Dalle ville ai palazzi, dai giardini alle chiese. La Brianza che non ti aspetti si fa bella in occasione di Ville Aperte 2019, in scena dal 15 al 29 settembre.
Triangolo di territorio che ha ai suoi vertici Lecco, Como e Milano, la Brianza è una delle zone più industrializzate d’Italia, nonché una delle più densamente popolate d’Europa. Non a caso, quindi, il nome evoca una distesa infinita di edifici, case che si alternano a fabbriche, strade e automobili. Non proprio un’immagine idilliaca. Scoraggiante quando si fantastica a una gita fuori porta, una domenica nel verde o un pomeriggio a suon di cultura. Eppure, la Brianza è ricca di tesori, alcuni già noti, altri ancora sconosciuti al di fuori dei suoi confini. Racchiude ville, palazzi, parchi, giardini, chiese e musei che, anche presi singolarmente, sono un ottimo pretesto per farsi un giro in zona.
Quando questo territorio viveva ancora di agricoltura ed era pressoché incontaminato, fu eletto meta prediletta di villeggiatura da parte di nobili e aristocratici. Nel Settecento ci fu la grande stagione delle Ville di Delizia: architetture e giardini maestosi commissionati dalle grandi famiglie nobiliari dell’epoca, come i Borromeo, i Durini, i Trivulzio, gli Arese, e molte altre. Concepite come residenze di campagna dedicate allo svago e al diletto, oppure destinate a ricevere i grandi ospiti e a restituire una prestigiosa immagine della famiglia, si presentano come edifici monumentali con parchi immensi, che ospitano giardini all’italiana e all’inglese, e una moltitudine di opere d’arte.
Dal 15 al 29 settembre, grazie alla 17esima edizione della manifestazione Ville Aperte in Brianza, 150 siti tra pubblici e privati sono aperti al pubblico e promossi attraverso visite guidate e progetti speciali. Il tema di quest’anno, in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Da Vinci, prende il nome di “Le vie dell’acqua: Leonardo e la Brianza”, volto a ricordare la presenza del grande genio nel territorio. La rassegna si svolge in collaborazione con le province di Como e Lecco, Milano e Varese. Si parla, quindi, di 72 comuni in totale, con 31 nuovi beni ad arricchire l’edizione 2019.
Tra le perle brianzole da non perdere, a Desio c’è Villa Cusani Tittoni Traversi. Classico esempio di villa di delizia settecentesca, progettata dal Piermarini e rimaneggiata nel corso dell’800 da Pelagio Pelagi, è caratterizzata da un’eclettica combinazione di stili differenti. Negli anni ha ospitato personaggi del calibro di Ferdinando IV di Napoli e Umberto I d’Italia, il compositore Vincenzo Bellini e lo scrittore Stendhal, che ne fu colpito a tal punto da ambientarvi il dramma giocoso “Il forestiere in Italia“. Dal 1975, sia il parco che la villa sono di proprietà del comune di Desio, che li ha aperti al pubblico e vi ha istituito la biblioteca comunale e un museo dedicato all’artista milanese Giuseppe Scalvini.
Cuore pulsante di Cesano Maderno, Palazzo Arese Borromeo è uno vero e proprio scrigno di tesori. Trasformata da modesta residenza di campagna a sontuoso palazzo per volere del conte Bartolomeo III Arese, si presenta con una struttura esterna maestosa ma severa, che poco lascia presagire della ricchezza decorativa degli interni, riportati recentemente all’antico splendore attraverso minuziosi restauri. 33 ambienti affrescati, opera di artisti del classicismo milanese tra cui Ercole Procaccini il Giovane, Giovanni Ghisolfi e Giuseppe Nuvolone.
Poco più a Nord, la cittadina di Meda è dominata dalla collina su cui poggia la Chiesa di San Vittore, gioiello decorato da un vasto ciclo di affreschi di scuola leonardesca, di estensione tale da essere stata soprannominata la “Cappella Sistina” della Brianza. Annessa alla chiesa c’è Villa Antona Traversi, dimora neoclassica costruita dall’architetto Leopoldo Pollack attraverso la trasformazione dell’antecedente monastero medievale. L’edificio monastico fu acquistato da Giovanni Giuseppe Maunier, commerciante di Marsiglia e fornitore dell’esercito francese, e nel 1836 la villa venne ceduta agli eredi e acquistata da Giovanni Traversi, i cui discendenti, gli Antona Traversi, la conservano tuttora. Il fascino della villa risiede proprio in questa fusione: il chiostro interno del monastero funge attualmente da cortile interno della villa, mentre la parte della chiesa riservata alle monache, gemella rispetto alla chiesa riservata ai fedeli (l’attuale chiesa di San Vittore) fu divisa in due parti da un tramezzo per poter essere utilizzata come granaio, nella cui parte superiore spiccano affreschi attribuiti a Bernardino Luini.
Riscendendo verso Milano, Varedo ospita l’affascinante Villa Bagatti Valsecchi, purtroppo disabitata da decenni e in stato di degrado, ma comunque meritevole di una visita. Costruita nel 1878 sulla base di una piccola cascina dagli architetti Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, gode di uno charme spettrale; gli interni sono pressoché spogli, ma custodiscono notevoli affreschi dipinti da Martino Cignaroli, e occasionalmente ospitano mostre temporanee. Dal 2011, la proprietà della villa e del parco è stata trasferita dal comune di Varedo alla Fondazione La Versiera 1718, che si impegna a tenerla in vita.
E ancora, Villa Trivulzio ad Agrate Brianza, Villa Borromeo d’Adda ad Arcore, i mulini e l’ecofrazione di Baggero in provincia di Como o la Cittadella Agostiniana a Cassago Brianza. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Informazioni: http://www.villeaperte.info