L’immagine è stata riproposta nella pagina Facebook dell’ESA per omaggiare la prima immagine di un buco nero. Sapevate che esiste la Space Art con tanto di associazione di categoria?
La prima immagine di un buco nero, realizzata dal progetto Event Horizon Telescope, è stata definita la foto del secolo, la prima prova visiva diretta mai ottenuta di un buco nero supermassiccio e della sua ombra.
“Un risultato reso possibile grazie a una particolare tecnica (Vlbi) che sincronizza le strutture dei telescopi di tutto il mondo – spiegano dal nostro Istituto Nazionale di Astrofisica che vanta tra i protagonisti della rivoluzionaria osservazione due sue ricercatrici – e sfrutta la rotazione del nostro pianeta per andare a creare un enorme telescopio di dimensioni pari a quelle della Terra”.
Prima di questa storica immagine, l’aspetto dei buchi neri era stato solo teorizzato. O immaginato. Come nel caso dell’artista Daniel Chiesa – di origine uruguaiana/italiana – che nel 2017 aveva raffigurato, con uno stile vagamente impressionista, un black hole (buco nero) e intitolato l’opera ‘SomeWhere at Sagittarius A‘.
L’immagine è stata pubblicata sulla pagina Facebook dell’ESA (Europan Space Agency) proprio per omaggiare la rivoluzionaria immagine catturata dall’EHT. L’artista infatti, che varia dall’astratto al figurativo, è particolarmente attratto dalla cosmologia e dal misticismo. E non è il solo. Esiste una intera categoria di artisti affascinati dai corpi celesti e riuniti nell’International Association of Astronomical Artist. Avete letto bene, parliamo di Space Art. Un genere di arte che come tutte le altre forme di creazione artistica ha molte sfaccettature e comprende realismo, impressionismo, hardware, scultura e immagini astratte. Stili diversi che cercano di evocare quel senso di armonia e immensità dei corpi celesti che in giornate come queste la nostra immaginazione – ormai impigrita dal bombardamento mediatico quotidiano- non può far a meno di contemplare nella sua misteriosa e inarrivabile bellezza.