Si accartocciano piacevolmente le foglie giallo ocra sotto i piedi mentre ci si incammina verso le Fiere di Parma. Per le terre ducali inizio ottobre ha l’ormai classico sapore di Mercanteinfiera, per quanto sia limitante circoscrivere l’interesse per la manifestazione al territorio locale e all’Italia intera (buyer, appassionati e collezionisti arrivano da tutto il mondo e lo si sente dal parlare quotidiano tra gli stand). Tempo di fiera quindi, e che fiera quest’anno. Senza piaggeria e retorica alcuna, il Mercante alla sua 38° edizione (dal 5 al 13 ottobre) segna un salto di qualità palese, curando due mega padiglioni come il 4, già da sempre di natura il più raffinato, e l’insospettabile 3 che mira il Mercanteinauto (qui la nostra fotogallery), in maniera impeccabile. Una coppia d’assi che traina la fiera intera, che come tradizione comanda vede nel cuore della kermesse, padiglione 5, il centro su cui gravitano antiquari e quel piacevole caos che denota il carattere curioso, folle e meravigliosamente atipico e originale della fiera (non esiste una fiera di queste dimensioni simile a livello mondiale). Antiquariato non significa ortodossia analogica. Scommessa (vinta) di quest’anno è la piattaforma Teaser, una vetrina digitale al servizio degli espositori dei buyer internazionali. Uno strumento di marketing 4.0 (fortemente voluto da due dei massimi “creatori” della fiera, Iacopo Nicoli e Ilaria Dazzi) che agevola l’incontro tra la domanda e l’offerta delle opere d’arte, proponendo in anteprima alcuni fra i migliori pezzi presenti in fiera comodamente dal tuo smartphone o pc. L’obiettivo è andare giustamente a rafforzare un segmento di mercato oggi imprescindibile come quello delle vendite online.
E la caratura dell’edizione non si limita a questo: la presentazione, ingresso, della manifestazione è d’autore. Una cartolina da urlo, il primo impatto. Le colonne multicolor delle installazioni scultura di Ugo Rondinone fotografate da Gianfranco Gorgoni (Seven Magic Mountains, 2016) appendono metaforicamente il visitatore al muro. Si tratta nientepopodimeno che il preambolo simbolico della raffinata selezione di 80 fotografie di alcuni dei migliori fotografi italiani che compongono (appunto) La Scelta Italiana, chicca espositiva targata BDC, la crema della collezione Bonanni Del Rio (Catalog). L’allestimento a cubo presenta al meglio capolavori senza tempo di autori nostrani: lo sguardo poetico di Luigi Ghirri, la natura di Mario Giacomelli, le geometrie di Franco Fontana, gli incantati bianco e nero di Mimmo Jodice, le vedute dall’alto di Olivo Barbieri, le spiagge di Massimo Vitali. Poco più avanti, sessanta modelli e una ventina di stilisti popolano invece la mostra “In her Shoes. Due passi nella storia della calzatura”, realizzata in collaborazione col Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi del gruppo LVMH. Un percorso tutto al femminile, un viaggio nel tempo e nel gusto con stilisti che hanno fatto la storia: Yves Saint Laurent, Anne Klein, Celvin Klein, Emilio Pucci, Fendi, Givenchy Loewe, Nicholas Kirkwood, Porsche Design, Richard Tyler, Ungaro e Vera Wang. Si parte dalla scarpa con pattino delle nobili donne veneziane di fine ‘600 per approdare al sandalo di Donna Karan -il cui modello fu indossato da Sharon Stone in Basic Instinct- o alla scarpa surrealista di Celine (P/E 2013) con le dita sagomate. Addentrandoci ora nel ventre della fiera, nei 45 mila metri quadri espositivi dove sfilano oltre 1000 gallerie da tutto il mondo, andiamo alla ricerca del migliore antiquariato, modernariato, design e collezionismo vintage, gli indiscussi marchi di fabbrica di Mercanteinfiera. Dai tre secoli di storia dell’arte condensati tra i mega padiglioni fino ai pezzi iconici di maestri del design come Albini, Iosa Ghini, Fornasetti, Gio Ponti, Mendini o gli argenti di Lino Sabattini, l’artigiano dei sogni. Un viaggio nel gusto che attraverserà anche l’Art Decò raccontata dallo stile di Charles Schneider, tra le più grandi manifatture vetrarie dei primi del 900.
Per aiutare collezionisti e appassionati a proteggere opere d’arte come dipinti, bronzi argenti, Fiere di Parma, per la prima volta metterà a disposizione del pubblico il servizio Finger-print Authentication System. Nato dalla collaborazione tra il Centro Studi Archeometrici, Ars Mensurae e l’Università La Sa-pienza di Roma, il servizio propone un innovativo metodo di an-tifalsificazione basato su una vera a propria impronta digitale all’opera ottenuta grazie ai raggi X.
Il mercato virtuale dell’arredo sarà invece rappresentato da IntOndo (intondo.com) con una forte expertise nel vintage (Pad.4), e da Antico Antico (anticoantico.com) quest’ultimo partner di Fiere di Parma da luglio 2019. Il quartier generale di Viale delle Esposizioni, con Antico Antico intente così consolidare la propria posizione verso un nuovo target di mercato, quello che acquista design e opere d’arte con un click. Durante i weekend, tornano invece gli Esperti del Servizio Esperto Risponde (Pad.4).
Come ogni anno, abbiamo girovagato per padiglioni e stand fieristici, tra gli infiniti corridoi e le migliaia di curiosità e pezzi che si palesano sul cammino.
Stand d’autore. Un’intera farmacia ottonovecentesca
Stand d’autore. Miscellanea: bauli inizio 900, palme di luci anni 70, un rinoceronte in vetroresina e animali esotici impagliati (Alessi Lorenzi)
Chicche archeologiche. Amuleti zoomorfi mesopotamici in pietra + Statuetta lignea raffigurante il Dio Anubi + Collane in oro e lapislazzuli di età romana (Mutina Ars Antiqua)
Calcetto francese anni 40 in rovere (Albrici)
Ghiacciaia americana anni 50 (Jukebox Lanfredi)
Eleganza Art Déco. Le danzanti figurine di Chiparus, Preiss ed epigoni (Phoenix)
Confanetto di avorio di manifattura siculo-persiana (Fabbri Arte)
Scacchiera anni 60 di Sergio Premoli (La Bifora)
Favolose brocche liberty (Varese Antichità)
Curiosità. Svastica sul tappo di Carlsberg anni 30 (Antonio Caffarra)
Elefantino giocattolo Steiff degli anni Trenta (Chaix Corine)
Stand d’autore. Wunderkammer con pezzi dal 700 al 900: presepi, candele, fossili, sculture e coralli (Grand Tour L’Atelier)
Due lettere dello storico Casinò del Lido di Venezia
Rarità. Il Perpetuo di Bertelli (Caricat)
Preziosa libreria anni Cinquanta (Antiquariato Galleria Restauro)
Bicicletta di legno anni Cinquanta (Alessandro Stefanini)
Echi classici e classicheggianti. Statue, busti e sculturine sei-settecentesche di marmi, pietre e porfido (Moretti)
Colonne indiane del 600 (Ethnologica)
Stand d’autore. Specchiere ottocentesche, sculture anni Trenta e quadreria di nature morte di stampo floreale dal 600 al 900 (Renata Sgarbossa)
Scultura crisoelefantina di giovane fumatore, realizzato da Chopard (Novecento e Design)
Compasso in ferro del 600 proveniente dalla Germania (Olivier Becker)
Portantina toscana del Settecento (Tosi Antichità)
Natura morte metalliche e asettiche. Ugo Celada da Virgilio (Galleria Ottonovecento)
Gallo a micromosaico romano (La Gallery)
La pavimentazione autografa di Cristoforo Barberio, un capolavoro delle arti decorative del 700 meridionale (Antichità Athena, Galleria Beatrice)
Ciro e Cesira, i “nani” da giardino d’inizio Novecento (Artigianando)
Cristallino e rarefatto. Uno stand di pura luce alpina. Un compendio di vedute, da Ortisei a Parma (Digart)
Stralci di un interessante affresco di origine umbra, XVII secolo circa (L’Ottocento)
Coerenza, raffinatezza, gradazione cromatica: lo stand Antichità di Maurizio Salici è tra i più curati di tutta la manifestazione. Una composizione di decadente eleganza popolata di cornici, conchiglie, fregi, madonne, busti e coralli (e non solo)