Sterilità, vuoto e spersonalizzazione dell'io: le icone di Daniele Galliano, a Milano

Lo spazio NONOSTANTEMARRAS di Milano presenta la mostra Daniele Galliano. I poeti lavorano di notte. Dal 4 maggio al 3 giugno 2018.

Daniele Galliano (Pinerolo, 1961) indaga il mondo di oggi con gli occhi di chi si accorge che dietro le apparenze si nasconde un vuoto di valori e conoscenza. I poeti lavorano di notte presenta una selezione di una cinquantina di opere tra cui olio su tela, olio su carta, collage, acquerelli, gouache su carta e fotografie che ripercorrono la carriera artistica di Daniele Galliano attraverso lavori di piccolo e medio formato che spaziano dagli anni Novanta ad oggi. Si tratta di una mostra che vuole rappresentare un viaggio alla ricerca di una sorta di unicità che difficilmente è apprezzabile nell’allucinazione collettiva dettata dai mass-media e social network.

>>Le sue icone nel sono, come li descrive la curatrice Francesca Alfano Miglietti, “corpi perfetti, corredati e accessoriati ma privati di occhi, bocche, privati della sfera emozionale, sensoriale e riproduttiva, una perfezione sterile e sterilizzata. Galliano dipinge delle icone alle quali è possibile riferire molte metafore concettuali visive, un orizzonte in cui per definire che cosa è o non è umano dobbiamo ricorrere alla mediazione di una serie di costrutti culturali ed è quindi impossibile affermare che esiste un’unica qualità essenziale in grado di tracciare una linea netta tra umanità e non-umanità”.

Nelle sue serie, tra cui We’re gonna have a real good time together, Empty head, Constellation, si avvertono i paradossi e le tematiche antitetiche che permeano la società di oggi: così, si avverte la spersonalizzazzione dell’io, che altrettanto fortemente rivendica la sua unicità e individualità quando lo spettatore osserva le opere per carpirne i confini, i limiti. Un universo di reale e non-reale, di visto e non-visto, di intuibile e allo stesso tempo insondabile.