The List è un’installazione dell’artista turco Banu Cennetoğlu allestita in una strada di Liverpool in occasione della Biennale. Dedicata agli immigrati morti dal 2013 mentre cercavano di raggiungere l’Europa
Dalle nostre parti, l’attenzione costante – diciamo così, poi ognuno la giudichi come crede – alle diverse problematiche legate alla questione immigrazione si identifica con la persona del ministro degli Interni Matteo Salvini. Ma nel resto d’Europa il tema non è certo secondario, e gli appelli italiani alla condivisione dell’accoglienza vanno spesso a scontrarsi con muri più o meno reali o simbolici. Al di là della Manica poi la faccenda assume contorni decisamente più strutturati: visto che il problema dell’afflusso spesso incontrollato di migranti e richiedenti asilo proveniente dalle rotte africane si incrocia con le articolate tematiche apertesi con la Brexit. Le reazioni della popolazione sono notoriamente molto diversificate, ma è indubbio che sul suolo inglese la corda “immigrazione” è in questo momento storico particolarmente sensibile. È in questo contesto che va letto l’episodio dipanatosi nelle ultime settimane, che coinvolge molto strettamente il mondo dell’arte: accaduto a Liverpool, dove fino al 28 ottobre va in scena la decima edizione dell’omonima Biennale d’Arte. Evento che si trova ad affrontare il vero e proprio accanimento di ignoti cittadini contro un’opera esposta all’aperto in Great George Street, per ragioni palesemente legate ad intolleranza. The List – questo il titolo dell’installazione, dell’artista turco Banu Cennetoğlu, consiste infatti in una lunga serie di manifesti che riportano i nomi di 34.361 immigrati, morti dal 2013 mentre cercavano di raggiungere l’Europa.
L’opera è stata distrutta da ignoti vandali una prima volta a luglio, e alla fine del mese è stata restaurata dagli organizzatori della mostra e posizionata di nuovo sui tabelloni che la ospitavano sulla strada di Liverpool. Tutto inutile: dopo pochi giorni, gli accaniti contestatori hanno di nuovo ridotto i manifesti in brandelli. Ma ora lo stesso Cennetoğlu ha comunicato di non volerli più reinstallare, convinto che lasciare i resti dell’elenco lungo circa 300 metri servirà come “promemoria della violenza sistematica esercitata contro le persone“. Dal 2007 l’artista si è impegnato a fondo per rendere The List visibile al mondo: lo ha stampato, distribuito ai passanti, l’ha affisso su cartelloni pubblicitari in diverse altre città, tra cui Berlino, Istanbul, Basilea e Atene. Il progetto, aggiornato ogni anno da United for Intercultural Action, una rete europea di 550 organizzazioni antirazziste in quarantotto paesi, non era mai stato preso di mira da vandali in precedenti occasioni. “Siamo rattristati da questo atto di vandalismo insensato“, ha dichiarato in una nota un portavoce del Consiglio comunale di Liverpool, assicurando che la città collaborerà con la Biennale di Liverpool per “promuovere una società tollerante“.
La lista dei 34.361 immigrati morti