La mostra” Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione” si arricchisce dei contributi di 5 grandi protagoniste dell’arte contemporanea.
Dopo l’uso della tecnologia e il coinvolgimento dei social la nuova tendenza che si va sempre più consolidando nelle mostre è quella di farle ‘vivere’ e non solo visitare dal pubblico. Laboratori, workshop, proiezioni, performance, conferenze, e così via. Il museo diventa un organismo vivo, un luogo d’incontro dove le opere rappresentano un punto di partenza e non di arrivo.
Una filosofia questa, sposata con esiti oggettivamente interessanti dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma che attraverso la mostra ‘Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione‘ ha offerto ai visitatori una lettura a 360 gradi del caleidoscopico universo femminile. Se le 100 opere in mostra provenienti dalle collezioni capitoline -tra dipinti, sculture, grafica e fotografia- restituiscono la visione dei diversi artisti e delle diverse correnti artistiche della figura femminile (angelica o tentatrice, inafferrabile o ribelle), il materiale documentario, le videoinstallazioni e soprattutto la serie di eventi collaterali alla mostra, hanno permesso la loro contestualizzazione e il dialogo con la contemporaneità.
Ad esempio, attraverso il contest #donneGam, i visitatori sono stati invitati a postare le fotografie di donne protagoniste della propria storia familiare che sono poi state inserite in un monitor in un’area appositamente allestita.
Sia dal punto di vista del materiale documentario, sia da quello dei temi dei vari incontri, è stato approfondito un passaggio cruciale dell’arte al femminile degli anni settanta/ottanta, quelle performance dove il corpo delle donne si ribella a quella visione di oggetto del desiderio così come all’oblio dell’arte al femminile.” Il divario tra la presenza di artisti maschi in confronto alle artiste donne resta macroscopico e soprattutto inversamente proporzionale alla visibilità del corpo femminile nella pittura e nella scultura di tutti i periodi” avverte il primo pannello ci sala del percorso espositivo.
Courtesy Image GAM di Roma
Non poteva di certo mancare dunque il contributo della ‘Grandmother of Performance Art‘, come ama definirsi Marina Abramović . La mostra infatti è ‘work in progress‘ e accanto agli eventi culturali sono previsti anche cinque omaggi a grandi artisti contemporanee, che si susseguiranno nel corso del tempo fino alla fine dell’esposizione prevista in ottobre. L’Abramović è stata preceduta dai contributi di Maria Lai e Titina Maselli mentre alla performer seguiranno Carla Accardi e Mirella Bentivoglio.
Marina Abramović (fino al 21 luglio 2019) sarà presente in mostra con il video originale della performance realizzata dell’artista insieme a Ulay, Imponderabilia, il 2 giugno 1977 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, nell’ambito della Settimana Internazionale della Performance. Una delle esibizioni performative più celebri della storia dell’arte. I corpi nudi di Marina e del compagno Ulay, uno di fronte all’altra, sono solo apparentemente i protagonisti della performance. In realtà, Imponderabilia, non mette a nudo il corpo dei due artisti ma le reazioni, imponderabili, dei visitatori che devono passare tra loro nel piccolo spazio a disposizione e decidere ‘chi affrontare’. Il corpo sinuoso e tutto sommato rassicurante di Marina o quello più ossuto di Ulay? Nel video sono proprio queste reazioni la vera opera d’arte , dove a essere imbarazzati sono i visitatori e non gli unici due corpi nudi. E la velocità del passaggio, la scelta da che parte passare, l’espressione del volto, riescono a raccontare tanta intimità di queste persone a noi sconosciute.
All’omaggio a Marina Abramović, seguirà quello dedicato a Carla Accardi (1924-2014) e non poteva di certo mancare a questa mostra il contributo della grande artista che ancora oggi ci appare incredibilmente attuale. Oltre ad alcune importanti opere dei decenni Settanta e Novanta – fra i quali alcuni bozzetti originali inediti e/o da molto tempo non esposti – sarà anche esposta documentazione originale proveniente da ARCHIVIA che approfondirà l’attività politica e culturale dell’artista.
E’ giovanissima quando da Trapani giunge a Roma e aderisce – unica donna – al manifesto del movimento FORMA 1 che recita: “L’arte astratta è azione per una nuova cultura, i vecchi miti ora crollano su se stessi”. Un movimento che riceverà tante critiche perché troppo autoreferenziale, lontano dalle raffigurazioni realistiche della vita disagiata degli operai o dei contadini. Il grande insegnamento dell’Accardi non è tanto, o meglio, non è solo nella sua continua sperimentazione segnica ma nella sua capacità di rimanere ‘libera’ come donna e come artista al di là di quelle impalcature mentali che tentavano di racchiudere la sua creatività in un sentiero già segnato. Invece l’artista riuscirà a conciliare l’impegno politico e sociale alla sua libertà artistica. Ecco dunque che i suoi segni -che ricordano la scrittura araba vista in Sicilia- nel tempo cercano come l’artista di liberarsi dalla tela che li racchiude e si rapportano con lo spazio, principalmente attraverso supporti plastici trasparenti. L’artista non intende mai essere narrativa ma evocativa, come la musica. ” A differenza di molti artisti, io non ascolto mai la musica mentre lavoro – affermò in una recente intervista -perché la musica la faccio io!”
Informazioni
Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione’
MARINA ABRAMOVIĆ dall’18 giugno al 21 luglio
CARLA ACCARDI dal 23 luglio al 1°settembre
MIRELLA BENTIVOGLIO dal 3 settembre al 13 ottobre
Biglietto d’ingresso
Intero: € 7,50 – ridotto: € 6,50
Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) :
intero: € 6,50 – ridotto: € 5,50
Ingresso gratuito per i residenti a Roma e nell’area della Città Metropolitana nella prima domenica di ogni mese
Gratuità e riduzioni
La MIC card è acquistabile nei musei e online all’indirizzo miccard.museiincomuneroma.it
Convenzioni
Informazioni
Tel. 060608 (tutti i giorni 9.00-19.00)