Il Sangue Macchia, Sir: una nuova indagine di Vittorio Maria Canton, il Principe Investigatore tra arte contemporanea a cronaca d’antan.
«Vieni, caro, comportiamoci come nei salotti bene e facciamo finta di non averlo visto».
«Milady, fare finta di non averlo visto sarebbe maleducato».
«Gelasio, è proprio così che si fa nei salotti per bene!»
Il Principe investigatore è tornato. Ma non chiamatelo così, Vittorio Maria Canton di Sant’Andrea è un Conte. Decaduto, ovviamente. Dopo il brillante esordio con Giallo Banana, la coppia di autori formata da Giovanni di Giamberardino e Costanza Durante ha dato seguito alle avventure del detective più improbabile della letteratura italiana.
Il primo volume era ambientato nel mondo dei salotti bene dall’aristocrazia romana tra nobili cafonal e soubrettine televisive: una parodia e una lettera d’amore a tutte le Marina Ripa di Meana, Pinina Garavaglia e Patrizia De Blanck del circondario.
In Il Sangue Macchia, Sir, ritroviamo tutti gli elementi che ci hanno fatto innamorare di Vittorio Maria Canton: lo stile brillante, i personaggi improbabili e un omicidio da risolvere come un cruciverba. Vittorio Maria Canton difatti è un grande appassionato di enigmistica. Vive con la zia Magda, che in questo nuovo caso si conferma un personaggio enorme, e il maggiordomo Gelasio. Ex spia russa scappata da chissà quale campo di prigionia siberiano con una passione per i One Direction. Vittorio Maria invece si lascia guidare da Whitney Houston. Zia Magda passa il tempo a chiedersi cosa abbia fatto di male per meritare di finire a vivere con due deficienti, ma ovviamente senza di loro non saprebbe stare. Come non sa stare senza un bloody mary fatto come si deve.
In Giallo Banana Vittorio aveva risolto l’assassinio di Polly Castaldi Castaldi (ex concorrente all’Isola dei Famosi), in Il Sangue Macchia, Sir veniamo invece catapultati nel mondo dell’arte contemporanea, per districare la matassa di un omicidio avvenuto 20 anni prima, nel 1997, quando in cima alle classifiche di tutto il mondo imperavano le Spice Girls.
In quegli anni Vittorio Maria era un ventenne che si affacciava in maniera impacciata ai primi amori gay, viveva già con zia Magda e la TV era già un punto fermo della sua pigra routine. In quei giorni, che sembrano ormai lontani, a tenere banco nella cronaca nera e nei salotti TV c’era il caso dell’Omicidio dell’Aventino, con tanto di intercettazione telefonica finita a Chi l’ha visto?.
È Diana Palladio, figlia del presunto killer, a ingaggiare Vittorio Maria per risolvere questo mistero. Pronta a essere lanciata nel mondo dell’arte contemporanea con una chiacchieratissima performance al MACRO, la giovane artista è convinta dell’innocenza del padre.
Il nostro investigatore si trova così a ficcare il naso in quel mondo fatto di gallerie d’arte, artisti, collezionisti, critici e curatori. Una mostra fatta di sole cornici? E le opere dove sono?! Ma quella è solo la prima delle stranezza in cui si imbatte Vittorio Maria.
Il racconto ci porta aventi e indietro nel tempo, sia per ricostruire le vicende dell’Omicidio dell’Aventino che quelle dalla famiglia del nostro protagonista. Una famiglia strampalata ovviamente, ma ricca di magnetismo, e -siamo pronti a scommettere- ricca di molte altre sorprese.
Il giallo all’italiana vive un momento di particolare fortuna: Rosa Teruzzi con la sua saga sulla Fioraia del Giambellino si concentra su Milano e sul versante femminile della fiction, Federico Maria Rivalta con la serie di Riccardo Ranieri ci porta a Padova; Di Giamberardino (sarà un nobile decaduto anche lui?) e Durante invece hanno a disposizione una Roma piena di parvenu e “barabumba”, una sana passione per il trash, un investigatore indolente ma testardo, un eroico maggiordomo e una zia sagace, che non ce la racconta giusta. Ai profani del mondo dell’arte quello raccontato dai due autori sembrerà una geniale parodia: grottesca, cinica e fantasiosa. Agli addetti ai lavori invece… Sembrerà una descrizione fedele e realistica.
Il Sangue Macchia, Sir è un romanzo caustico che racconta con lucidità quell’Italia ossessionata della cronaca nera, morbosamente appigliata alle vicende di famiglie disgraziate esibite in TV al pari di una performance da Biennale, dove Chi l’ha visto? e La Vita in Diretta sono diventati le nuove case d’aste in cui lo scandalo viene battuto al rialzo.
Riproponendo la formula del loro esordio, Giallo Banana, Di Giamberardino e Durente mettono a segno un altro romanzo, perfettamente riuscito, che mescola alla perfezione elementi drammatici e brillanti, realtà e parodia, cultura pop e altra cultura pop.
>> Il Sangue Macchia, Sir, in libreria dal 21 giugno
Edito da Neri Pozza