La Galleria Lia Rumma di Napoli ospita la mostra personale dedicata all’artista tedesco Thomas Ruff. Fino al 10 maggio 2018.
Allievo di Bernd e Hilla Becher alla Kunstakademie di Dusseldorf, Thomas Ruff (Zell am Harmersbach, Germania, 1958) è artefice di un nuovo linguaggio artistico che indaga le potenzialità del mezzo fotografico: Ruff intende la fotografia sia come strumento di sperimentazione tecnica, sia come luogo di interrogazione.
Il percorso espositivo presso la Galleria Lia Rumma è diviso in tre parti. All’ingresso accolgono il visitatore le opere della serie “w.g.l.” dedicata alle “installation shot”: un lavoro dell’artista sulla documentazione storica della mostra di Jackson Pollock alla Whitechapel Gallery di Londra nel 1958. In diverse sue foto Thomas Ruff modifica, manipola o ricolora opere di altre fonti, incluse immagini tratte da collezioni o da giornali. Si tratta di una ricerca improntata alla trasformazione della fotografia: dal cinema, al digitale, dalla nascita di internet, alla diffusione di ogni singola figura.
Proseguendo con la mostra, la sala numero 1, “press++”, presenta le manipolazioni e i ritocchi che normalmente accompagnavano la distribuzione e la circolazione delle immagini prima dell’avvento di internet. Ruff rende visibili ai visitatori le sbavature, i commenti, i ritagli e i ritocchi dell’epoca. Grazie alla sovrapposizione viene creata dall’artista una nuova immagine.
Concludono il percorso espositivo i lavori della serie “negative” -in cui il negativo fotografico non è più un mezzo per ottenere l’immagine- e i “photograms”, l’evoluzione in 3D delle tecniche sperimentali usate agli inizi del Novecento da Man Ray e da Laszlo Moholy Nagy. Nelle foto della serie “negative” Ruff scansiona positive di stampe fotografiche e inverte digitalmente i toni da seppia in blu, il bianco e il nero, ottenendo immagini negative. Ruff inverte i processi presentando immagini che mostrano e raccontano la storia dello sviluppo tecnologico e delle fotografia degli ultimi decenni.
>>“Quando si realizzano i fotogrammi, senza l’uso di una fotocamera, si può effettivamente chiamare quella fotografia, astratta, poiché mancano la lente e il supporto di registrazione corrispondente. Non hai più foto di realtà o oggetti; hai solo le loro ombre. È un po’ come la grotta di Platone, dove si può solo immaginare la realtà; gli oggetti stessi non erano visibili”. Thomas Ruff
Tradizionalmente i fotogrammi sono realizzati posizionando oggetti su carta fotosensibile e esponendo quest’ultima alla luce, registrando così le sagome degli oggetti. Affascinato da questo metodo, Ruff ha collaborato con un esperto di imaging 3D per progettare una camera oscura virtuale che gli avrebbe consentito di sperimentare una gamma infinita di forme. Partendo dall’esperienza dei fotogrammi di Moholy-Nagy, è in grado di realizzare le forme, i colori e le trasparenze attraverso il digitale. Stampe cromogeniche fatte di nebulose ombre, sfere, zigzag e spigoli con sfondi dai colori intensi: ecco l’enigmatico mondo fotografico di Thomas Ruff.
Informazioni utili
THOMAS RUFF
Galleria Lia Rumma, via Vannella Gaetani, 12 Napoli
Dal 22 marzo al 10 maggio 2018