Le poche fragili ossa risalenti a circa 12mila anni fa sono sopravvissute ad un violentissimo incendio. È uno dei reperti più importanti conservati nel museo, quasi un’icona per le migliaia di visitatori
Le squadre di soccorso non potevano credere ai propri occhi: poche fragili ossa risalente a circa 12mila anni fa, sopravvissute ad un violentissimo incendio, quello che lo scorso 2 settembre ha letteralmente polverizzato il Museo Nacional di Río de Janeiro, e la maggior parte della sua collezione di 20 milioni di pezzi. E invece il confronto con gli studiosi del museo ha confermato quello che ha del miracoloso: il cranio di Luzia, il più antico scoperto in Sud America, uno dei reperti più importanti conservati nel museo, quasi un’icona per le migliaia di visitatori che ne affollavano le sale, è stato ritrovato pressoché intatto fra le macerie. Il reperto fu ritrovato nello stato di Minas Gerais nel 1974, e corrisponde a quello di una donna morta tra i 20 e i 25 anni.
A dare la conferma ufficiale Claudia Rodrigues Carvalho, ricercatrice presso l’istituzione e fra i membri del team che lavorano al salvataggio dei pezzi sopravvissuti: “Dato che il cranio era stato ricostruito, la colla usata è stata sciolta dal fuoco e tutti i pezzi si sono staccati. Alcuni sono stati leggermente danneggiati dal fuoco e dal calore, ma la maggior parte sono in buone condizioni“.