Un grande evento quello che debutterà il 7 aprile con repliche fino al 20 dello stesso mese, che porta il capolavoro del pluripremiato coreografo e regista Wayne McGregor al Teatro alla Scala di Milano.
Stiamo parlando di Woolf Works, balletto in tre atti che racchiudono i più conosciuti lavori letterari della Woolf Mrs Dalloway (del 1925), Orlando (1928) e The Waves (1931), creato per il il Royal Ballet nel 2015 su musiche del compositore Max Richter.
McGregor, va ricordato, è uno di coloro che hanno cambiato radicalmente la danza dei nostri giorni con le sue rivoluzionarie innovazioni interpretative. Le sue ricerche infatti lo hanno portato a un dialogo interdisciplinare con le più varie forme artistiche, discipline scientifiche e invenzioni tecnologiche. Dal 2006 è Resident Choreographer al Royal Ballet, dove le sue produzioni sono acclamate per la loro audace riconfigurazione del linguaggio classico.
“E’ una gioia poter portare Woolf Works a Milano dove ho trovato una straordinaria compagnia con cui lavorare – dice McGregor – Woolf è stato un progetto che mi ha molto appassionato anche perchè forse non tutti sanno che Virgiania amava molto la danza. Voleva scrivere come se stesse scrivendo musica e coreografando danza. Ho pensato che sarebbe stato meraviglioso provarlo e reinterpretarlo, e tradurre in qualche modo i suoi romanzi per la scena. Così ho lavorato sui suoi tre lavori più importanti, ma non ho tralasciato anche tanti suoi appunti, assolutamente interessanti ,avvalendomi della musica di Max Richter che è assolutamente adatta a quello che io intendevo”.
Woolf Works dunque è trittico ispirato al mondo umano, artistico e letterario di Virginia Woolf, che McGregor ha costruito con uno staff di collaboratori: la drammaturga Uzma Hameed lo ha aiutato a trasportare i lavori e lo spirito di Virginia Woolf sulla scena, il set design degli studi di architettura Ciguë e We Not I, Lucy Carter gli sono stati di supporto per il disegno luci, Ravi Deepres per il film design, mentre i costumi sono di Moritz Junge, il sound design di Chris Ekers, e il make-up design di Kabuki. A contribuire alla preziosità del prodotto la presenza di Alessandra Ferri che torna sul palco della Scala dopo molti anni accanto all’etoile del Royal Ballet Federico Bonelli.
“E’ un’emozione meravigliosa tornare nel mio teatro con un balletto di MCGregor– ha detto la Ferri- Per me è stata una richiesta inaspettata quando Wayne mi ha detto “Io ho bisogno dell’anima di Virginia Woolf” Questa cosa mi ha molto toccata. Stiamo facendo un lavoro importantissimo ed è bello che la Scala lo abbia voluto portare qui”.
L’etoile infatti si sta dimostrando come sempre una sensibile interprete capace di attraversare come un fil rouge il primo e il terzo atto. Con la sua artisticità, lirismo, espressività e potente drammaticità incarna la forza dirompente e insieme la fragilità, l’anima e l’essenza di Woolf in una interpretazione salutata come un trionfo e un nuovo inizio nella sue straordinaria carriera artistica.
Saranno Emanuela Montanari e Antonino Sutera a ricoprire questi ruoli nelle recite del 10 pomeriggio (Invito alla Scala) e del 13 aprile (recita ScalAperta, alle ore 14), in debutto cosi come tutto il Balletto della Scala, impegnato dai Primi Ballerini, ai Solisti ai giovani artisti del Corpo di Ballo a incarnare i personaggi che si intersecano nei nuclei narrativi e tematici sottesi a Mrs Dalloway (Richard, Clarissa giovane, Sally, Septimus, Evans, Rezia (Mick Zeni, Caterina Bianchi, Agnese Di Clemente, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Martina Arduino, in alternanza con Massimo Garon, Gaia Andreanò, Benedetta Montefiore, Gioacchino Starace, Andrea Risso, Alessandra Vassallo), a popolare il secondo atto di guizzanti lampi cinetici (Nicoletta Manni, Virna Toppi, Maria Celeste Losa, Agnese Di Clemente, Martina Arduino, Timofej Andrijashenko, Nicola Del Freo, Valerio Lunadei, Gabriele Corrado, Claudio Coviello, Christian Fagetti, Marco Agostino, in alternanza con Maria Celeste Losa, Antonella Albano, Caterina Bianchi, Benedetta Montefiore, Alessandra Vassallo, Gioacchino Starace, Mattia Semperboni, Francesco Mascia, Marco Messina, Andrea Risso, Federico Fresi, Eugenio Lepera), e a circondare, nell’atto conclusivo, la figura femminile centrale, a rappresentare la vita di Woolf che sfiora il passato e il presente, rifrangendosi ritmicamente come le onde.