Caravaggio 1951, un volume che ripercorre la storia e la fortuna critica della grande mostra di Roberto Longhi a Palazzo Reale
Caravaggio 1951, dal 25 luglio in libreria con Officina Libraria un volume che ripercorre la storia e la fortuna critica della grande mostra curata da Roberto Longhi a Palazzo Reale che ha segnato la riscoperta di Caravaggio.
Caravaggio oggi è considerato uno dei più grandi geni dell’arte italiana (e non solo), pittore tra i più amati da pubblico e critica. Attorno alle sue opere e alla sua storia (particolarmente tribolata) sono fioriti nel corso degli anni mostre, eventi, pubblicazioni, film, documentari, fumetti e iniziative che, grazie al suo nome e all’immaginario che si porta appresso, vanno sempre incontro a un grandissimo successo di pubblico.
Per secoli però Caravaggio è stato un artista dimenticato, caduto in un oscuro oblio. È Roberto Longhi che lo ripesca dal dimenticatoio in cui era finito e lo restituisce alla Storia dell’Arte procurandogli un nuovo ruolo, di primissimo piano. Con la mostra milanese del 1951 è sancita la sovranità caravaggesca, un punto di non ritorno.
È il 21 aprile 1951 quando a Palazzo Reale, Milano, si inaugura la Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi. Nel giro di tre mesi più di quattrocentomila persone si mettono in fila per ammirare un numero di dipinti autografi del Caravaggio mai più riunito in un unico ambiente. È un successo «eccezionale, incredibile» anche per Roberto Longhi, che della mostra è commissario tecnico.
Proprio di questa storia e di questa fortuna critica si occupa il volume Caravaggio 1951 di Patrizio Aiello, con le prefazioni di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa.
Ancora oggi, a quasi settant’anni di distanza, ci si interroga sulle ragioni di tanto successo, da individuare certo nella straordinarietà del pittore ma, forse, anche nei segreti di un allestimento esemplare che è rimasto finora sostanzialmente ignoto, se non nelle linee generali.
>> Sulla scorta del rinvenimento di una campagna fotografica condotta tra le sale di Palazzo Reale nella primavera del 1951, nelle pagine di questo libro si è tentato di ripercorrere i passi dei visitatori, sala dopo sala, lungo il piano nobile dell’edificio piermariniano, come se a condurli fosse una mappa dell’esposizione.
Il volume di Aiello risale alla genesi della mostra, ricostruisce suoi ambienti e identifica le personalità in campo, i rispettivi ruoli e gli inevitabili scontri che hanno agitato le riunioni del comitato organizzatore (uno su tutti, guarda caso, quello tra Longhi e Lionello Venturi). Il risultato è un panorama articolato: Fernanda Wittgens, Costantino Baroni, Gian Alberto Dell’Acqua, Antonio Greppi, Achille Marazza, Giulio Andreotti e – per un tratto – persino Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI, sono alcuni dei personaggi che si incrociano in questa vicenda, ricca di conseguenze per gli studi caravaggeschi ma anche punto di riferimento e modello per l’industria delle mostre a venire.
Caravaggio 1951 si rivela un volume prezioso per studiosi e appassionati, un dietro le quinte ricchissimo che fa luce su uno degli snodi più importanti che hanno scosso la storia della critica d’Arte.
Patrizio Aiello ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Autore di numerosi saggi, ha collaborato, tra gli altri, con l’Istituto della Enciclopedia Italiana e con il Fondo Ambiente Italiano. Per Officina Libraria ha curato nel 2014 la biografia Michelangelo. Una vita (I lemuri, 1).