Può l’intelligenza artificiale giocare un ruolo chiave a favore della cultura?
Il Google Arts & Culture Lab di Parigi risponde a questa domanda presentando gli ultimi prototipi frutto di sette anni di collaborazione con oltre 1.500 istituti culturali provenienti da tutto il mondo. Le applicazioni sperimentali proposte dal Lab parigino eseguono algoritmi di intelligenza artificiale in background destinati alle funzioni più disparate: dalla ricerca di connessioni culturali negli angoli reconditi degli archivi all’individuazione di opere d’arte che si possono abbinare cromaticamente all’arredamento di casa. Scopriamo insieme gli ultimi “figlioletti” made in Google Arts & Culture.
Art Palette
Cosa hanno in comune gli Iris di van Gogh con le Ninfee di Monet e un documento iraniano del XVI secolo? Oltre a essere testimonianze storiche di rilievo, tutte e tre hanno la stessa palette di colori. Se non ci credi, consulta il sito artsexperiments.withgoogle.com e provalo con i tuoi occhi.
I colori comunicano sentimenti e incidono profondamente sull’espressività, chi ama l’arte ne è consapevole. Con Art Palette non solo si trovano connessioni cromatiche tra un’opera e l’altra, ma tu stesso puoi ottenere i giusti stimoli alla creatività. Sei rimasto colpito da un fiore con particolari sfumature? Fotografalo e inserisci l’immagine su Art Palette, in men che non si dica potrai scegliere la tonalità cercata e vedere a quali opere d’arte si abbina. Persino il tuo maglione o il divano di nonna possono avere qualcosa in comune con un dipinto di Paul Signac del 1898.
Il meccanismo dietro a questa divertente applicazione è una combinazione di algoritmi di visione artificiale che abbina alla tonalità scelta le opere d’arte selezionate dalle istituzioni partecipi al progetto.
Identificare le opere d’arte del MoMA con il machine learning
Il Museum of Modern Art di New York ha documentato fotograficamente le proprie mostre fin dalla prima esposizione nel 1929. A queste fotografie mancavano però preziose informazioni relative alle opere immortalate.
Su un archivio di oltre 30.000 documenti il problema del recupero dei dettagli non è di poco conto. Richiede occhi esperti, tempo a disposizione e buona volontà. Si è così ricorsi a un “aiutino” tecnologico da parte di Google. Da questa collaborazione è nata un’applicazione in grado di identificare 27.000 opere d’arte trasformando l’archivio fotografico del MoMa in un database interattivo disponibile all’indirizzo www.moma.org.
LIFE Tags
Non c’è due senza tre. L’ultimo prototipo di Google Arts & Culture porta a nuova vita le fotografie della celebre rivista Life. In oltre 70 anni di attività sono stati realizzati milioni di scatti di cui solo il 5% è stato pubblicato. Tutte le fotografie oggi costituiscono l’archivio di Life che si estende per 1.800 metri attraverso tre magazzini. Per rendere più agevole la consultazione a chiunque, LIFE Tags sfrutta la visione artificiale scansionando, analizzando e applicando tag alle fotografie dell’archivio di Life. Grazie alle etichette così create automaticamente, questa straordinaria raccolta è oggi un’enciclopedia interattiva consultabile con un semplice click. Per maggiori info: artsexperiments.withgoogle.com.
Le nuove applicazioni progettate dal Lab parigino non solo sperimentano innovativi e divertenti approcci al mondo della cultura, ma vogliono soprattutto promuovere il dialogo e il dibattito collettivo sul futuro della tecnologia come supporto alla scoperta e alla creatività.