L’eccellenza nell’arte della ritrattistica dei maggiori artisti del XX secolo in dialogo con alcune opere di autentiche icone come Dalí, Warhol, Basquiat, Keith Haring, David Hockney, Roy Lichtenstein e molti altri.
Art Faces ovvero, ritratti d’artista della prestigiosa collezione Würth. Dopo esser stata presentata per la prima volta nel 2003 alla Kunsthalle Würth di Schwäbisch Hall, l’esposizione approda presso l’Art Forum di Capena.
Oltre 400 ospiti hanno presenziato all’inaugurazione della mostra (a ingresso gratuito) dedicata all’eccellenza nell’arte della ritrattistica di artisti visuali moderni e contemporanei, alcuni dei quali tra i maggiori del XX secolo. Un’occasione davvero unica per il visitatore di poter contemplare l’arte da un’angolazione diversa dal solito, più immediata, intima e coinvolgente. Uno dei punti di forza dell’esposizione, composta da più di cento opere fotografiche – oltre l’allestimento che segue un percorso cronologico ma attraverso cluods di immagini che suggeriscono dialoghi tematici e interessanti spunti di riflessione – è la possibilità di osservare molti ritratti d’artista accanto ad alcune opere di autentiche icone dell’arte contemporanea come Dalí, Warhol, Basquiat, Keith Haring, David Hockney, Keith Haring, Roy Lichtenstein e molti altri.
L’artista e la sua opera. Un rapporto viscerale, enigmatico, mai totalmente svelato che noi spettatori possiamo solo vagheggiare con la nostra immaginazione. Nel ritratto d’artista questo rapporto tanto idoleggiato nell’immaginario collettivo, si svela come un’unica unità creativa. Ed è proprio la fotografia – che dagli anni Venti del secolo scorso si svincola dalle pose un po’ ingessate negli atelier – il medium che meglio di ogni altro riesce a rappresentare la nuova iconografia che fa sognare i lettori delle riviste patinate del tempo.
Ecco dunque che entra in gioco l’empatia del fotografo ritrattista con il maestro e le sue creazioni: la scelta della composizione, dell’ambiente – enviromental potraiture, neutro o atelier- del contrasto delle luci, faranno il resto. Ogni ritratto racconta una storia. Svela un dettaglio, un particolare inaspettato, suggerisce l’interpretazione di un’opera o il lato nascosto della personalità di un artista. Come ha spiegato Walter Guadagnini – Direttore di CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia (Torino) – ospite d’onore dell’inaugurazione della mostra:
“Il bello della fotografia è che ha un approccio facile, ciascuno vi si può avvicinare senza sentirsene intimorito, come invece può accadere di fronte ad un’opera . Ciò permette di entrare in confidenza con l’immagine e con il personaggio che vi si cela dietro, grazie a quello che non è che un gioco a due fra artista e fotografo che ha il duplice compito di far conoscere l’artista attraverso la sua opera e, al contempo, far comprendere l’opera dell’artista attraverso la fotografia.”
Era proprio questo l’intento, poi diventato una missione, del fotografo svizzero Francois Meyer quando decise di conoscere personalmente gli artisti contemporanei di tutto il mondo per svelarne la personalità attraverso l’interfaccia privilegiata delle loro creazioni. Non scatti istantanei e improvvisati, ma frutto di un processo creativo generato da una profonda riflessione sul legame tra l’artista e la sua opera .
Quando decise di intraprendere questo ambizioso progetto, Meyer lavorava come fotografo per il mondo dell’arte e collaborava con varie riviste specializzate dell’epoca. All’inizio realizzò 80 ritratti tra cui quelli di Warhol e Lichtstein. Seguì una pausa di venti anni, poi un evento diede nuova linfa al progetto dimenticato nel cassetto. Nel 1995 la moglie di Meyer si ammalò di cancro ed entrambi decisero di ampliare la collezione acquistando anche i ritratti d’artista di altri fotografi, per destinarla alla Fondation du Centre pluridisciplinaire d’Oncologie, una Fondazione per la ricerca sul cancro. Oggi la raccolta comprende circa 250 fotografie di 42 fotografi diversi. Molti sono fotografi famosi in tutto il mondo, altri meno conosciuti perché quello che interessava Meyer era veicolare l’immagine dell’artista all’ opera, a prescindere dal nome di chi stava dietro l’obiettivo.
Torniamo alla mostra. L’Art Forum che si trova all’interno della sede Würth di Capena è dedicato alle opere d’arte della Collezione fondata dal Prof. Dr. h.c. mult. Reinhold Würth, Presidente del Consiglio di Sorveglianza del Gruppo internazionale che si occupa della distribuzione di prodotti per il fissaggio e il montaggio. Da appassionato collezionista di arte moderna e contemporanea ha collezionato più di 18.000 opere di pittura, grafica e scultura e ha promosso e sostenuto progetti di varia natura in ambito artistico, scientifico, formativo ed educativo. Nelle varie aziende del gruppo, il Prof. Wurth ha deciso di condividere la sua passione per l’arte con i dipendenti dell’azienda e i residenti del territorio circostante attraverso eventi e mostre che evidenziano, di volta in volta, tematiche dell’ampia collezione. Rientra in questo contesto la mostra allestita presso l’Art Forum di Capena che ricordiamo, è a ingresso gratuito.
Come abbiamo già accennato, l’allestimento, diviso nei due piani del museo, segue un criterio cronologico ed è impreziosito da alcune opere originali in un continuo gioco di specchi tra volti e opere che è alla base dello spirito di questa collezione di ritratti d’artista.
Il percorso espositivo parte dei fauves e ci accompagna attraverso i movimenti più importanti che si sono susseguiti in tutto il Novecento fino alle opere più recenti. Ogni scatto, un volto, a volte una sorta di rebus da svelare.
Come Mondrian fotografato nel 1942 da Arnold Newman, uno dei grandi fotografi ritrattisti del ventesimo secolo: una fotografia composta come un quadro dell’artista attraverso una serie di linee verticali e orizzontali ricavate da un cavalletto in primo piano e i quadrati dipinti sullo sfondo. Il ‘rebus’ si fa decisamente più difficile con la foto di Christo, immortalato da Sebastiano Piras nel suo appartamento, in un ambiente neutro e dove un mazzo di fiori avvolto nella carta rimanda quasi impercettibilmente al suo lavoro.
A volte artista e opera si confondono come nel bellissimo ritratto di Bacon a firma di Boucart: attraverso il gioco di luci e ombre il volto dell’artista appare con i contorni indefiniti proprio come uno dei soggetti dei suoi dipinti. Oppure il bellissimo ‘Dalì surrealista’ di Jean Dieuzade che esce dalle acque con la sua tipica espressione.
In alcuni casi gli artisti appaiono in una veste diversa da quella che tutti conosciamo. Nel celebre scatto di Sima, Picasso si prende amorevolmente cura di una piccola civetta ritrovata ferita proprio dal fotografo giorni prima. Un’immagine ben diversa dal Picasso sciupafemmine impressa nell’immaginario collettivo. E poi ancora, un intenso primo piano dedicato a un Warhol pensoso , quasi malinconico, lontano dal caos delle pazze serate newyorkesi alle quali non mancava mai.
Al di là della bellezza dei singoli scatti, Art Faces è un appuntamento imperdibile per capire contemporaneamente l’evoluzione della fotografia, dell’arte e della figura dell’artista. Un viaggio nel tempo dove la svolta decisiva è rappresentata probabilmente da Picasso, che rompe con la scena stereotipata dell’artista ripreso con i pennelli in mano nel proprio atelier. L’artista spagnolo è stato probabilmente il primo a rendersi conto del potenziale della fotografia nella promozione di se stesso e attraverso gli scatti iconici dei grandi maestri è stato in grado di costruirsi un’immagine quasi leggendaria.
Negli anni sessanta e settanta un altro passaggio epocale. Anche in questo caso i pennelli vengono aboliti dalla composizione del ritratto d’artista ma per motivi diversi: in questa fase i pennelli non vengono proprio più usati. Si fa avanti un nuovo modo di fare arte e la fotografia deve reinventarsi ancora una volta. Di solito l’artista viene ripreso mentre lavora, quindi durante il processo creativo. Si arriva poi a una successiva evoluzione ben evidenziata dalla foto di Warhol e Basquiat con i guantoni da boxe, esposta verso la fine del percorso espositivo della mostra: in questo caso non si fanno riprendere nell’atto della creazione ma giocano con la propria immagine. Pensateci bene. Forse non è un caso che un Picasso, un Basquiat e un Warhol che hanno sapientemente usato la fotografia come mezzo privilegiato per affermare la propria personalità siano entrati in una dimensione quasi leggendaria.
Art Faces : cento foto raccontano la grande storia dell’arte attraverso i protagonisti che l’hanno resa tale. Fino al 14 marzo 2020.
Informazioni
Art Faces. Ritratti d’artista nella Collezione Würth
Fino al 14 marzo 2020
In programma anche laboratori per bambini e famiglie. QUI trovate il programma
Art Forum Würth Capena
Viale della Buona Fortuna, 2 – Capena (RM)
art.forum@wuerth.it
www.artforumwuerth.it
Orari di apertura al pubblico:
lunedì – sabato: 10.00 – 17.00
Domenica e festivi chiuso
Ingresso gratuito
*Nella prima immagine: Jean Dieuzaide
Salvador Dalí
s.d.
Fotografia
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Coll. Würth, Inv. 7055
© Jean Dieuzaide