Alle spalle di una delle piazze più caratteristiche e frequentate di Roma, Campo de’ Fiori, vi è uno degli edifici più originali della città: Palazzo Spada.
Situato in piazza Capo di Ferro, presenta una curiosa facciata “parlante”, adorna di statue e decorazioni in stucco. Il nome del palazzo è legato alla famiglia Spada che lo acquistò nel Seicento come propria residenza, sebbene oggi vi siano due diverse destinazioni d’uso: il piano nobile infatti è sede del Consiglio di Stato mentre il resto ospita la piccola ed interessante quadreria e la celebre galleria prospettica di Francesco Borromini.
La storia dell’edificio però inizia nel Cinquecento quando il proprietario del tempo, il cardinale Girolamo Capodiferro, commissionò i lavori di restauro e la decorazione della facciata e del cortile interno con un elaborato apparato iconografico in stucco, con statue di personaggi illustri dell’antica Roma, festoni di fiori e frutta, ghirlande sorrette da putti alati, efebi e arpie, statue delle divinità olimpiche, fregi con scene mitologiche, oltre ovviamente allo stemma familiare, sostituito, nel secolo successivo, da quello del nuovo proprietario, il cardinale Bernardino Spada. Quest’ultimo commissionò un’importante serie di lavori di ampliamento dell’edificio, aggiungendo l’ala che oggi ospita la quadreria. Tra le realizzazioni più significative vi è certamente la galleria prospettiva di Francesco Borromini, realizzata tra il 1652 e il 1653. Si tratta di un corridoio colonnato di 8,82 metri di lunghezza, che per una serie di accorgimenti architettonici e prospettici, sembra misurarne circa 35. Realizzata con l’aiuto del matematico agostiniano Padre Giovanni Maria da Bitonto, quest’opera di pura illusione ottica, testimonia gli interessi del committente, che già in altre occasioni si era avvalso di maestranze in grado di proporre giochi illusionistici, anche con la tecnica dell’affresco.
Per creare questa illusione stupefacente, il Borromini adottò alcuni accorgimenti: la convergenza dei piani del colonnato che invece di procedere parallelamente, confluiscono in un unico punto di fuga; le colonne laterali che si rimpiccioliscono andando verso il fondo, mentre il pavimento a mosaico sale gradualmente. Il muro di fondo della galleria, in origine dipinto con una finta vegetazione in trompe l’oeil, ospita oggi una statuetta di guerriero romano (quella visibile attualmente è una copia dell’originale custodito al piano nobile) che diviene visivamente il punto di fuga dell’intera architettura. L’intero gioco prospettico della galleria è stato interpretato come volontà del committente di creare un parallelismo tra la vita mondana, in cui i sensi sono ingannati dall’illusorietà della vita, e la vita religiosa, l’unica che può portare alla Salvezza. Tema caro questo non solo al cardinale Spada e al Borromini, ma anche a tutta quella scuola barocca che proprio in questi anni raggiungeva l’apice della propria espressione, entusiasmando i potenti del tempo.
Giunti invece nella quadreria, è possibile ammirare la ricca collezione d’arte della famiglia Spada, esempio mirabile di collezionismo antiquario, in voga tra Seicento e Settecento. Le opere esposte sono per lo più pittoriche, ma non mancano piccoli capolavori scultorei anche di epoca romana, oltre a due pregiati mappamondi del XVII secolo (uno terrestre, l’altro celeste).
La disposizione delle tele segue ancora oggi quello che era il gusto antico: le opere infatti sono collocate una accanto all’altra, in modo fitto e continuativo, fino a rivestire interamente le pareti delle varie sale, ponendo le più grandi in basso e le più piccole in alto. L’interesse principale nel collezionismo antico era infatti l’idea di circondarsi di capolavori dei maggiori artisti contemporanei, con alcune incursioni nel più recente passato, come testimoniano alcune opere di tardo XV e XVI secolo qui esposte, ostentando quindi un raffinato amore per l’arte e per il lusso.
Fu lo stesso cardinale Spada ad acquistare la maggior parte delle opere presenti in galleria, insieme al fratello Virgilio, sebbene la collezione continuò ad arricchirsi anche grazie alle acquisizioni effettuate da nipoti e pronipoti. Visitando la quadreria sarà quindi possibile ammirare opere di straordinaria importanza per la storia dell’arte, realizzate da artisti quali il Guercino, Guido Reni, Orazio e Artemisia Gentileschi, Gian Lorenzo Bernini, il Borgognone, Tiziano, Lucrezia Fontana, Sebastiano Conca e il Baciccia. Se si trascorre qualche giorno in città o se si vuole scoprire un angolo di Roma al di fuori dei più classici itinerari turistici, una visita a Galleria Spada è un’opzione più che consigliata.
Approfondimento a cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale che organizza visite guidate e passeggiate per andare alla scoperta di Roma con archeologi e guide turistiche abilitate della Provincia.