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Thomas Ruff. Le infinite possibilità del mezzo fotografico, a Napoli

Thomas Ruff Thomas Ruff - Galleria Lia Rumma, Napoli ©Danilo Donzelli Photography
Thomas Ruff
Thomas Ruff – Galleria Lia Rumma, Napoli ©Danilo Donzelli Photography

Ultimi dieci giorni per visitare la mostra personale dedicata al fotografo tedesco Thomas Ruff alla Galleria Lia Rumma di Napoli

Artefice di un nuovo linguaggio artistico che indaga sulle potenzialità del mezzo fotografico, Ruff -allievo di Bernd e Hilla Becher, alla Kunstakademie di Dusseldorf- intende la fotografia sia come strumento di sperimentazione tecnica, sia come luogo di interrogazione. La Galleria Lia Rumma ospita un percorso espositivo diviso in tre parti. All’ingresso, il visitatore è accolto dalle opere della serie “w.g.l.”, dedicata alle “installation shot”, in cui l’artista ha lavorato sulla documentazione storica della mostra di Jackson Pollock alla Whitechapel Gallery di Londra nel 1958.

In molte sue foto, modifica, manipola o ricolora opere di altre fonti, incluse immagini tratte da collezioni o da giornali. E’ una ricerca improntata alla trasformazione della fotografia, dal cinema, al digitale, dalla nascita di internet, alla diffusione di ogni singola figura.

Osservando la serie di fotografie “w.g.l.”, Ruff ha aggiunto colore al pavimento e ai soffitti della galleria, sono istantanee scattate alla prima esposizione delle opere espressioniste astratte di Jackson Pollock nel 1958. Attraverso queste piccole modifiche, di rivoluzionario non sono solo i dipinti di Pollock, ma anche la percezione dello spazio della galleria stessa. La fotografia trasforma lo spazio architettonico della Whitechapel Gallery nell’aspetto più interessante della composizione.

Thomas Ruff - Galleria Lia Rumma
wgl – Thomas Ruff – Galleria Lia Rumma

Proseguendo con la mostra, nella sala numero 1, con “press++” sono state rese manifeste le manipolazioni e i ritocchi che normalmente accompagnavano la distribuzione e la circolazione delle immagini prima dell’avvento di internet. Osservando le quattro foto di grandi dimensioni, Ruff scansiona entrambi i lati dei documenti originali e li sovrappone in Photoshop, offrendo al fruitore di notare le sbavature, i commenti, i ritagli e i ritocchi dell’epoca. La sovrapposizione fa sì che ciascuna parte perda le informazioni previste e l’unione dei due lati crei una nuova immagine.

L’interesse è per la parte anteriore del foglio, per le parole, per i timbri, per le firme, per le macchie e i segni sul retro, ciò genera una serie di fotomontaggi che compromettono l’integrità di ogni singolo lato, attua una “decostruzione dell’immagine”.

Concludono il percorso espositivo i lavori della serie “negative”, dove il negativo fotografico non è più un mezzo per ottenere l’immagine, e i photograms, l’evoluzione in 3D delle tecniche sperimentali usate agli inizi del Novecento da Man Ray e da Laszlo Moholy Nagy. Nelle foto della serie “negative” in mostra, Ruff scansiona positive stampe fotografiche, inverte digitalmente i toni da seppia in blu, bianco e nero, in modo che le immagini appaiano come negative. Il risultato di questo procedimento è un oggetto di osservazione e contemplazione.

Thomas Ruff - Galleria Lia Rumma
press++ – Thomas Ruff – Galleria Lia Rumma

Ciò che nell’epoca analogica era considerato solo uno strumento per ottenere un risultato, con Ruff diventa la principale prerogativa dell’azione artistica. Invertendo il processo, le immagini mostrano e raccontano la storia dello sviluppo tecnologico e delle fotografia degli ultimi decenni.

Thomas Ruff afferma: “Quando si realizzano i fotogrammi, senza l’uso di una fotocamera, si può effettivamente chiamare quella fotografia, astratta, poiché mancano la lente e il supporto di registrazione corrispondente. Non hai più foto di realtà o oggetti; hai solo le loro ombre. È un po’ come la grotta di Platone, dove si può solo immaginare la realtà; gli oggetti stessi non erano visibili”.

Tradizionalmente i fotogrammi sono realizzati posizionando oggetti su carta fotosensibile e esponendo quest’ultima alla luce, registrando così le sagome degli oggetti. Affascinato da questo metodo, Ruff ha collaborato con un esperto di imaging 3D per progettare una camera oscura virtuale che gli avrebbe consentito di sperimentare una gamma infinita di forme.

Thomas Ruff - © Danilo Donzelli Photography
Thomas Ruff – © Danilo Donzelli Photography

Partendo dall’esperienza dei fotogrammi di Moholy-Nagy, Ruff è in grado di realizzare le forme, i colori e le trasparenze attraverso il digitale. L’artista, in questo modo, può accedere a soluzioni illimitate e controllare definitivamente il suo lavoro. Le sue stampe cromogeniche descrivono un enigmatico mondo fotografico di nebulose ombre, sfere, zigzag e spigoli, con sfondi dai colori intensi, è un’incredibile frontiera visiva della sua stessa creazione. Affascinanti e impattanti i due fotogrammi in mostra, r.phg11_I e rphg.06.

L’artista di Düsseldorf non registra o documenta eventi storici, non immortala una singola immagine, lavora su di essa, attinge dalla realtà solo per sperimentare ed indagare sulle potenzialità dell’apparecchio fotografico.

Thomas Ruff
Thomas Ruff – Galleria Lia Rumma, Napoli ©Danilo Donzelli Photography

Informazioni utili

THOMAS RUFF

Galleria Lia Rumma, via Vannella Gaetani, 12, Napoli

Dal 22 marzo al 10 maggio 2018

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