’ingresso nell’alveo Art Basel – prima si chiamava Art HK – è cresciuta fino a divenire uno degli appuntamenti clou dell’anno. Del resto l’area asiatica è da tempo una delle più calde del globo, ed a confermarlo ci sono le continue inaugurazioni a questa latitudini di blue chips gallery occidentali. L’edizione 2018 si presenta al via con ben 248 gallerie provenienti da 32 paesi: ma l’impegno di Art Basel nei confronti della regione li traduce nel fatto che oltre la metà degli espositori hanno spazi espositivi in Asia e Asia-Pacifico.
La line-up è dominata dai big in arrivo da New York, quasi sempre peraltro dei network con molti spazi espositivi sparsi per il mondo: su tutti il gigante Gagosian, ma anche Hauser & Wirth, Marian Goodman, Gladstone, Acquavella Galleries, Lévy Gorvy, Luxembourg & Dayan, Metro Pictures, Pace, Michael Werner, David Zwirner. Ma non manca quasi nessuno dei nomi che contano a livello di mercato, da Blum & Poe di Los Angeles a Gmurzynska di Zurigo, kurimanzutto di Mexico City, White Cube e Marlborough da Londra, Perrotin da Parigi. E sono ben 11 anche le gallerie italiane ad arricchire l’offerta con le loro proposte: in questo caso a guidare la pattuglia è Milano, da dove arrivano Massimo De Carlo, Lia Rumma, Cardi e Francesca Minini, affiancati da Alfonso Artiaco da Napoli, Continua da San Gimignano, Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. da Bologna, Franco Noero e Mazzoleni da Torin, Lorcan O’Neill da Roma e Tornabuoni da Firenze.
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