Come negare che Niccolò Paganini sia stato una vera e propria rockstar del passato, il rapporto che il musicista aveva con il suo strumento, il virtuosismo, le spettacolari performances in pubblico, i concerti affollati, sono solo alcune caratteristiche che lo avvicinano alle stelle del rock della nostra epoca.
E l’artista che più si può accostare al grande genio del violino è senza dubbio Jimi Hendrix. Ed è proprio da questi punti in comune, da queste affinità che un comitato scientifico composto da studiosi come Claudio Proietti, Roberto Iovino, Maria Amoretti Fontana e Pietro Leveratto ha avuto l’idea di pensare una mostra dedicata a questi due grandi artisti della musica da installare nelle sale di Palazzo Ducale di Genova.
Idea assolutamente sostenuta dal direttore del Ducale Luca Bizzarri che ha portato all’attuazione della cosa tramite Roberto Grisley, Raffaele Mellace e Ivano Fossati. Roberto Grisley, uno dei maggiori studiosi di Paganini, generoso maestro e appassionato curatore, è purtroppo scomparso prematuramente nel luglio scorso, per questo la mostra è a lui dedicata.
“Questo è un giorno felice per me -ha dichiarato Bizzarri- perchè inauguriamo una mostra nata qui. Ricominciamo a produre mostre fatte da noi. Quest’anno sono 4 e questa è quella su cui abbiamo speso di più. Una mostra rigorosa, fatta da competenti del settore, ma anche una mostra che sembra un vero e proprio spettacolo”.
Presente alla conferenza oltre agli assessori alla cultura Ilaria Cavo e Barbara Grosso anche la figlia di Jimi Hendrix, la quale ha affermato di essere rimasta colpita da questa realizzazione scaturita da un’idea geniale come quella di mettere a confronto i due artisti. Attraverso una narrazione originale e multimediale, la mostra mette in scena l’artista Paganini, e, come da dietro le quinte di un teatro, ricrea la magia dello spettacolo, rivela la costruzione del mito e ne lascia emergere tutta l’attualità.
“Jimi Hendrix è il più accostabile a Paganini – ha detto Ivano Fossati – La sua musica non ha mai smesso di crescere per questo è da considerare un compositore moderno. L’importanza compositiva di Hendrix è l’unica che poteva competere con quella di Paganini, e pensare che tutto il suo lavoro lo ha fatto in meno di quattro anni!”.
E così all’interno di Palazzo Ducale si racconta l’arte del grande violinista genovese osservata dalla prospettiva musicale di oggi, un oggi forgiato anche dai suoni e dal genio del chitarrista afroamericano di Seattle. “Quella di proporre al pubblico un nuovo metodo di porsi è stata un’intuizione straordinaria da parte di Paganini – ha aggiunto il Prof. Mellace – Paganini offriva l’eccellenza e si era costruito un’immagine trasgressiva che faceva effetto. Il suo personaggio diventava una leggenda e su questo si realizzava anche la sua musica. Per Paganini la musica si doveva anche vedere”.
Ed è proprio dalle vicende artistiche e biografiche di Paganini che provengono elementi e caratteristiche che ancora oggi marcano il percorso dei musicisti: la scoperta del talento, il virtuosismo, la performance, il look, il tour, lo scatenamento di fantasie ed entusiasmi del pubblico, il complicato rapporto fra vita professionale e dimensione esistenziale privata.
La sfida della mostra il cui allestimento e il progetto multimediale portano la firma di NEO – Narrative Environments Operas di Milano, è stata quella di far emergere non solo i numerosi punti in comune fra Hendrix e Paganini ma anche, e soprattutto, di raccontare cosa significhi far musica per una persona che ha il pieno controllo su ciò che suona e su come lo suona. Il percorso della mostra è fondamentalmente tematico e suddiviso in 7 sezioni, dalla scoperta del talento al virtuosismo, dall’innovazione all’espressività, dal mito all’aspetto personale ed intimo, fino al confronto con il contemporaneo, senza tralasciare le elaborazioni della sua musica nel XX secolo. Molti gli artisti presenti nei vari video da Morgan a Roberto Bolle, protagonista di un brano di danza sul Capriccio 24 eseguito dal violinista Leonidas Kavakos, ed ancora Gianna Nannini fino a Salvatore Accardo.
La mostra si apre venerdì 19 ottobre e resterà visibile fino al 10 marzo 2019.