Il direttore del MAMbo presenta a Bologna gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese indagati attraverso i lavori di 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti
“Non si sviluppa, volutamente, intorno a un concept unitario e monolitico, ma propone interrogativi e possibili letture della contemporaneità in una prospettiva aperta, dialettica e magmatica”. Sono queste le premesse sulla base delle quali Lorenzo Balbi ha strutturato That’s IT!, di fatto il primo progetto espositivo proposto da quando lui dirige il MAMbo di Bologna (le mostre precedenti erano in qualche modo avviate da precedenti gestioni). Ed a definire meglio il plot curatoriale provvede il sottotitolo: Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine. Ovvero gli sviluppi più recenti dell’arte nel nostro Paese indagati attraverso i lavori di 56 tra artisti e collettivi nati dal 1980 in avanti, che esplorano differenti media e linguaggi.
Incuriositi dalla questione del confine? Si tratta di una citazione dei versi di Arte e confini di Bruno Munari (Codice ovvio, 1971): “In italia l’arte ha da essere italiana / in polonia polacca / in turchia turca e se un turco va a dipingere in polonia / che arte ha da fare? / e se la polonia occupa la turchia? in italia arte italiana e a un metro e ottanta dal confine francese? / in italia arte italiana / in sicilia siciliana / in piemonte piemontese / a milano milanese / e in corso garibaldi 89? / in italia l’arte ha da essere arte / in polonia arte / l’etichetta verrà dopo”. Che poi Balbi declina sulla base di alcuni interrogativi: Ha ancora senso oggi definire un artista “italiano”? Cosa contribuisce a determinare la definizione di “italianità”? Tale definizione ha delle conseguenze sull’autorappresentazione dell’artista? Dove e come poniamo il confine geografico e generazionale?
Il museo risponde sviluppando una vocazione che lo ha reso uno dei punti di riferimento per la ricerca sulle
nuove generazioni, sui media sperimentali e su nomi emergenti mai presentati in Italia. L’approccio lo spiega direttamente Balbi nell’intervista video che trovate in pagina: quanto ai risultati, rimandiamo ad una disamina più centrata, visto che aver visto la mostra con le migliaia di visitatori accorsi da tutta Italia per la preview rischia di essere fuorviante. Certo, non nascondiamo una certa sensazione di disorientamento, ma il proporsi la mostra come “vetrina” generazionale priva di forti linee guida critiche porta inevitabilmente a questo. Rafforzato comunque da un allestimento abbastanza caotico e un po’ troppo “denso” nel rapporto tra opere e spazi disponibili. Ma una review comunque coraggiosa e utile, che aprirà dibattiti e lascerà un segno nella (ri)definizione del panorama creativo italiano. Menzione obbligatoria – non ce ne vogliano gli altri artisti – per la bellissima installazione video di Margherita Moscardini, 1xUnknown, ispirata alla linea difensiva Atlantic Wall concepita dal terzo reich fra il 1942 e il 1944.
Gli artisti e collettivi presenti: Matilde Cassani (1980), Giuseppe De Mattia (1980), Margherita Moscardini (1981), Michele Sibiloni (1981), Riccardo Benassi (1982), Ludovica Carbotta (1982), Danilo Correale (1982), Andrea De Stefani (1982), Giulio Squillacciotti (1982), Marco Strappato (1982), Carlo Gabriele Tribbioli (1982), Ian Tweedy (1982), Invernomuto (Simone Trabucchi, 1982 e Simone Bertuzzi, 1983), Francesco Bertocco (1983), Giovanni Giaretta (1983), Lorenzo Senni (1983), Alberto Tadiello (1983), IOCOSE (Filippo Cuttica, 1983, Davide Prati, 1983, Matteo Cremonesi, 1984 e Paolo Ruffino, 1984), Elia Cantori (1984), Giulio Delvè (1984), Elena Mazzi (1984), Diego Tonus (1984), Calori&Maillard (Violette Maillard, 1984 e Letizia Calori, 1986), Federico Antonini (1985), Alessio D’Ellena (1985), Nicolò Degiorgis (1985), Riccardo Giacconi (1985), Adelita Husni-Bey (1985), Diego Marcon (1985), Ruth Beraha (1986), Elisa Caldana (1986), Roberto Fassone (1986), Francesco Fonassi (1986), Petrit Halilaj (1986), Andrea Kvas (1986), Beatrice Marchi (1986), The Cool Couple (Niccolò Benetton, 1986 e Simone Santilli, 1987), Filippo Bisagni (1987), Benni Bosetto (1987), Lia Cecchin (1987), Alessandro Di Pietro (1987), Stefano Serretta (1987), Giulia Cenci (1988), Tomaso De Luca (1988), Julia Frank (1988), Marco Giordano (1988), Orestis Mavroudis (1988), Valentina Furian (1989), Parasite 2.0 (Stefano Colombo, 1989, Eugenio Cosentino, 1989 e Luca Marullo, 1989), Alice Ronchi (1989), Emilio Vavarella (1989), Irene Fenara (1990), Angelo Licciardello (1990) & Francesco Tagliavia (1992), Caterina Morigi (1991), Margherita Raso (1991), Guendalina Cerruti (1992).