Nasce Open Heritage: una visita virtuale e tridimensionale ad alcuni dei tesori culturali più straordinari al mondo oggi a rischio di scomparsa, tra cui Pompei e Stabia in Italia.
Il progetto nasce grazie alla collaborazione tra Google Arts & Culture e CyArk, organizzazione no profit attiva nel settore dell’archeologia digitale.
Era il 2001 quando ricevemmo esterrefatti la notizia della distruzione dei due monumentali Buddha di Bamiyan da parte dei talebani, a 230 chilometri da Kabul. I due colossi, alti 55 e 33 metri, erano stati scolpiti direttamente nella roccia nell’arco di due secoli (III – IV secolo d.C.). L’odio accecante, con l’aiuto di esplosivi e di cannonate, li ha spazzati via lasciando un vuoto incolmabile. Un crimine efferato contro il patrimonio culturale mondiale.
Ben Kacrya, ingegnere iracheno, vide in TV questo terribile scempio e ne rimase sconvolto. Kacrya, uno degli inventori del primo sistema di scansione laser tridimensionale, comprese che questo tipo di tecnologia poteva essere una risorsa preziosa per documentare dettagliatamente monumenti e siti archeologici in pericolo così da tramandarli alle generazioni future. Dall’intuizione di Kacrya nacque CyArk, organizzazione no profit dal 2003 impegnata nella realizzazione di un immenso archivio in 3D comprensivo di oltre 200 monumenti a rischio a causa dell’azione umana e della natura.
>>La collaborazione tra la piattaforma di Google e CyArk estende il sogno di Kacrya a tutti noi, basta una connessione a internet e chiunque potrà vivere e conoscere, anche se da remoto, questo inestimabile patrimonio in via di “estinzione”.
Nella mostra online potrete esplorare le storie di oltre 25 luoghi iconici in pericolo appartenenti a 18 Paesi tra cui l’antica metropoli maya di Chichén Itzá in Messico, il Palazzo di Al Azema a Damasco, l’antica Corinto in Grecia, il sito archeologico di Pompei e la torre di Pisa in Italia. Dal monastero di Geghard in Armenia, scolpito in parte nella roccia, alle rovine della città di Ayutthaya, in Thailandia, viaggerete per il mondo alla scoperta delle sue meraviglie. È la prima volta in assoluto che sulla piattaforma made in Google vengono caricati dei siti archeologici fruibili in 3D.
La tecnologia ha raggiunto livelli tali da consentire di registrare i monumenti nei più piccoli e fini dettagli grazie a scanner laser a precisione millimetrica in 3D. Il risultato è una straordinaria restituzione digitale del monumento che può avere applicazioni molteplici, dal semplice godimento artistico allo studio dettagliato delle aree danneggiate a supporto di futuri restauri.
Per alcuni siti archeologici sono stati sviluppati dei modelli complessi in 3D in cui è possibile immergersi e ammirarne ogni angolazione usando Google Poly, nuovo visore 3D, sulla piattaforma Google Arts & Culture. Il progetto di Big G. non finisce qui: Open Heritage è praticamente “open source”. Grazie a Google Cloud Platform chiunque può richiedere il download dei dati originali raccolti dall’archivio di CyArk per utilizzarli a beneficio di questo patrimonio culturale in grave pericolo.
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